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Buco “monstre” 7,6 mld in bad bank di Hypo Alpe Adria, ma Austria tutelerà contribuenti

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ROMA (WSI) – Un buco di ben 7,6 miliardi di euro. Questa la scoperta shock in Austria, sulla bad bank Hypo Alpe Adria, conosciuta anche come Heta Assey Resolution. L’Austria parla di “sviluppi spettacolari” del caso.

Reuters ripercorre le tappe della storia di questa banca, che è stata istituita lo scorso anno sulle “ceneri” dell’istituto di credito Hypo Alpe Adria.

Il progetto sembra non essere andato affatto bene, dal momento che nelle ultime ore l’Autorità austriaca dei mercati finanziari ha preso la decisione di imporre una moratoria dei debiti di Heta fino al 31 maggio del 2016, dopo la scoperta della maxi perdita, di cui stavolta non si farà carico.

La bad bank non riuscirà così a rispettare i prossimi impegni nei confronti dei creditori, in particolare non onorerà i debiti con scadenza più imminente di un bond da 450 milioni che scade venerdì e di un altro bond il prossimo 20 marzo, del valore di 500 milioni di euro.

In totale, la moratoria interesserà debiti per un valore complessivo superiore a 9,8 miliardi di euro.

Per la prima volta, saranno così messe in pratica le regole del “bail in”, che prevedono perdite anche per i creditori. Il ministero austriaco delle finanze ha affermato che, sulla base della nuova normativa, i creditori possono essere di fatto costretti a contribuire alle perdite, in modo tale che i contribuenti non debbano accollarsi, come scrive Reuters, l’intero peso.

Il ministero delle finanze ha precisato in un comunicato che Heta non è insolvente e che le garanzie sui debiti arrivate dalla provincia di Carinzia e del governo federale non saranno colpite dalla mossa. Da segnalare che Carinzia ha garantito un debito di Heta per un valore di 10,7 miliardi di euro, mentre il governo federale ha garantito bond emessi nel 2012 per un valore di 1 miliardo di euro che, secondo le autorità, saranno rimborsati al 100%.

Ma in definitiva ciò che fa notizia in questo caso è che l’Austria ha deciso di fare Ponzio Pilato nel salvataggio di questa banca: decidendo di tutelare prima i contribuenti, e dunque staccando la spina a questa entità che comunque fino a poche ore prima era sostenuta dallo stato. I contribuenti austriaci, d’altronde, avevano già versato 5,55 miliardi di euro.

Lo stesso Ministero delle finanze è stato chiaro: questa volta non saranno le casse dello stato a pagare per i 7,6 miliardi di perdite. (Lna)