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BRUTTE NOTIZIE DAL FRONTE MACROECONOMICO

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Il dato sugli ordini dei beni durevoli per il mese di giugno pubblicato dal Dipartimento del Commercio americano questa mattina e’ una delle prime grosse delusioni sul fronte dei dati macro degli ultimi mesi. Mentre le aspettative erano per un rialzo del 0,5%, il dato ha rivelato un calo del 3,8%. Tuttavia a parte un’immediata reazione dei future sugli indici azionari, l’effetto sui mercati sembra meno negativao di quanto in un primo momento non potesse sembrare.

Il cambio del dollaro rispetto alle altre valute internazionali non ha subito grosse pressioni e i Titoli di Stato pur registrando prezzi in rialzo non sono soggetti a pressioni di acquisto particolarmente degne di nota. Ad influenzare il resto della giornata sembrano destinati piu’ le notizie sul fronte societario, vedi per esempio le indagini sui conti dubbi di AOL Time Warner, che quanto comunicato dal Dipartimento del Commercio.

La spiegazione e’ abbastanza logica. Il dato sugli ordini dei beni durevoli e’ molto volatile e altamente influenzato dalle spese per la difesa, per altro unico elemento a non essere negativo. Storicamente inoltre il periodo estivo in cui l’attivita’ economica risente del rallentamento dovuto alle vacanze e’ quello che ha riservato le maggiori sorprese tra previsioni e dati pubblicati.

A ridurre inoltre in parte la preoccupazione degli analisti sono stati i dati sui sussidi alla disoccupazione diminuiti piu’ del previsto. In linea con quanto atteso invece il dato sul costo del lavoro .

Tra gli analisti interpellati dall’agenzia di stampa Reuters appena dopo la pubblicazione dei dati, il commento pressoche’ unanime e’ quello di non tirare conclusioni affrettate su dati che pur dimostrandosi meno buoni di quanto atteso non sono una condanna definitiva per l’economia americana. Insomma una brutta notizia che certo non aiuta ma troppo poco per smentire le buone notizie uscite nelle ultime settimane sulla produzione industriale, sui consumi e sul mercato del lavoro.

Cosi’ Richard Yamarone, senior economist di Argus Research che e’ il piu’ pessimista del gruppo e avverte che se confermati i segni dati al mercato da questa tornata di dati potrebbero essere negativi e annunciare un periodo di ulteriore diffcolta’.

Rick Egelton, capo economista della Bank of Montreal, avverte che quello sui beni durevoli e’ un passo indietro e che e’ fondamentale per il recupero dell’economia la spesa in conto capitale. Mr. Egelton e’ invece favorevolmente impressionato dal dato sui sussidi alla disoccupazione che mostra un mercato del lavoro in netto miglioramento. Da leggere infine insieme ai dati sull’inflazione, l’incremento sul costo del lavoro.

Infine Asha Bangalore economista di Northern Trust di Chicago avverte che nonostante il disappunto per il dato al di sotto delle stime, va ricordato che nei mesi scorsi lo stesso aveva dimostrato una forza al di sopra di quanto previsto. Da tenere a mente inoltre che i dati relativi all’indice dei direttori d’acquisto ha riportato dati sopra 50 per ben 5 mesi di fila, valore che indica un periodo di espansione. Troppo presto quindi per dire che quello di questa mattina e’ il primo segno di un rallentamento nell’attivita’ industriale.