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Brexit, divorzio Ue lungo. Regno Unito non ha fretta di uscire

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ROMA (WSI) – Parla il cancelliere del Regno Unito George Osborne, commentando la storica decisione del Regno Unito di rendere concreto il divorzio dall’Unione europea con il referendum Brexit.

Osborne parla di quelle che saranno le diverse sfide a cui il paese deve prepararsi, ribadisce la solidità dei fondamentali dell’ economia britannica, l’impegno della banca centrale Bank of England a intervenire in caso di bisogno e conferma, anche, la presenza di un piano per prepararsi ad affrontare gli effetti dello scenario Brexit, ormai diventato realtà.

Il cancelliere ammette che l’impatto sull’economia colpirà i conti pubblici UK e sottolinea – in quello che appare un appello alla pazienza dell’Ue – che è ragionevole attendere il nuovo premier – che dopo le dimissioni annunciate venerdì scorso da David Cameron dovrebbe insediarsi in autunno – prima di decidere come muoversi, così come sarà fondamentale, sempre in autunno, far fronte al problema dei conti pubblici. Insomma, le stesse parole di Osborne lasciano pensare che il divorzio da Bruxelles non sarà affatto celere.

Osborne ribadisce di avere fiducia nell’economia del Regno Unito:

“Abbiamo lavorato in modo sistematico su un piano (di emergenza)”, e “l’economia è solida quanto potrebbe essere, considerando le sfide che abbiamo di fronte. Ora la gente ha parlato, e dovremmo accettare e rendere esecutivo questo risultato. Accetto il risultato del referendum e farò tutto ciò che è necessario fare”.

Tra le sfide:

“La prima è la volatilità dei mercati finanziari che potrebbe risultare diversa dalle attese. Il Regno Unito dispone di piani di emergenza solidi. La Bank of England è pronta a fornire fondi per 250 miliardi di sterline”. La seconda sfida è la relazione del paese con l’Ue. “Dovremmo attivare l’Articolo 50 solo quando avremo una chiara idea del rapporto con l’Ue. E’ evidente che, sulla scia della decisione di giovedì scorso, alcune aziende stanno fermando le proprie decisioni di assunzioni e investimenti”.

La terza e ultima sfida consisterà nelle trattative che il Regno Unito avvierà con Bruxelles.

In ogni caso:

“Non voglio che il Regno Unito volti le spalle all’Europa e al resto del mondo. Il Regno Unito è un paese tolleante e aperto. Oggi sono totalmente concentrato sulla mia posizione di cancelliere. Farò fronte al mio futuro nel partito conservatore nei prossimi giorni”.

Ma quando sarà attivato l’Articolo 50?

Tornando alla questione dell’Articolo 50, dalle dichiarazioni che si sono succedute nelle ore successive all’esito del referendum Brexit, è che il Regno Unito vuole prendere tempo.

L’Articolo 50 del Trattato di Lisbona stabilisce il modo in cui gli Stati che appartengano all’Ue escono dal blocco. Si parte dal presupposto secondo cui uno Stato membro può notificare al Consiglio Ue il desiderio di ritirare la sua adesione dall’Ue. A questo punto, si darà il via a trattative tra le due controparti. Dalla data del contratto i trattati dell’Ue non saranno più operativi nello Stato. In caso di assenza di contratto, la cessazione avviene entro due anni dalla notifica.

L’accordo deve poi ricevere l’approvazione dal Consiglio con delibera a maggioranza qualificata, previa l’ok del Parlamento europeo. L’incognita ora è rappresentata proprio dall’attivazione dell’Articolo 50 del trattato di Lisbona.

Per ora la clausola di recesso unilaterale disciplinata dall’Articolo 50 non è stata mai attivata: e quanto fa riflettere è che lo stesso Boris Johnson e altri britannici che hanno strepitato tanto per uscire ora non hanno più fretta di farlo.

Una stessa fonte del Consiglio Ue ha ammesso di non aspettarsi che il premier britannico uscente David Cameron attivi l’articolo 50 in occasione del prossimo summit europeo.

Così la fonte:

“Sia chiaro a tutti che non c’è alcun negoziato senza una notifica formale di avvio delle procedure previste dall’art.50. E’ irrealistico pensare che Cameron notifichi il recesso al prossimo Consiglio Ue”.

Ma proprio tale attendismo del Regno Unito potrebbe alimentare la tensione tra l’Ue e il Regno Unito. Lo stesso presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha detto di volere a questo punto subito lo scenario Brexit e a tal proposito la fonte ha fatto notare che è nell’interesse delle controparti “attivare (l’Articolo 50) in modo rapido”, fermo restando il fatto che la Brexit ha creato “una crisi profonda, non solo della leadership conservatrice ma anche nella società britannica, su cui bisogna riflettere”.

Proprio Juncker aveva predetto ore fa che non si tratterà di “un divorzio consensuale”, precisando che, d’altronde, quello tra Regno Unito e Bruxelles non è mai stato un “grande amore”.