Brexit: negoziato Londra-Bruxelles tutto in salita. Periodo transizione potrebbe allungarsi
L’emergenza Coronavirus non ferma i negoziati tra Regno Unito e Unione europea per la Brexit, anche se la strada apare tutta in salita. Dopo che lo scorso 31 gennaio, Londra ha ufficialmente detto addio all’UE, i negoziati commerciali tra le due parti hanno subito una brusca frenata per via dell’emergenza coronavirus.
L’ultimo colpo è arrivato ieri con il ricovero in ospedale del primo ministro britannico, Boris Johnson, attualmente in terapia intensiva perché risultato positivo al COVID-19.
Nonostante tutto, la macchina negoziale non si ferma. La Commissione UE ha fatto sapere che la prossima settimana è previsto un confronto tra i capi negoziatori di entrambe le parti per organizzare il lavoro, Michel Barnier e David Frost.
“Michel Barnier contatterà David Frost per stabilire un calendario di lavoro così da far avanzare i tavoli negoziali”, annuncia Daniel Ferrie, portavoce dell’esecutivo comunitario per la Brexit. Barnier, è risultato positivo al COVID-19 lo scorso 19 marzo. Il francese, 69 anni, è rimasto a casa propria, sotto osservazione. Ma continua a lavorare a distanza e la settimana prossima dunque tornerà a gestire le operazioni.
“È molto difficile immaginare che un accordo commerciale su larga scala tra il Regno Unito e l’UE venga concluso entro la fine dell’anno”, ha confermato alla CNBC, Amanda Sloat, senior senior presso la Brookings Institution. “La maggior parte degli osservatori era già scettica sul fatto che sarebbe stato stato raggiunto anche nelle migliori circostanze”
Insomma, la strada per l’accordo commerciale sulla Brexit sembra lunga: la scadenza, fissata per fine 2020 per stabilire un accordo di libero scambio con l’UE, appare ora quanto mai in discussione. Il Regno Unito ha tempo fino al 30 giugno per chiedere un’estensione del periodo di transizione.
“Se fino ad oggi, l’UE era stata chiara sul fatto che non avrebbero accettato una richiesta di rinvio, ora le cose potrebbero cambiare alla luce delle mutate circostanze” conclude Sloat.
Come dicevamo, il 31 gennaio ha segnato l’inizio di un “periodo di transizione” in cui il Regno Unito, rimanendo membro del mercato unico dell’UE, ha avviato negoziati con l’UE per concludere un accordo di libero scambio.
Durante il periodo di transizione, Londra non avrà diritto di voto, ma sarà comunque vincolato dalle norme dell’UE.
Se entro fine anno, non verrà raggiunta un’intesa, il Regno Unito lascerà il mercato unico senza alcun accordo.