Economia

Brexit, rispunta idea compromesso di Malthouse: cos’è e cosa comporta

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È l’unico piano che sembra abbia la possibilità di mettere d’accordo i Brexiteer della prim’ora e i filo europeisti del Regno Unito. Si tratta del cosiddetto “Compromesso di Malthouse“, un accordo raggiunto a fine gennaio il cui obiettivo primario è quello di scongiurare una Brexit disordinata. Il problema è che è stato respinto più volte dall’Unione Europea.

Si basa su una nuova rete di protezione al confine irlandese, diversa da quel backstop in cui i politici britannici euroscettici temono che il Regno Unito rimanga intrappolato. La bozza del testo si basa sul protocollo stilato dal ministro della Brexit Steve Baker prima di Natale. Baker lo ha battezzato “A Better Deal”, “Un miglior accordo”. Finora i parlamentari non hanno potuto esprimersi su questo deal.

Dopo che ieri l’intesa firmata da Theresa May e dalle autorità europee è stata bocciata nettamente, con 149 voti di margine, dalla Camera dei Comuni, è entrato in gioco il “piano C”. Prende difatti piede l’idea di proporre il compromesso in aula. Da “Un miglior accordo” il testo è diventato il “Compromesso di Malthouse” dopo che il ministro per la Casa Kit Malthouse ha cercato di riunire attorno a un tavolo le fazioni rivali.

Nelle ultime settimane i ministri, tra cui il segretario della Salute Stephen Hammond, i parlamentari e il vice procuratore generale dello Stato (“Solicitor General”) Robert Buckland, si stanno vedendo in gran segreto per lavorare a un testo che vada bene a tutti. I negoziati con l’UE sono terminati e ora spetta a Londra trovare una soluzione che scongiuri lo scenario disastroso di un ‘no deal’.

Il problema è che secondo alcuni, come il ministro degli Affari Esteri Rory Stewart, “il compromesso è illegale secondo le leggi europee“. È per questo motivo, e per i fatto che “non risolve questioni fondamentali sui diritti dei cittadini e sul backstop”, che Stewart ha annunciato che in aula voterà contro l’emendamento per promuovere l’iniziativa.

Compromesso di Malthouse: cos’è

In un messaggio inviato su WhatsApp ai suoi colleghi del partito dei Tories, Nicky Morgan dice che il piano “offre un’uscita dall’UE nei tempi previsti con un nuovo backstop, che potrebbe essere accettato anche se dovesse durare per sempre”. Il piano contiene degli incentivi perché si lavori a instaurare nuovi rapporti definiti con l’UE. Soprattutto, assicura che non ci sia bisogno di un confine fisico duro con l’Irlanda“.

In breve, il primo ministro sarebbe chiamato a rinegoziare il backstop del suo Brexit deal per sostituirlo con un accordo di libero scambio. Prevede un sistema tecnologico per evitare controlli doganali al confine irlandese.

Il “piano C” prevede inoltre che il periodo di transizione sia allungato di un altro anno fino a dicembre 2021. Questo consentirà di avere più tempo per trovare un nuovo accordo commerciale tra le parti coinvolte. Sam Lowe, senior research fellow al Centro per la Riforma Europea sostiene che sulla base dei termini già concordati sul backstop un accordo del genere sarebbe possibile.

Si può negoziare il nuovo backstop?

Ora che il tentativo di modificare la rete di protezione irlandese è fallito clamorosamente, dopo che il procuratore generale Geoffrey Cox ha stabilito che gli impegni presi dall’UE non erano veramente vincolanti e che si rischiava che Londra rimanesse intrappolata ad infinitum nel backstop, il compromesso di Malthouse offre un piano alternativo valido.

Di fatto equivale a un no deal ordinato. Molti dei parlamentari favorevoli a una Brexit morbida e anche a un annullamento della Brexit sono contraria a questo progetto. Ma alcuni esponenti di spicco come Morgan e Hammond hanno dato la loro approvazione.

I parlamentari chiederanno all’UE di onorare il periodo di transizione e di prolungarlo di un anno. In cambio Londra rispetterà gli impegni presi sui contributi finanziari e sui diritti dei cittadini europei. In quest modo Bruxelles e Londra avrebbero più tempo per studiare le modalità del divorzio secondo i termini dell’Organizzazione Mondiale del Commercio alla fine del 2021. Oppure potrebbero anche decidere di trattare un nuovo accordo ancora.

Compromesso di Malthouse: cosa ne pensano i parlamentari

La bozza è stata accolta con entusiasmo dai deputati conservatori la notte del 28 gennaio. Boris Johnson, l’ex ministro degli Esteri tra i principali promotori della Brexit prima del referendum di giugno 2016, l’ha definito una “svolta”.

Il ministro della Salute Steve Brine ha inviato un messaggi nel gruppo WhatsApp dicendo: “promettente. Non resta che metterlo in pratica e andare avanti”. Pare che la ministro Thérèse Coffey abbia anche inviato delle emoticon per comunicare la sua euforia.

I parlamentari del partito al governo del fronte Remain hanno espresso invece un forte scetticismo. Anna Soubry, che appoggia la campagna “people’s vote” che chiede si svolga un secondo referendum, ha evidenziato i rischi del Compromesso di Malthouse.

“Capiamo i motivi per cui i parlamentari siano preoccupati sul divorzio dall’UE. Stanno prendendo in considerazione misure disperate ma l’ultima proposta non fa che aumentare i rischi di un no deal totale. Questo schema voluto da Jacob Rees-Mogg è la ricetta per una no deal Brexit. Uno scenario che i promotori della Brexit si sono augurati fin dall’inizio”.

Cosa dice l’emendamento presentato in Parlamento

L’emendamento presentato alla Camera dei Comuni di Westminister stabilisce quanto segue:

“Per ridurre al minimo le turbolenze che creerebbe una Brexit senza un withdrawal agreement concordato, si propone:

  1. che il governo pubblichi immediatamente i suo piani sui dazi.
  2. che si preparino le aziende a rendere operativi i dazi, che il governo tenti di rinviare l’attivazione dell’articolo 50 alle 22:59 del 22 maggio 2019, ora in cui Londra abbandonerà l’Ue;
  3. in uno spirito di cooperazione e per avviare le trattative per definire i futuri rapporti tra le due parti, il governo dovrebbe offrire un nuovo set di accordi di moratoria comuni per un periodo che non vada oltre il 30 dicembre 2021. Durante quel periodo Londra verserà i contributi finanziari equivalenti ai fondi netti che dovrebbe all’UE e rispetterà gli altri impegni legali;
  4. il governo dovrebbe garantire unilateralmente i diritti dei cittadini europei nel Regno Unito”.

May è contraria alla prospettiva di un no deal e così votare anche il governo in aula. È stata la stessa premier ad annunciarlo. Downing Street però ha fatto sapere che i parlamentari del partito dei conservatori saranno liberi di votare come meglio credono sull’emendamento. Che di fatto equivale a un no deal, anche se “ordinato”.

Qual è la posizione ufficiale dell’UE?

Fonti vicine a Bruxelles hanno osservato al Guardian che la vice capa dei negoziati Ue, Sabine Weyand, ha già affermato che la tecnologia per evitare un confine duro non esiste al momento. Il suo “superiore”, Michel Barnier, ha già detto con toni enfatici che non esiste un “no deal” ordinato. Weyland si è lamentata del fatto che nonostante il piano sia stato respinto più volte da Bruxelles, i deputati britannici si ostinano a riproporlo. “Il parlamento è distaccato dalla realtà“, secondo la politica tedesca.

Senza un backstop operativo non ci sarà un accordo e non ci sarà nemmeno un periodo di transizione”. Votando a favore di un simile testo, insomma, i parlamentari sanno già che scontenterebbero i partner europei. La ministro per irlandese l’Europa, Helen McEntee, ha esortato il Regno Unito a essere più realista.

Secondo lei non c’è più tempo e modo di rinegoziare il withdrawal agreement firmato a dicembre da May e che l’UE era anche pronta a modificare leggermente. “Non possono essere apportati cambiamenti al backstop. Ci sono voluti 18 mesi per negoziarlo con il Regno Unito. A questo punto delle trattative ci vuole un po’ di realismo“. Per un funzionario Ue, che ha chiesto di restare anonimo, altro non è che “il piano no deal dei fuori di testa”.