Mercati

Brexit: agguato Ue a May e rivolta interna: sterlina giù

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

I persistenti timori e le incertezze legati alla Brexit hanno messo sotto pressione la sterlina britannica stamattina. La paura è che Londra e Bruxelles non riescano a raggiungere un accordo, con la premier britannica che si intestardisce nella sua posizione, mentre deve far fronte all’ammutinamento del suo partito e all’ostruzione dei capi negoziatori dell’Ue.

Donald Tusk, presidente della Commissione Ue, l’organo esecutivo del blocco, ha detto chiaramente che “il piano di May non funzionerà“. Il secco no al piano dei Chequers, senza una spiegazione coerente apportata peraltro, e l’ammutinamento interno al partito dei conservatori, pesano sulla sterlina, con gli investitori che temono sempre di più uno scenario di ‘no-deal’, ossia di fallimento dei negoziati.

May, che ha negato la possibilità di un secondo referendum come chiedono insistentemente diversi leader europei, è rimasta una donna sola al comando e ha ripetuto il ritornello secondo il quale un ‘no-deal’ è sempre meglio di un cattivo accordo. Secondo May va rispettata la decisione del popolo britannico che a giugno 2016 ha votato per il Leave.

La leader dei Tories ha fatto una dichiarazione ufficiale alle 14.45 ora italiane, le 13.45 ora di Londra, da Downing Street nella quale ribadisce la sua posizione sulla Brexit dicendo che i suoi piani “non cambieranno di un millimetro“, stando a quanto anticipato già prima del suo intervento dalla BBC.

“Qualsiasi accordo che non rispetterà il volere del popolo espresso nel referendum e che finirà per dividere il nostro paese sarà un cattivo accordo“, ha dichiarato May, criticando la proposta ue per il confine irlandese. “Il piano dell’UE stabilisce che l’Irlanda del Nord rimanga nell’unione doganale, che è ancora peggio della nostra proposta e che è un’idea che il Parlamento ha respinto.

Le indiscrezioni stampa della BBC, ancor prima che May aprisse bocca, hanno peggiorato le cose sui mercati per la sterlina, che è scivolata ai minimi di seduta. Mentre May parlava le perdite si sono intensificate e la valuta, che prima era in calo dello 0,6% a quota 1,3183 sul dollaro e del -0,5% sull’euro a 1,1205, cede l’1,2% contro il dollaro e l’1% rispetto all’euro (a 1,1151 euro).

L’indice di Borsa Ftse 100, che solitamente viene favorito da una sterlina debole, guadagna più di 80 punti pieni (1% circa) superando l’area dei 7.450 punti per la prima volta dal 5 settembre.

Brexit, mercati non possono ignorare agguato teso dall’Ue

Connor Campbell di Spread Ex sottolinea che i mercati valutari non possono più ignorare l’agguato teso dai leader europei alla premier britannica Theresa May al summit austriaco di questi giorni, durante il quale il piano del governo inglese è stato di fatto deriso.

Il segretario britannico della Brexit Dominic Raab ha sottolineato che non c’è una “alternativa credibile” sul tavolo da parte dell’UE. Raab ha anche espresso dei dubbi circa la serietà dei capi di governo europei in merito alle trattative. Alla BBC ha dichiarato che da parte Usa “non è sembrato esserci lo stesso approccio da statista tenuto invece da May”.

Secondo May il suo piano è l’unica via percorribile per evitare i problemi che comporterebbe un confine netto alla frontiera tra Irlanda (EIRE) e Irlanda del Nord. In seguito all’addio del Regno Unito dall’Ue, l’Irlanda del Nord diventerà un paese “straniero” all’Ue. L’idea di May è condividere un “libro mastro di regole comuni” per i beni ma non per i servizi.

Il cosiddetto piano dei “Chequers”, però, non piace nemmeno a molti esponenti del suo stesso partito, i quali sostengono che comprometterebbe la sovranità del Regno Unito. Se non convince i Tories e se non è stato accolto con favore dall’Ue, al mercato viene da chiedersi come il piano possa mai essere approvato.

Brexit, May sempre più isolata
Londra 13 settembre: il segretario della Brexit Dominic Raab a Downing Street per la riunione di governo straordinaria convocata dalla premier Theresa May per discutere dei piani in caso di fallimento dei negoziati con l’UE (Dan Kitwood/Getty Images)