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BRASILE: L’ECONOMIA CROLLA, MA LA BORSA RESISTE

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Mentre la moneta brasiliana continua nella sua inesorabile resa nei confronti della valuta americana, portandosi a 3,51 real per un dollaro (contro i 3,305 di martedi’), la borsa di San Paolo gioca la carta della competitivita’.

A meta’ giornata l’indice Bovespa guadagnava il 4,7%. A segnare le migliori performance le azioni delle societa’ esportatrici Cia Vale do Rio Doce, attiva nel campo dei minerali ferrosi, e Aracruz, produttrice di materiale cartaceo. Bene anche il titolo dell’azienda petrolifera Petrobras, controllata dallo Stato.

Secondo trader e analisti si tratta di un movimento logico, dato che la perdita di potere d’acquisto della valuta brasiliana spinge gli investitori locali a ridurre a zero la liquidita’ e le societa’ quotate a sfruttare il vantaggio di prezzi molto competitivi.

Ma cio’ non significa che la situazione all’interno del Paese stia migliorando. Il real ha perso dall’inizio dell’anno il 35%, con gli ultimi 10 giorni che da soli hanno fatto segnare un –16%.

A poco sono serviti gli interventi della Banca Centrale guidata da Arminio Fraga, che continua a comprare real e vendere dollari.

Il mercato internazionale continua ad essere preoccupato per le prossime elezioni presidenziali, che se fossero vinte dal candidato di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva potrebbero mettere in pericolo la volonta’ del Paese di onorare gli interessi su un debito che e’ ormai arrivato a 250 miliardi di dollari.

Le speranze di questi giorni risiedono negli incontri bilaterali tra governo e Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia secondo gli operatori molto difficilmente l’FMI sara’ disposto a concedere nuovi prestiti in questa situazione di incertezza.

Anche la convinzione che gli Stati Uniti non lasceranno fallire un’economia delle dimensioni di quella brasiliana potrebbe rivelarsi una scommessa pericolosa visti gli insegnamenti che il caso argentino ha impartito al mercato.

L’effetto contagio di questa situazione continua a farsi sentire anche nel confinante Uruguay. La svalutazione del peso, la valuta locale, ha gia’ creato infatti effetti destabilizzanti come la crescita dei prezzi all’ingrosso di oltre il 26% dall’inizio dell’anno.