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BORSE USA IN RIALZO, BENE TUTTO L’-HI-TECH

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Seduta positiva per l’azionario a stelle e strisce il giorno dopo la decisione della Fed di tagliare i tassi di un quarto di punto.

A meta’ seduta il Dow si avvicina ai 9.000 punti, mentre il Nasdaq viaggia nettamente sopra i 1.600.

A livello settoriale, acquisti su broker (DJ_SCR), biotech (BTK), compagnie aeree (XAL), Internet (TNX) e semiconduttori (SOX).

Alle 18:00 italiane (le 12:00 ora di New York) al New York Stock Exchange erano stati scambiati 540 milioni di pezzi, mentre al Nasdaq ne erano passati di mano 632 milioni. Al NYSE i titoli in rialzo erano 1.799, contro 1.317 in ribasso, mentre al Nasdaq il rapporto era di 1.675 a 1.144. I nuovi massimi al NYSE erano 44, contro 6 nuovi minimi, mentre al Nasdaq il rapporto era di 82 a 13. L’indice della volatilita’ implicita VIX segnava un ribasso del 5,43%, a 21,93 punti. Al mercato dei Treasury, il rendimento sulla scadenza a 10 anni (TNX), benchmark della categoria, si attestava al 3,48%, mentre quello sulla scadenza a 2 anni era all’1,38% (si e’ quindi riportato sopra il tasso sui Fed Fund). Ricordiamo che lo yield segue un andamento inverso rispetto ai prezzi.

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I primi effetti della decisione del FOMC di abbassare di un quarto di punto il target sui Fed Fund sono stati il forte recupero del dollaro nei confronti dell’euro e il calo dei prezzi dei Treasury.

Trainata dal cauto ottimismo sulle prospettive dell’economia espresso da Greenspan, la valuta statunitense e’ tornata sopra quota 1,15, toccando un massimo di 1,1422.

Il rendimento sui Treasury a 10 anni (TNX – CBOT) ha recuperato oltre 20 punti base, passando dai minimi di 3,203% di ieri a un massimo odierno di 3,499%.

“Il comparto obbligazionario era da tempo in ipercomprato – dice a Wall Street Italia Matt Tonelli, capo della divisione US Index Derivatives di Mako Financial Markets – e un sell-off era sicuramente prevedibile. A dare il via libera agli investitori sono state le dichiarazioni incoraggianti della Fed, che non sembra incline a nuovi interventi nel breve. Da segnalare inoltre che la scadenza decennale e quella trentennale viaggiano su livelli di supporto chiave che se rotti potrebbero aprire la strada a forti ribassi”.

Nuove indicazioni sull’andamento della congiuntura americana sono arrivate prima dell’apertura delle contrattazioni odierne, con il dato definitivo sul Pil del primo trimestre e le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione.

Il primo indicatore ha deluso le attese, scendendo a +1,4% dal precedente +1,9%. Migliori delle previsioni, invece, i numeri sui sussidi: il dato settimanale e’ sceso a 404.000 unita’ (i minimi dalla fine di marzo) contro le 415.000 stimate, mentre la media mobile a quattro settimane e’ diminuita di 5.250 unita’, a quota 428.250. Il fatto che gli indicatori non riescano a scendere sotto le 400.000 unita’ (demarcazione tra un settore in recessione e uno in espansione) indica pero’ che il mercato del lavoro rimane debole.

Alle 20:15 italiane saranno pubblicate le minute della riunione del FOMC. Da esse gli operatori tenteranno di capire meglio le strategie e gli obiettivi della banca centrale.

Per quanto riguarda i profitti delle aziende, unica trimestrale di rilievo in calendario oggi e’ quella del colosso dell’abbigliamento sportivo Nike (NKE – Nyse), che sara’ pubblicata dopo la chiusura degli scambi.

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