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Borse Ue in rialzo trainate dai bancari. Su anche i futures Usa

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Prosegue positiva la performance delle borse europee, con gli investitori che guardano con ottimismo nella giornata di oggi ad alcune indicazioni arrivate dal fronte degli utili. In rialzo, nell’attesa di alcuni dati economici – come quello della fiducia dei consumatori – che saranno pubblicati nel corso della giornata, anche i futures sugli indici americani.

A tre ore e mezzo circa dall’inizio delle contrattazioni a Wall Street, i contratti sul Dow Jones salgono di 37 punti, quelli sul Nasdaq avanzano di 7,50 punti e quelli sullo S&P 500 crescono di 4,60 punti.

Tornando all’Europa, protagonisti oggi soprattutto i risultati trimestrali di Ubs e Deutsche Bank , che hanno sorpreso positivamente i mercati scatenando gli acquisti sui titoli bancari e permettendo alle piazze finanziarie del Vecchio Continente di salire al massimo delle ultime cinque settimane.

In particolare, nel secondo trimestre dell’anno, Ubs ha messo a segno un utile netto di 2,01 miliardi di franchi. Nello stesso periodo del 2009 Ubs aveva registrato una perdita di 1,4 miliardi. Il dato, riferisce Bloomberg, e’ superiore alle stime degli analisti che si attendevano un profitto di 1,12 miliardi. Il risultato migliore del previsto e’ da attribuire in gran parte all’andamento piu’ favorevole delle attese registrato dal segmento investment banking.

Riguardo a Deutsche Bank, nel secondo trimestre 2010 l’istituto ha registrato un utile netto di 1,2 miliardi, in progresso del 9% rispetto agli 1,1 mld del 2009 e al di sopra delle stime del consensus. I ricavi netti sono stati inoltre pari a 7,2 miliardi, gli utili prima delle tasse di 1,5 miliardi, il 16% in piu’ rispetto al primo trimestre dell’anno.

La notizia sembra essere apprezzata soprattutto a Piazza Affari, dove il Ftse Mib e l’All Share salgono alle 12 circa ora italiana rispettivamente dell’1,65% e dell’1,49%: qui i titoli bancari sovraperfomano infatti, alcuni casi, rispetto al settore bancario europeo, che vede l’indice di settore registrare un balzo del 3,39%. Brillano infatti Unicredit, Intesa San Paolo e Mps. Rialzi anche per la Popolare di Milano Ubi Banca e il Banco Popolare.

Intanto, riguardo alle altre piazze finanziarie, Francoforte segna un incremento dello 0,35%, Parigi avanza dello 0,77% mentre Amsterdam guadagna lo 0,51%. Bruxelles fa + 1,08% e Londra mette a segno un rialzo dello 0,56%.

Volgendo l’attenzione al mercato valutario, l’euro si è riaffacciato nelle contrattazioni asiatiche sopra 1,30 dollari (per poi tornare però sotto tale livello). A sostenere il rialzo della moneta unica è stato il ritorno della propensione al rischio che di fatto diminuisce gli acquisti difensivi sul dollaro.

Sembrano essersi attenuati infatti i timori per il deterioramento delle prospettive economiche, dopo i dati di ieri sul mercato immoboliare statunitense e l’innalzamento della guidance del colosso delle spedizioni, FedEx, considerato termometro dell’economia internazionale. Queste stesse indicazioni hanno permesso a Wall Street di terminare la seduta in territorio positivo.

Sugli altri mercati, sottotono i prezzi del petrolio dopo il recupero di ieri con le quotazioni che si muovono sul filo dei 79 dollari al barile.

Intanto, tornando a Piazza Affari, occhio anche a Fiat che si allinea allo stoxx auto di Eurolandia. Vede rosso Luxottica, nonostante ieri abbia annunciato un secondo trimestre come miglior periodo della storia del Gruppo. Lo ha annunciato la società con una nota sottolineando che per la prima volta, il fatturato ha sfiorato gli 1,6 miliardi di euro e l’utile netto ha raggiunto i 150.

A due velocità i petroliferi, freccia rossa per Terna che ha visto salire l’utile netto nel primo semestre. Al palo A2A. Ieri Giuseppe Sala, consigliere di A2A, ha annunciato: “Rimango in consiglio se me lo chiedono, comunque le mie dimissioni sono già sul tavolo”.

Sul completo, crolla Dada dopo che ieri ha annunciato un rosso nei primi sei mesi dell’anno rispetto all’utile di di un anno fa. In rialzo A.S. Roma dopo aver concluso l’accordo tra la famiglia Sensi e Unicredit per la risoluzione del debito di Italpetroli.