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BORSE SENZA BUSSOLA INVESTITORI IN STALLO

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(WSI) – La settimana appena finita è stata per i mercati la migliore da inizio anno. Con momenti anche francamente emozionanti, segnati da rialzi di oltre il 3 per cento nel giro di una sola seduta, cosa di cui si era quasi persa la memoria. Dopo quasi novanta giorni le Borse hanno chiuso con dei significativi progressi. Poca cosa rispetto al molto che è stato perso dall´inizio dell´anno, ma forse un segno che qualcosa sta cambiando. Al punto che alcuni si sono affrettati a suonare la grancassa e a dire che la crisi dei mercati era ormai finita e che finalmente si poteva cominciare a guardare avanti, cioè a quello che si poteva comperare.


Ma la situazione non è affatto così chiara. Rimangono dei dubbi. E il più importante è certamente questo: siamo di fronte solo alla voglia di fare un po´ di performance da parte dei gestori dei patrimoni (per avere un dato a fine trimestre meno brutto, e quindi vedere i clienti che sorridono) oppure si tratta di una vera inversione dei mercati? Due i partiti che si confrontano su questo tema, e ognuno con buoni argomenti.

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Gli ottimisti elencano una serie di elementi positivi:

a – Il primo è la mossa della Federal Reserve sulla banca Bear Sterns, alla quale è stato impedito di esplodere e che è stata «accasata» presso una banca più seria e meno avventurosa. La cosa ha reso tutti molto più tranquilli.

b – Poi, c´è il fatto che la caduta del prezzo degli immobili in America ha già fatto vedere una battuta d´arresto. La slavina dei prezzi, forse, è entrata in una nuova fase, meno rovinosa per chi ha finanziato gli acquisti di case, cioè per le banche.

c – L´arrivo, a maggio, degli incentivi fiscali in America è ormai vicino (mancano solo poche settimane). E, visto che i mercati tendono ad anticipare…

d – Tiene sempre campo l´idea che la crisi sarà violenta (c´è anche chi non crede nemmeno a questo), ma veloce perché il Pil mondiale è ancora stimato a +4 e pertanto le nuove locomotive dei Bric (Brasile, Russia, India e Cina) ci faranno presto uscire da una crisi che è più finanziaria che industriale.

e – Le aziende di tutto il mondo (tranne quelle del private equity) sono poco indebitate per cui soffriranno relativamente poco a causa dell´attuale crisi (e scarsità) del credito;

f – La liquidità è sempre enorme e russi, arabi, cinesi e indiani, con davanti a tutti i sovereign funds, sono pronti a rientrare sul mercato degli acquisti quando i prezzi degli assets avranno raggiunto i loro presunti minimi, che potrebbero non essere lontani, a questo punto.

g – Le materie prime ai massimi sono una chiara dimostrazione del fatto che l´economia c´è e è forte.

h – Gli ordini ultradecennali per aerei, navi, noli, piattaforme petrolifere, ecc. dimostrano che molti settori continueranno a tirare ancora per molto tempo.

Come si vede, si tratta di un elenco piuttosto lungo di buone ragioni. Ma ci sono anche i pessimisti, che a loro volta hanno un elenco di fatti e idee da sottoporre alla meditazione collettiva:

a – Il rimbalzo tecnico a cui abbiamo assistito questa settimana è tipico del bear market (dei mercati al ribasso), ma durerà poco.

b – I gestori, specie di hedge funds, da una parte non possono perdere totalmente la faccia, e dall´altra si ricoprono dalle tante posizioni short, facendo rimbalzare i listini.

c – L´economia americana sta andando in negativo (il primo trimestre chiuderà sotto lo zero) per cui la recessione è ormai prossima (se anche il secondo trimestre sarà negativo) e influenzerà di sicuro (e non in positivo) l´umore dei mercati.


c – Le banche sono ancora piene di «robaccia» perché, sistemata in qualche modo la faccenda dei sub-prime, ora devono fare i conti con tutte le operazioni a leva di private equity, hedge funds, cartolarizzazioni di crediti al consumo, carte di credito ecc.

d – Molti degli asset restano sopravvalutati e ci vorrà molto per un loro ritorno a valori corretti e quindi i mercati continue ranno a scendere.

e – I consumi non riprenderanno tanto presto perché le classi medie e basse di tutto il mondo occidentale sono state fortemente colpite ed il recupero sarà lentissimo. Non e’ solo una questione di soldi, si tratta anche di fiducia. E di propensione a investire.

f – L´inflazione in crescita morde per tutti e questo distruggerà ulteriormente la già scremata ricchezza esistente.

Questi sono i due scenari che oggi si fronteggiano sui mercati. Ognuno di essi è fatto di elementi concreti e forti. Decidere chi abbia ragione o torto non è facile e forse non è nemmeno possibile. Anche perché molto dipenderà dalla qualità e dalla quantità dello «sporco» che c´è ancora sotto i tappeti dell´Alta Finanza.

Quindi la conclusione a cui si arriva è quella già nota da tempo: è troppo tardi per uscire dai mercati, ma è ancora troppo presto per rientrare. Insomma, meglio stare alla finestra ancora per un po´.

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