Nell’anno dei record di Wall Street, la regina della Borse mondiali è Atene. Il listino all’ombra del Partenone vale appena 18,55 miliardi di euro, ma con un rialzo del 50,1% da inizio anno è stato il migliore del mondo, salvo sorprese dell’ultimo momento. Seguono Buenos Aires (+37,6%) e il Nasdaq di New York (+35,74%), Bucarest (+34,74%), Shenzhen (+33,92%) e Wellington (+31,67%).
In Europa, dopo la piazza sotto al Partenone c’è Bucarest (+34,74%), mentre Milano (Ftse Mib +30,4%) è la seconda nell’Eurozona. Dietro ci sono Parigi (+27,62%), Zurigo (+27,3%), Francoforte (+26,31%) ed Amsterdam
(+25,24%).
Poi vengono il Dow Jones (+22,8%), Shanghai (+20,5%) e Tokyo (+19,1%). Londra, ormai nel limbo della Brexit, è ferma al +13,63% e Madrid la segue a ruota (+13,59%).
Complessivamente il listino principale di Borsa Italiana ha raggiunto quota 651 miliardi di capitalizzazione. Il peso dei listini azionari sale così al 36,8% del Pil, dal 33,5% dello scorso anno. Per salire sopra al 40% bisogna tornare al 2007, quando con 731 miliardi valeva il 47,8% del Pil, per precipitare poi con 372 miliardi al 25% l’anno successivo, in piena crisi.
Per trovare valori superiori al 40% bisogna tornare fino al 2007, quando l’insieme delle azioni quotate valeva il 47,8% del Pil, per precipitare poi al 25% l’anno successivo. Nel 2000 invece la capitalizzazione totale della Borsa di Milano valeva il 70% del Pil italiano.
“Il 2019 è stato un anno molto positivo per Borsa Italiana che con 41 nuove ammissioni e 35 Ipo segna il secondo miglior risultato dopo il record del 2000”, ha commentato l’amministratore delegato di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi nell’ultimo giorno di contrattazioni del listino. “Nel 2019 – ha spiegato – abbiamo continuato a lavorare per contribuire allo sviluppo delle aziende italiane e alla loro crescita”.
Nel 2019 Intesa Sanpaolo si conferma l’azione più scambiata a Piazza Affari sia per controvalore, con un totale di 61,4 miliardi di euro (71 miliardi lo scorso anno), sia in termini di contratti, pari a circa 4 milioni (da ‘piu’ di 4 milionì nel 2018.
Tra gli altri indici della Borsa Italiana, Ftse All Share ha registrato un +28,9%, il Ftse Italia Mid Cap un +19,3% e il Ftse Italia Small Cap un +27,8%. Gli scambi di azioni, precisa una nota, sono ‘sostanzialmente stabili’ e ‘hanno raggiunto una media giornaliera di 2,2 miliardi di euro con 256mila contratti.
Complessivamente sono stati scambiati oltre 64 milioni di contratti e un controvalore di oltre 544 miliardi’. Borsa Italia segnala poi la ‘consistente crescita degli scambi di azioni sul mercato Aim: volumi in aumento del 19,6%, con la media giornaliera degli scambi passata da 9,7 a 11,6 milioni di euro e del 56,3% con la media giornaliera dei contratti passata da 2.032 a oltre 3.100.
A piazza Affari hanno debuttato 41 nuove Ipo
Nell’anno in corso, in totale Piazza Affari ha dato il via libera a 41 nuove società ma poi qualcuno ha rinunciato, come Rcf (impianti audio) e Ferretti (yacht di lusso), le cui quotazioni sono saltate entrambe lo scorso 17 ottobre a causa di situazioni difficili di mercato.
In ogni caso le società dei listini di Borsa Italiana hanno raggiunto il record di 375 titoli. Di questi 241 sono nel mercato principale (Mta) e 133 in Aim, il mercato alternativo dei capitali. Gli occhi ora sono puntati sul 2020, dove si attende il debutto di almeno 7 società. Tra queste, Gvs, attiva nei filtri medicali, Epta (refrigerazione) e Sia (pagamenti elettronici), in procinto di fondersi con Nexi, a sua volta ammessa in Borsa lo scorso 16 aprile.
Seguono Agos (credito al consumo), Prelios, revocata nel 2018 e pronta al rientro, Adler (componentistica per i trasporti), partecipata dal Fsi e Giochi Preziosi, multinazionale da tempo indicata come possibile matricola di Borsa.