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Borse in picchiata: i motivi della flessione, sta cambiando il sentiment

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Dopo l’apertura negativa delle borse Usa sui listini internazionali proseguono le prese di beneficio. E’ la terza seduta consecutiva caratterizzata dalle vendite. Tra le più penalizzate spicca Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che lascia sul terreno il 4,45%. A Francoforte l’indice Dax arretra del 3,5% mentre a Parigi l’indice Cac 40 segna un rosso del 3,82%.
Dall’altra parte dell’oceano l’indice S&P 500 arretra del 2,6% mentre il Nasdaq limita la flessione ad un -1,60%.

Secondo Paul O’Connor, responsabile del multi-asset team di Janus Henderson Investors “le azioni stanno subendo sell-off nonostante la riunione di ieri della Fed, e comunque non a causa della Fed.
Il sentiment del mercato è salito di pari passo con il recente rally dell’azionario e, al momento, alcune forme di attività speculativa appaiono tra le più alte che si siano viste da anni. Questa settimana è iniziata con una serie di indicatori tattici chiave che avvertivano che il sentiment del mercato azionario si stava surriscaldando, evidenziando che gli investitori sul fronte dell’equity stanno pattinando su un ghiaccio sempre più sottile”.

Fattori tecnici favoriscono le vendite

“I prezzi di oggi – prosegue O’Connor – confermano il nostro sospetto, ovvero l’idea che i mercati azionari abbiano già prezzato molte delle buone notizie sul fronte politico. L’impennata dei titoli ciclici delle ultime settimane suggerisce che anche gli scenari più costruttivi sulla prospettiva economica sono stati presi in considerazione nell’azionario globale.
Se da un lato, in una certa misura, ciò riflette un emergente cambiamento ottimistico del consensus sul coronavirus, dall’altro le opinioni in questo caso rimangono fragili e potrebbero rapidamente spostarsi molto in entrambe le direzioni”.

Listini temono una ripresa dei contagi

I pareri predominanti sulla pandemia di Covid-19 sono migliorati negli ultimi mesi, ma secondo l’esperto di Janus Henderson Investors è meglio essere ancora cauti considerando che i tassi di contagi in molti Paesi degli Stati Uniti continuano a salire. Il Texas ha registrato ieri 2.504 nuovi casi (la variazione giornaliera più elevata da quando è iniziata la pandemia).
Il sentiment degli investitori sul coronavirus sembra poter determinare il prossimo grande movimento dei mercati e se il recente pullback sia solo una parentesi o l’inizio di un arretramento più consistente.

In rosso anche le materie prime, in controtendenza l’oro

Da Mps Capital Service fanno notare inoltre che il clima negativo sui mercati oggi sta portando a vendite generalizzate sulle principali materie prime, ed in particolare sui comparti energetici e dei metalli industriali.
Le quotazioni del Brent, che ieri erano riuscite a rimbalzare nonostante il forte rialzo delle scorte, è tornato nuovamente a scambiare in prossimità del supporto a 40 dollari, livello che negli ultimi giorni ha arginato le fasi di calo.
Il clima negativo ed il calo dei tassi reali USA fa brillare invece i preziosi, con l’oro tornato in prossimità dei 1750 dollari all’oncia