Mercati

Borse e materie prime: come è andato il mese di gennaio 2025

Il primo mese del 2025 è volto al termine ed è tempo di fare bilanci. Tanti sono gli eventi che hanno caratterizzato i primi 30 giorni dell’anno e tra questi sicuramente l’elezione del nuovo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, è quella più importante. A pochi giorni dal suo insediamento ufficiale, il 47esimo presidente ha dato seguito alle promesse fatte in campagna elettorale e proprio oggi ha annunciato nuovi dazi in vigore dal 1° febbraio.

Nei giorni scorsi poi ci sono state le prime riunioni delle banche centrali, Federal Reserve da una parte e Bce dall’altra. Ma, considerando tutti questi eventi, come sono andati i mercati azionari e le materie prime nel mese di gennaio?

Listini: Usa vs Ue. Chi vince?

Volgendo lo sguardo ai mercati, a Milano l’indice FTSE MIB segna da inizio anno un rialzo del 6,6%, con una variazione del 18,5 per cento negli ultimi 12 mesi, come rende noto un report redatto da MPS Capital Services. Il DAX segna il 9,1% con una variazione del 28,5% negli ultimi 12 mesi.
Oltreoceano il Nasdaq è stato segnato nel mese di gennaio da un forte ribasso causato dal terremoto innescato da DeepSeek, l’app cinese di intelligenza artificiale che promette di sbaragliare la concorrenza, mandando in tilt i rivali occidentali. L’indice che traccia il movimento delle azioni di 100 delle maggiori società a grande capitalizzazione del mondo, segna una variazione da inizio anno al 2,4% e una variazione annua del 26%, mentre l’indice S&P500 segna lo 0,5% con un progresso a 12 mesi del 25,3%.

A prima occhiata si nota come i listini europei confermano la maggiore forza relativa da inizio anno contro gli indici a stelle e strisce. Nel dettaglio sono positivi tutti i settori dello Stoxx 600 con quelli legati a materie prime, media e infrastrutture a guidare il movimento, favoriti anche dalla buona accoglienza di alcune trimestrali, Nokia e Shell in testa.

Boom per le materie prime: Brent soffre

Il mese di gennaio è da incorniciare anche per le materie prime con l’oro che nella giornata di oggi tocca nuovi massimi e in generale  l’indice Bloomberg di comparto sui metalli preziosi si è portato sui massimi del 2025. Andando nel dettaglio l’oro si trova in prossimità dei massimi storici a 2.800 dollari all’oncia, registrando una variazione da inizio anno del 7% e del 38% negli ultimi dodici mesi.
In salita nel comparto materie prime anche l’argento (+2,4%), platino (+2,2%) e palladio (+2,6%).

Anche il Brent è in rialzo arrivando a segnare 76,9 dollari, con un incremento pari allo 0,40% rispetto al dato precedente e una variazione da inizio anno del 3,3 per cento. La variazione rispetto ai 12 mesi precedenti però è negativa e segna -5,6%. A pesare le tensioni geopolitiche e l’annuncio qualche settimana fa da parte del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti di ampie sanzioni contro l’industria petrolifera russa.

Le sanzioni riguardano le compagnie petrolifere russe Gazprom Neft e Surgutneftegas e le loro filiali, oltre 180 petroliere e più di una dozzina di funzionari e dirigenti del settore energetico russo. Tra i dirigenti sanzionati c’è l’amministratore delegato di Gazprom Neft Aleksandr Valeryevich Dyukov. Secondo il Dipartimento del Tesoro, le navi sanzionate sono per lo più petroliere che fanno parte della “flotta ombra” russa che ha eluso le sanzioni esistenti sulle esportazioni energetiche del Paese. “Gli Stati Uniti stanno adottando un’azione radicale contro la principale fonte di reddito della Russia per finanziare la sua guerra brutale e illegale contro l’Ucraina”, ha dichiarato il Segretario al Tesoro Janet Yellen in un comunicato.