Società

BORSA & MERCATI: ALTRI 5 ANNI DI SOFFERENZA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – La crisi sarà lunga, almeno cinque anni, e profonda. Per difendersi, e anche guadagnare, bisogna scommettere sul ribasso degli indici azionari e rifugiarsi nell’oro. Lo raccomanda David Tice, gestore del Prudent bear fund, un fondo Orso quotato al Nasdaq (BEARX) che usa future e opzioni per approfittare del calo delle quotazioni. Dall’11 ottobre 2007 — massimo storico dell’indice Dow Jones — la sua performance è stata del 10% contro il -10% dello stesso Djia. Dal suo ufficio a Dallas, Texas, Tice spiega la sua strategia.

Allora il peggio deve ancora venire?
«Certo. Wall Street è scesa poco finora: solo il 6% da inizio 2008 e il 7% nell’ultimo anno. Troppo poco per la più grande catastrofe nella storia del mercato creditizio».

L’attuale crisi è peggiore delle precedenti, per esempio di quella del ’98 (default dei bond russi e collasso dell’hedge fund Ltcm) o del 2000-2001, sboom della Bolla di Internet?
«Non c’è dubbio. Questa volta è un intero sistema, quello della finanza strutturata, ad essere crollato. Il mercato ha perso la fiducia in importanti business come l’assicurazione dei bond, basti vedere il crollo del leader di questo settore, Mbia. In generale tutti gli affari e i titoli basati sui mutui immobiliari sono a rischio».

Non e’ un mercato per vedove e orfani. E non e’ un mercato per news gratuite. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER

La fiducia è un fattore psicologico: quanto pesa sull’economia reale?
«È un indicatore importante. L’indice della fiducia dei consumatori americani è al minimo degli ultimi 18 anni, perché il loro benessere dipende molto dal valore delle case: il prezzo mediano di una casa in California è crollato da 600 a 400 mila dollari, e questo significa che i proprietari non potranno più rifinanziarsi, come hanno fatto negli ultimi dieci anni per migliaia di miliardi di dollari. Il rifinanziamento è un meccanismo per cui, aumentando il prezzo della tua casa, tu la metti in pegno per avere in prestito soldi che usi per altre spese, e lo puoi fare più volte, fino a quando le quotazioni immobiliari salgono. Ora il gioco si è rotto e i consumatori freneranno gli acquisti di automobili, computer, televisori, di tutti i beni non indispensabili».

Ma molte multinazionali Usa hanno appena dichiarato profitti ottimi per il primo trimestre 2008, come Ibm, Google, McDonald’s. Non è una smentita delle previsioni più nere?
«Ibm ha una buona parte del fatturato all’estero; Google ha un business unico; McDonald’s sta andando bene perché gli americani invece di mangiare costose bistecche risparmiano con gli hamburger. In realtà circa un terzo delle 500 aziende dell’indice S&P che hanno finora pubblicato i risultati del primo trimestre hanno deluso le aspettative degli analisti, è un tasso di sorprese negative molto alto».

Le esportazioni, facilitate dal dollaro debole, potranno aiutare i profitti non solo di Ibm ma anche delle altre società più presenti all’estero, o no?
«Forse l’export americano andrà bene ancora per qualche mese. Ma questa crisi è un fenomeno globale. Lo ha appena denunciato il Fondo monetario internazionale. Ci sono bolle immobiliari anche in Irlanda, Spagna e altri Paesi. La Borsa cinese è scesa del 45% dai massimi di pochi mesi fa. Quindi anche la domanda mondiale rallenterà».

E l’arrivo a casa degli americani degli assegni dello «stimolo economico», previsto per maggio, non avrà effetti positivi?
«Quando la Casa Bianca e il Congresso hanno varato quel provvedimento, lo scorso gennaio, il petrolio costava 88 dollari, ora è vicino a quota 120: il rincaro si è mangiato una bella fetta dei 110 miliardi di dollari circa che dovrebbero finire nelle tasche dei consumatori».

Non si salva alcun settore o titolo di Wall Street?
«Con il Bear fund stiamo scommettendo al ribasso su parecchi titoli e indici, in particolare dei settori della finanza, della tecnologia e dei consumi non di base. L’unico comparto su cui siamo positivi è quello delle compagnie minerarie aurifere».

Ma non c’è anche una bolla dell’oro, con i prezzi così alti?
«Forse c’è qualche sacca di speculazione su alcune materie prime. Ma con il governatore della Banca centrale Usa Bernanke soprannominato Elicottero-Ben per la sua prontezza nel salvare tutti, mentre la fiducia del mercato verso il sistema finanziario è ai minimi, l’oro è il miglior rifugio».

Quanto durerà questa crisi?
«A lungo, almeno cinque anni».

Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved

parla di questo articolo nel Forum di WSI