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Borsa Milano recupera sul finale, Ftse Mib +0,54%

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MILANO (WSI) – Chiusura positiva per i principali listini del Vecchio Continente. Milano, dopo la frenata di giovedì, archivia la seduta con un rialzo dello 0,54% a 20.450 punti con lo spread tra Btp decennali e bund tedeschi che chiude a quota 156 con un rendimento del 2,45%.

Rialzi più contenuti per gli altri listini: Francoforte +0,08%, Parigi +0,34%, Londra +0,20%, Madrid +0,06% e Zurigo +0,43%, mentre sul fronte macroeconomico nell’area euro l’indice del prezzo al consumo è cresciuto dello 0,03% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e contro +0,4% registrato a luglio. Una conferma di una dinamica negativa (l’Italia continua a fare i conti con la deflazione) che, al momento, non sembra far scattare quel piano di acquisti di titoli di Stato su cui sta lavorando la Bce. La prossima settimana focus appunt sulla Banca centrale europea – che si riunisce giovedì – soprattutto alla luce dei dati odierni su sulla disoccupazione a luglio e la deflazione di agosto.

A Piazza Affari bene il comparto del lusso con Salvatore Ferragamo che conquista la maglia rosa a 22,37 euro (+8,49%) all’indomani della diffusione dei dati del semestre, seguono UnipolSai +1,70%, Saipem +1,52%, Tod’s +1,51% e e tonica anche Luxottica che ha guadagnato l’1,49% a 40,65 euro in attesa del Cda di lunedì che sancirà l’addio all’Ad Andrea Guerra, da dieci anni alla guida dell’azienda di occhialeria. Bene il comparto bancario con gli acquisti che si concentrano su Banco Popolare +1,28%, Bpm +1,09% e Mps +0,98%; debole Intesa Sanpaolo a 2,264 euro (+0,09%), Unicredit +0,08% a 5,89, Ubi banca -0,08%. Cali più sostenuti per Bper -0,55% e Mediobanca a 6,65 euro -1,04%.

Fiat ha chiuso sulla parità a 7,44 euro, sui minimi di giornata: il Lingotto ha comunicato che il limite di 500 milioni per il diritto di recesso non sarà raggiunto. Strada dunque spianata per la fusione con Chrysler e per Wall Street. I timori circa un esercizio del diritto di recesso superiore a quella soglia avevano affossato il titolo nelle scorse sedute. Exor segna +0,70% a 30,28 euro dopo i dati del semestre, Cnh Industrial cede invece l’1,05% a 6,61. Maglia nera del Ftse Mib per Mediaset che lascia sul terreno l’1,07% a 3,138 euro.

In lieve rialzo Telecom (+0,17%) all’indomani della decisione di Vivendi di trattare in esclusiva con Telefonica per Gvt e dopo che ieri sera la società ha spiegato che in Brasile continuerà a perseguire i piani di sviluppo e d’investimento, coerentemente con il piano industriale.

Sul fronte dei cambi, un euro vale 1,3188 dollari (1,3176 ieri) e 136,64 yen (136,74) mentre la parita’ fra dollaro e yen e’ fissata a 103,79 (103,77). Il petrolio Wti sale dello 0,22% a 94,76 dollari.

Dati macro

Delusione per il mercato del lavoro italiano. A luglio il tasso di disoccupazione – secondo i dati dell’Istat – si e’ attestato al 12,6%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a giugno e di 0,5 punti nei dodici mesi, e torna ai livelli di maggio, vicina al massimo storico di 12,7%.

Disoccupazione stabile a luglio nell’area euro. Il tasso dei senza lavoro, secondo i dati diffusi da Eurostat, si attesta all’11,5%, invariato rispetto al mese precedente ma in miglioramento rispetto al luglio del 2013 quando era all’11,9%. Eurostat stima che nell’area euro i disoccupati ammontano a 18,4 milioni, in calo di 725 mila unità rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Eurostat rileva che il tasso di disoccupazione è aumentato solo in tre paesi, Italia, Finlandia e Lussemburgo, nell’Europa a 28 mentre è sceso in ben 22 paesi su base annuale in particolare in Ungheria con un tasso all’8,1% dal 10,4% e in Portogallo dal 16,3% al 14%.

Nuova gelata sui prezzi nell’area euro. Ad agosto secondo la stime di Eurostat l’indice dei prezzi al consumo su base annuale scende a un +0,3% rispetto allo 0,4% del mese precedente. La nuova frenata è determinata dal segmento dell’energia che registra una variazione annua negativa del 2% rispetto al -1% di luglio. I dati saranno al centro della riunione sulla politica monetaria della Bce la prossima settimana, e alimenteranno il dibattito sulla necessità o meno che l’istituto di Francoforte acceleri sulle azioni per combattere il rischio deflazione.

Gli investitori continuano a seguire con attenzione la crisi ucraina, dopo che il presidente ucraino ha dichiarato che le truppe di Mosca sono entrate nel suo Paese a sostegno dei ribelli filorussi che hanno conquistato un’importante città costiera.

Nuovo segnale negativo per l’economia tedesca. Le vendite al dettaglio in Germania sono diminuite a luglio dell’1,4% rispetto al mese precedente portando il dato tendenziale annuo a +1,0%. Rivisto al ribasso anche il dato delle vendite di giugno a +1,0% dal +1,3% della prima stima.

Chiusura negativa alla borsa di Tokyo sulla scia delle nuove tensioni nel conflitto tra Russia e Ucraina. L’indice Nikkei-225 ha terminato la seduta in flessione dello 0,23% a 15.424 punti.

Una serie di dati macro è arrivata oggi dal Giappone: a luglio le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,5% su base tendenziale. Lo ha reso noto il ministero dell’Economia giapponese. Il dato e’ in miglioramento rispetto al risultato registrato a giugno quando le vendite al dettaglio erano diminuite dello 0,5%.

Frena intanto l’inflazione: secondo i dati comunicati oggi dal ministero dell’Economia giapponese, infatti, il tasso di inflazione nazionale e’ sceso al 3,4% rispetto al 3,6% di giugno. Su base mensile invece la variazione e’ risultata nulla. L’inflazione ‘core’ si e’ attestata al +3,3%, invariata rispetto a giugno.

Infine, il tasso di disoccupazione che lo scorso luglio si e’ fermato al 3,8% a fronte del 3,7% registrato nel precedente mese di giugno. Lo ha reso noto oggi il ministero dell’Economia giapponese. Il dato risulta leggermente piu’ alto delle attese di mercato che indicavano un tasso di disoccupazione al 3,7% nello scorso luglio.

Sul mercato dei cambi, euro in calo a 1,3170 dollari dopo essersi riportato sopra 1,32 alla vigilia. Contro lo yen la moneta unica passa di mano a 136,72.

Petrolio in rialzo durante le contrattazioni in Asia a 94,66 dollari per il barile Wti e a 102,70 dollari per il Brent.