MILANO (WSI) – Nessun effetto Angela Merkel sui mercati europei. La cancelliera tedesca ha segnato una vittoria storica, con il proprio partito che ha superato la soglia del 40% dei consensi, per la prima volta in 20 anni, con il 41,5% dei voti. L’indice FTSE Mib ha chiuso in calo dello 0,32% a 17.913 punti, l’AllShare ha ceduto lo 0,48%. Volumi per un controvalore di 1,66 miliardi di euro. Deboli anche le borse europee, dove l’indice benchmark europeo FTSEurofirst ha segnato -0,535.
Tra i titoli male Eni, che cede -lo 0,4%. Telecom Italia al centro dei riflettori nel giorno in cui Intesa ha convocato il consiglio di gestione anche sul dossier del gruppo Tlc. Il titolo ha chiuso in rialzo del 3,42% a 0,59 euro. Forti gli scambi nell’ultima ora di trattative mentre per il resto della giornata Telecom in Borsa non aveva registrato grandi oscillazioni: in totale sono passate di mano 203 milioni di azioni, contro una media quotidiana dell’ultimo mese di Borsa di 142 milioni di ‘pezzi’.
Sugli scudi Finmeccanica (+4,2%) dopo che la società ha confermato ai sindacati le trattative con Doosan su Ansaldo Energia. In rialzo anche la controllata Ansaldo Sts (+1,2%): Finmeccanica ha parlato di negoziati per la cessione del settore ferroviario a gruppi manufatturieri esteri. Positivi i bancari, in controtendenza con lo stoxx europeo di settore (-0,88%). Mps registra il balzo più consistente (+1,64%) in vista del Cda di domani, chiamato ad approvare un nuovo piano industriale. Il titolo non reagisce all’annuncio venerdì scorso che la banca non pagherà le cedole di settembre per tre titoli preferred. “Penso che l’annuncio fosse già scontato dal mercato”, sottolinea un trader. Azimut cede l’1,93% nel giorno in cui entra nell’indice Stoox 600 al posto di Pop Milano (+0,48%). Un trader spiega che “il titolo era stato oggetto di flussi in acquisto prima e ora si vende”.
Tornando alla Merkel, la CDU non è riuscito a ottenere però la maggioranza assoluta: di conseguenza si prevede un governo di larghe intese, con i socialdemocratici del Spd, secondo partito del Paese, con il 25,7%. Fuori il nuovo movimento anti-euro, Alternative für Deutscheland (Afp), che ha raccolto il 4,7% dei consensi, poco meno del 5%, la soglia per entrare nella camera bassa del Parlamento.
Azionario europeo in generale incerto. “Le elezioni hanno confermato una forte vittoria per la cancelliera, tuttavia si è creata anche una situazione di instabilità – ha commentato in una intervista a Bloomberg Michael Woischneck, che gestisce l’azionario presso la società tedesca, con sede a Dusseldorf, Lampe Asset Managament – La grande sorpresa è stata la disfatta dei liberali, che sono usciti dalla Camera Bassa, e il risultato è che non sarà facile per Merkel formare una coalizione di governo, visto che il Partito socialdemocratico sembra molto riluttante (a formare una allenza). Le trattative tra le controparti potrebbe non essere così semplice come si spera, e il tutto potrebbe innervosire i mercati”.
Lo Stoxx 600 ha messo a segno intanto dall’inizio di settembre un guadagno +5,4%, il più sostenuto in quasi due anni. L’indice ha concluso la sua terza settimana consecutiva di guadagni, portando i rialzi del 2013 a +12%, dopo che la Federal Reserve ha sorpreso i mercati con la decisione di non annunciare, per ora, alcuna manovra di tapering, dunque nessuna riduzione negli acquisti di Treasuries e titoli legati ai mutui che, attraverso il quantitative easing 3, effettua ogni mese, per un valore di $85 miliardi.
Buone notizie dal fronte economico, con l’indice preliminare dei direttori di acquisto che è salito su base composite al massimo in 27 mesi. L’indice, stilato da Markit, è salito a settembre a 52,1 punti dai 51,5 di agosto, riportando il rialzo più sostenuto dal giugno del 2011. La componente manifatturiera è calata però al minimo in due mesi a 51,1, dopo i 51,4 di agosto.
Spread BTP-Bund a 10 anni vira in rosso con -1,07% a 239,47 punti, a fronte di rendimenti decennali -0,13% al 4,27%.
Italia sempre protagonista dopo la notizia relativa allo sforamento del tetto sul deficit/Pil fissato al 3%, al 3,1%, e a causa delle tensioni interne che hanno portato il ministro per l’Economia Fabrizio Saccomanni a minacciare le dimissioni.
A reagire al risultato delle elezioni in Germania è stato soprattutto l’euro, che si aggira sui massimi degli ultimi sette mesi nei confronti del dollaro.
“Questo è un voto a favore di Merkel, più che un voto a favore di grandi cambiamenti – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Steven Englander, responsabile globale della strategia delle valute dei paesi del G10 di Citigroup, a New York – E’ probabile che Merkel governerà in una grande coalizione insieme ai socialdemocratici, e questo è lievemente positivo per l’euro, in quanto il governo potrebbe essere più orientato a fare qualcosa a favore dei paesi periferici”.
I mercati intanto scommettono sulla valuta europea; la differenza tra il numero di hedge fund e altri speculatori che puntano sul rialzo della moneta e quello dei ribassisti, ovvero la presenza di chi ha posizioni nette lunghe sull’euro, è balzata a 31.907 nella settimana terminata lo scorso 17 settembre, stando a quanto ha riportato la Commodity Futures Trading Commission. Si tratta del balzo più forte dallo scorso 27 agosto, quando le scommesse rialziste testarono il record in due anni.
Buone notizie dal fronte macro della Cina, con l’indice manifatturiero PMI stilato da HSBC che, su via preliminare, ha toccato a settembre quota 51,2 punti, il livello più alto in sei mesi. “Mi preparerei ad ulteriori sorprese al rialzo sulla crescita cinese”, ha commentato in una intervista rilasciata a Cnbc Frederic Neumann, managing director e co-responsabile della divisione di ricerca sulle economie asiatiche presso HSBC.
Borsa Tokyo chiusa, altri listini asiatici contrastati, con Hong Kong -0,73%, indice australiano S&P/ASX 200 -0,46%, Shanghai +1,29%, Kospi +0,19%. Tra i mercati emergenti, indice indonesiano Jakarta -1%, e il SET Index thailandese -2,4%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro -0,24% a $1,349; dollaro/yen -0,62% a JPY 98,7; euro/franco svizzero +0,02% a CHF 1,2315. Euro/yen -0,52% a JPY 133,58.
Sul versante delle commodities, i futures petrolio -1,35% a 103,34 dollari al barile; quotazioni oro -0,38% a $1.327.