Borsa Milano fiacca come del resto le altre piazze finanziarie d’Europa. A Piazza Affari focus tutto su Mps, che oggi ha lanciato il piano di aumento di capitale da 5 miliardi: è l’ultima spiaggia per evitare la nazionalizzazione.
Sugli altri mercati petrolio positivo sulle stime di un restringimento dell’offerta e di una messa in pratica nel 2017 del taglio della produzione promesso da paesi Opec e non. Il dollaro paga le ricoperture dopo la corsa degli ultimi tempi. Investitori nel mercato dei Bond con il fiato sospeso.
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Le previsioni per un calo dell’offerta, in eccesso da ormai due anni e mezzo, dopo l’accordo dei paesi dell’Opec e non di ridurre la produzione dall’anno prossimo, aiutano i prezzi del petrolio a inizio settimana.
Solo la Borsa di Amsterdam avanza in avvio di seduta in Europa. Per il resto il clima è nervoso e gli investitori non vogliono prendere rischi. Il listino Ftse MIB ha bucato subito in avvio quota 19.000 punti.
Solo la Borsa di Amsterdam avanza in avvio di seduta in Europa. Per il resto il clima è nervoso, gli investitori non vogliono prendere rischi. Il listino Ftse MIB ha bucato subito in avvio i 19.000 punti.
Il clima aziendale è migliorato in Germania a dicembre: l’indice Ifo è infatti salito a quota 111 punti contro le previsioni che erano per un punteggio di 110,5. La componente delle condizioni attuali ha registrato un risultato in area 116,6, anche in questo caso facendo meglio delle attese (115,9). La categoria delle anticipazioni future si è attestata a 105,6.
La crisi del settore bancario italiano e l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca non hanno effetti sul sentiment delle imprese tedesche e i mercati sanno che la Bce è pronta a intervenire.
I titoli Mps non riescono a fare prezzo nel giorno dell’aumento di capitale. Mps riserverà il 65% dei titoli di nuova emissione agli investitori istituzionali e l’offerta sarà valida fino alle 14 di giovedì. Il resto delle azioni sono riservate invece ai soci azionisti e agli investitori del pubblico retail. Le sottoscrizioni per il nuovo capitale sono accettate fino alle 14 di mercoledì. La forchetta di prezzo è compresa tra 1 e 24,9 euro, ma gli investitori istituzionali hanno fatto sapere di valutare la banca 0,1 euro.
Oltre all’aumento, Mps ha riaperto anche un’offerta di scambio di bond in azioni: gli investitori che partecipano vedranno convertiti i bond junior in loro possesso in azioni. Nell’ultima offerta di questo tipo, gli obbligazionisti avevano accettato di convertire solamente 1 miliardo di euro di bond degli oltre 4 miliardi in circolazione. L’idea del mercato è che si avvicini la nazionalizzazione della terza banca d’Italia.
Borse europee sottotono a metà mattinata, con i titoli bancari che sono quelli con le performance più deboli a livello settoriale. La risalita dei rendimenti dei bond rallenta dopo i guadagni recenti.
Negli ultimi dodici mesi l’indice settoriale europeo delle banche, appesantito in particolare dalla prova negativa del comparto italiano, ha perso più di cinque punti percentuali. Da luglio in avanti, tuttavia, la performance è decisamente migliorata.
Secondo gli analisti di Deutsche Bank c’è solo una direzione che la sterlina può prendere l’anno prossimo ed è al ribasso. La valuta britannica ha già visto un rialzo e ora è destinata a retrocedere. Lo scrive lo strategist macro della banca tedesca, Oliver Harvey, in una nota consegnata ai clienti stamani.
Secondo l’analista sebbene la sterlina sia salita del 6% negli ultimi mesi, riprendendosi dopo il crollo post Brexit, nei prossimi mesi è destinata a scendere di prezzo. Il catalizzatore principale delle vendite è lo scenario politico incerto sia in patria (Brexit) sia oltreoceano (elezione di Trump).
Brutta prova per le Borse dell’area Asia-Pacifico che sono scese sui minimi delle ultime quattro settimane quest’oggi, risentendo delle prospettive di una crescita dei tassi di interesse negli Stati Uniti, per via delle politiche della banca centrale e soprattutto della nuova amministrazione Trump. Un simile evento rischia di erodere i capitali dei mercati in via di Sviluppo.
Nel giorno dell’offerta sul mercato delle nuove azioni di Mps, lo Spread tra Btp e Bund si restringe poco sopra l’area dei 150 punti base. Il mercato obbligazionario italiano è ben intonato e non sembra risentire delle tensioni legate all’operazione di aumento di capitale da 5 miliardi volta a salvare la banca con capitali privati e impedirne la nazionalizzazione.
Dopo la pausa delle ultime sedute riprende la corsa dei titoli Mediaset, nella prima seduta dopo che Bolloré ha smentito di voler avviare una scalata ostile del gruppo italiano dopo che la sua Vivendi è salita al 20% del capitale. Il titolo Mediaset avanza di quasi tre punti percentuali. Vista la distanza delle posizioni di Vivendi e Mediaset, si profila una battaglia agguerrita più che un accordo non amichevole. Al momento il guadagno è del 2,7%.
Il listino Ftse MIB, trainato al rialzo non solo da Mediaset ma anche da Saipem e Telecom Italia, è passato nuovamente in territorio positivo dopo una breve escursione dopo le 10 del mattino. Al momento fa segnare un +0,16% a quota 19.045 punti.
Mps sotto pressione (-7% circa). Secondo quanto riferito da Reuters, un importante investitore nella banca non è contento di un aspetto importante dell’operazione. Il punto di disaccordo potrebbe mandare all’aria l’intero piano di aumento di capitale.
Le Borse europee ritracciano dai massimi di 11 mesi con Mps e Danone che risultano tra le protagoniste in negativo di giornata.
Secondo la Bundesbank la crescita della prima economia d’Europa, depressa da qualche mese, dovrebbe aver registrato un’accelerazione significativa nell’ultimo quarto dell’anno. Il tasso di incremento del Pil potrebbe anche aver superato il +1% questo mese, favorito dal rincaro dei prezzi petroliferi.
La crescita della Germania, fiacca nel secondo e terzo trimestre, si riprenderà grazie alla produzione industriale, grazie alla costruzione edilizia e grazie ai consumi privati, sostenuti da un miglioramento della fiducia e da un sentiment più ottimista per il nuovo anno.
Il dollaro riprende fiato ma rimane comunque in prossimità dei massimi di 14 anni toccati la settimana scorsa. Ad aiutare il biglietto verde sono le attese per un bazooka fiscale in arrivo con l’amministrazione Trump, che finirà inevitabilmente per aumentare l’inflazione e spingere quindi la Fed a imporre strette monetarie (favorevoli alla valuta).
Negli Stati Uniti si prefigura un’altra seduta positiva anche se i rialzi in avvio saranno marginali, almeno a giudicare dall’andamento dei futures sui principali indici di Borsa. I trader si interrogano sulla forza del rally post elezione di Trump e sulla capacità dell’indice Dow Jones di superare la soglia dei 20mila punti.
Negli Stati Uniti si prefigura un’altra seduta positiva anche se i rialzi in avvio non saranno enormi, a giudicare dall’andamento dei futures sui principali indici di Borsa. I trader si interrogano sulla forza del rally post elezione di Trump e sulla capacità dell’indice Dow Jones di superare la soglia dei 20mila punti.
In controtendenza rispetto al resto del settore bancario italiano Banca Carige (+8,8%) che sembra beneficiare delle indiscrezioni del Corriere della Sera secondo cui il governo ha definito il decreto per chiedere al Parlamento il via libera all’incrementare di fino a 15 miliardi di euro del debito pubblico, con l’obiettivo di finanziare in tempi brevi gli eventuali aumenti di capitale preventivi delle banche in difficoltà, tra cui Mps, Carige e i due gruppi non quotati Veneto Banca e Pop Vicenza.
Apertura in lieve progresso per l’azionario americano, favorito dal balzo di industriali e titoli dell’immobiliare. Con una variazione nulla il Dow Jones rimanda per ora l’appuntamento con il raggiungimento di quota 20 mila punti. L’indice allargato S&P 500 e quello dei tecnologici Nasdaq fanno segnare un rialzo dello 0,1% circa. Gli occhi del mercato sono sull’intervento della presidente della Fed Yellen sullo stato di salute del settore bancario.
Ubi Banca sarebbe ad un passo dall’acquisto delle tre good banks. Secondo Il Sole 24 Ore i Consigli di Gestione e Sorveglianza della banca lombarda potrebbero essere convocati in settimana per deliberare l’acquisto dei tre istituti. I termini dell’operazione dovrebbero comprendere anche un aumento di capitale da 400-500 milioni di euro sul mercato.
La casa automobilistica italo americana FCA ha annunciato l’avvio della produzione di 100 Pacifica Hybrid dotate delle tecnologie di guida di una vettura senza pilota messe a punto da Alphabet, la holding di Google. FCA diventa così il primo gruppo mondiale di auto ad aver stretto un accordo per la produzione e l’implementazione di veicoli a guida autonoma.
Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, l’economia cinese crescerà del 6,5% nel 2017. Nei primi tre trimestri del 2016 il Pil della Cina è cresciuto del 6,7% già in rallentamento rispetto al 6,9% registrato nel 2015, progresso più limitato dal 1990. L’obiettivo ufficiale è del 6,5-7% per l’intero 2016.
L’Iran è tornato a stringere accordi con i gruppi petroliferi italiani, come Eni e Saras. National Iranian Oil Company ha infatti firmato un contratto a breve termine con Eni per la vendita di greggio. Sarebbero in corso negoziazioni per raggiungere un accordo a lungo termine, al fine di tornare ai rapporti esistenti prima delle sanzioni, sospese a gennaio. La società iraniana ha siglato anche un contratto simile con un’altra italiana, Saras.
Sembra che Deutsche Bank abbia trovato un accordo con il Dipartimento di Giustizia Usa per pagare una multa inferiore ai 14 miliardi di dollari, comminata dai giudici americani in merito al ruolo svolto dalla banca nella vendita di crediti subprime nel periodo che ha portato alla scoppio della crisi finanziaria del 2007-2008.
Il titolo della prima banca di Germania è in flessione del 20% dai inizio anno ma da ottobre sta recuperando terreno.
Quando è trascorsa quasi un’ora dall’avvio degli scambi, gli indici principali della Borsa Usa sono positivi.
Un analista tecnico, ponendo l’accento su un comportamento anomalo dei rendimenti obbligazionari che non si verifica da 35 anni, ha confermato la nozione secondo la quale la fase rialzista secolare del mercato dei bond è volta al termine.
Jon Krinsky di MKM Partners ha sottolineato che i rendimenti dei Treasuries decennali Usa hanno scambiato sotto i minimi dell’anno scorso di 1,64% nel 2016 per poi riportarsi sopra i massimi dell’anno scorso (2,50%). Se oggi dovessero chiudere sopra la soglia di 2,5% “un evento che non è mai successo da quando i tassi hanno toccato il picco della fase rialzista nel 1981”.
Le Borse europee hanno chiuso in lieve calo. Gli investitori temono un aumento della volatilità per via di una possibile rarefazione degli scambi in concomitanza con l’avvicinarsi delle feste natalizie.
L’indice EuroStoxx50 ha perso lo 0,1%, zavorrato da Banca Santander, Danone e Inditex. Chiudono in positivo Volkswagen, Unilever ed Enel.
Chiusura in rosso anche per Piazza Affari. L’indice Ftse MIB ha chiuso con un computo negativo del -0,24%, appesantita soprattuto dal calo dei titoli bancari. Crolla Mps nel primo giorno di aumento di capitale, a causa dei dubbi sulla buona riuscita dell’operazione di ricapitalizzazione. In negativo anche Luxottica e Generali. In controtendenza, Saipem che ha ottenuto un nuovo contratto nel Mare del Nord, Mediaset e Telecom Italia.
Tra gli altri mercati, i prezzi del petrolio Wti scambiano sulla parità a 52 dollari al barile. Alcuni analisti prevedono che la forza dei prezzi del greggio continui anche a inizio 2017, dopo l’accordo dei principali produttori di petrolio per una riduzione di circa 1,8 milioni di barili al mese da gennaio.
Alla chiusura dei mercati europei, il tasso di cambio euro dollaro si attesta a poco meno di 1,044 dollari. Il biglietto verde si stabilizza appena sotto i recenti massimi, sostenuto dal bazooka fiscale di Trump. Il mercato si aspetta politiche fiscali espansive da parte della nuova amministrazione Usa, del conseguente rafforzamento dell’inflazione e della risalita del costo del denaro.
Alla chiusura dei mercati europei, il tasso di cambio euro dollaro si attesta a poco meno di 1,044 dollari. Il biglietto verde si stabilizza appena sotto i recenti massimi, sostenuto dal bazooka fiscale di Trump. Il mercato si aspetta politiche fiscali espansive da parte della nuova amministrazione Usa, con un conseguente rafforzamento dell’inflazione e una risalita del costo del denaro.
Il dollaro si prende una pausa dopo la corsa delle ultime sedute. Il rallentamento del passo favorisce asset denominati in dollari come oro e petrolio.