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BORSA: IL MINIMO E’ STATO GIA’ TOCCATO

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*Cumberland Advisors. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Il rally dei listini di fine 2008 potrebbe
continuare anche nel
2009. Le dinamiche del mercato sono
cambiate dopo il 20 novembre.
Per poterle comprendere è importante
analizzare tre date-chiave.
La prima è il 10 ottobre, quando
il mercato mostrava i segni di un
sentiment ribassista. In seguito, il
mercato ha attraversato altri momenti
come quello.
La seconda è il 20 novembre, in
cui il mercato ha toccato i minimi
da inizio anno.

La terza è il 15 dicembre, quando la
Fed ha tagliato i tassi sui Fed Funds
avvicinandoli allo zero. Lo stesso
giorno, la Fed ha articolato i propri
impegni per fornire di liquidità il mercato,
evitando deflazione e recessione.
La rincorsa alla vendite culminata
il 10 ottobre è apparsa come la
conseguenza del fallimento di Lehman
Brothers. La correlazione tra i
diversi listini mondiali è cresciuta a
partire da metà luglio. Dopo il crollo
di Lehman e fino al 10 ottobre ha acquisito
l’aspetto di un contagio a catena.

Dopo il 10 ottobre, i mercati si
sono divisi tra quelli convinti di un futuro
di recessione e quelli ottimisti
circa gli interventi dei governi e delle
banche centrali volti a evitare tale destino.
Il mercato ha toccato i minimi
nell’autunno 2008, in particolare il
20 novembre. Osservando le correlazioni
tra le vendite sui listini globali,
possiamo concludere che il panic selling
ha raggiunto i suoi massimi tra
il fallimento di Lehman, a metà settembre,
e il 10 ottobre, che è continuato
fino al 20 novembre, ma in misura minore.

L’outperformance dei titoli
a grossa capitalizzazione (percepiti
come più sicuri) è un segno di panic
selling. Tra il 10 ottobre e il 20
novembre, la capitalizzazione
dell’S&P500 è scesa del 16 per cento.
Considerando l’Etf Spyder (Spy),
costruito a partire dall’indice strutturato
in funzione della capitalizzazione
dei diversi titoli, risulta che il total
return di questo fondo (che include i
dividendi) è stato negativo del
14,75%: durante lo stesso periodo, il
Rydex equal-weighted S&P500 Etf
(Rsp), il fondo costruito a partire
dall’indice equipesato, è sceso invece
del 22,5.

Lo stesso indice, in sostanza,
è sceso meno se considerato
in base alla capitalizzazione dei titoli.
Questo dimostra che durante il periodo
considerato le large caps sono
state meno colpite dalle vendite rispetto
alle small e mid cap. Tra il 20
novembre e il 15 dicembre, Spy è salito
del 16,3%, l’Rsp è salito del 18,2:
l’indice equipesato ha sovraperformato
l’indice pesato sulle capitalizzazioni.

Questo significa che il recupero
iniziato il 20 novembre riguarda in
primo luogo small e mid caps. Il
trend positivo iniziato il 20 novembre
è ulteriormente migliorato dopo
il 15 dicembre. Negli Usa, i mercati
hanno interpretato la politica della
Fed con una risposta positiva.

Dall’inizio del 2009, vediamo ulteriori
conferme sul fatto che il 20 novembre
è stato toccato ilminimo dai mercati.
Vediamo il rapporto debito-Pil
diminuire, vediamo acquisti e vediamo
il Vix Volatility Index scendere.

Il nostro outlook è positivo. Ci attendiamo
uno stimolo fiscale e monetario
aggressivo da parte delle banche
centrali e dei governi. Crediamo che i
mercati del credito miglioreranno
nel 2009. Gli spread si restringeranno.
I corporate bond aumenteranno
di prezzo. Evitiamo di acquistare Us
Treasury. Col miglioramento dei mercati,
ci aspettiamo un aumento in
portafoglio dei titoli azionari a scapito
di quelli obbligazionari.

In tempi
normali, un normale portafoglio è costituito
da un 70% azionario e da un
30 obbligazionario. Malgrado i miglioramenti,
sono tempi incerti. Perciò
la nostra attuale allocazione prevede
una percentuale più alta di
bond rispetto a quella normale.

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