Economia

Bonus 200 euro in arrivo a luglio. Ma per richiederlo occorre un modulo

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Arriverà con la busta paga o la pensione di luglio il bonus una tantum da 200 euro dell’Inps. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha specificato che la retribuzione dove riconoscere l’indennità, “in ragione dell’articolazione dei singoli rapporti di lavoro (ad esempio, part-time ciclici) o della previsione dei contratti nazionali di lavoro, può essere quella erogata nel mese di luglio, seppure di competenza del mese di giugno 2022”.

Bonus 200 euro: come richiederlo

Con il messaggio n. 2505/2022, che segue il messaggio n. 2397/2022, con cui l’Inps ha fornito le prime indicazioni sul bonus 200 euro, introdotto dal decreto “Aiuti”. In particolare, l’Istituto chiarisce che, d’intesa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, la retribuzione nella quale riconoscere l’indennità da parte dei datori di lavoro è quella di competenza del mese di luglio 2022, oppure, in ragione dell’articolazione dei singoli rapporti di lavoro (ad esempio, part-time ciclici) o della previsione dei CCNL, quella erogata nel mese di luglio del corrente anno, seppure di competenza del mese di giugno 2022. Il rapporto di lavoro, in ogni caso, deve sussistere nel mese di luglio 2022.

Tale indennità una tantum di 200 euro è riconosciuta in automatico, in misura fissa, una sola volta, previa acquisizione – da parte del datore di lavoro – di una dichiarazione del lavoratore con la quale lo stesso dichiari, ricorrendone le circostanze, “di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18”.  In particolare, i datori di lavoro dovranno erogare nella busta paga di luglio la somma di 200 euro ai dipendenti che nel primo quadrimestre del 2022 hanno beneficiato della decontribuzione di 0,8 punti percentuali dell’aliquota contributiva a carico dei lavoratori dipendenti. Per i titolari di pensione e del reddito di cittadinanza, sarà, invece, l’Inps a provvedere all’erogazione della somma. A tal proposito, i consulenti del lavoro hanno predisposto un modello di autodichiarazione come segue.

 

Chi può ricevere il bonus 200 euro

E’ bene ricordare che possono accedere al riconoscimento dell’indennità una tantum di 200 euro, ricorrendone i presupposti previsti dalla legge, tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro, pubblici e privati, a prescindere dalla circostanza che assumano o meno la natura di imprenditore. In particolare, l’indennità di 200 euro una tantum spetta a favore dei soggetti che possano vantare congiuntamente i seguenti requisiti:

  • essere residenti in Italia;
  • essere titolari di almeno un trattamento pensionistico a carico di una qualsiasi forma di previdenza obbligatoria con decorrenza entro il 30 giugno 2022;
  • essere titolari di reddito personale ai fini IRPEF per il 2021 non superiore a € 35.000,00.

Danno diritto al bonus i trattamenti:

  • di pensione o assegno sociale;
  • di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti;
  • trattamenti di accompagnamento alla pensione.

L’indennità sarà riconosciuta automaticamente dall’Inps o dall’Ente previdenziale individuato dall’Inps attraverso il casellario centrale dei pensionati. Al fine di determinare il reddito fiscale 2021, sono espressamente esclusi:

  • i trattamenti di fine rapporto comunque denominati;
  • il reddito di abitazione e le competenze arretrate soggette a tassazione separata

La misura agevolativa trova applicazione – mese per mese – per tutti i rapporti di lavoro dipendente, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico, purché sia rispettato il limite della retribuzione mensile, da intendersi come retribuzione imponibile ai fini previdenziali, di 2.692 euro. Si evidenzia, inoltre, che al comma 2 del medesimo articolo 31 è previsto che: “L’indennità una tantum di cui al comma 1 spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro”.

Pertanto, il lavoratore, laddove titolare di più rapporti di lavoro, potrà chiedere il pagamento dell’indennità una tantum a un solo datore di lavoro, dichiarando a quest’ultimo di non avere fatto analoga richiesta ad altri datori di lavoro.

Nell’ipotesi in cui dovesse risultare, per il medesimo lavoratore dipendente, che più datori di lavoro abbiamo compensato la predetta indennità una tantum di 200 euro, l’Istituto comunicherà a ciascun datore di lavoro interessato la quota parte dell’indebita compensazione effettuata, per la restituzione all’Istituto e il recupero verso il dipendente, secondo le istruzioni che verranno fornite con successivo messaggio. Si precisa, al riguardo, che l’importo indebitamente riconosciuto al lavoratore, ai fini del recupero, sarà suddiviso in parti uguali tra i diversi datori di lavoro interessati alla restituzione.