NEW YORK (WSI) – In quale direzione andranno i Treasuries? Ascoltare il parere di Goldman Sachs e di Morgan Stanley non aiuta a chiarirsi le idee, visto che le prospettive espresse dalle due grandi banche americane sul futuro dei bond americani vanno nella direzione completamente opposta.
“Se dovessi scambiarli adesso, li venderei” ha dichiarato in un’intervista il presidente di Goldman Sachs, Gary Cohn, prevedendo un imminente risalita del rendimento del titolo a scadenza decennale sino al 2,3% (al momento è al 2,04%).
“Il mercato ‘toro’ è qui” scrive invece in un report pubblicato ieri Morgan Stanley, la cui previsione per i rendimenti dei Treasuries vede una discesa dei tassi fra l’1,55 e il 1,75%. Le due banche, insomma, la vedono in modo diametralmente opposto.
Alla base di queste valutazioni divergenti c’è il ruolo attribuito ai prezzi del petrolio e alle conseguenze che potrebbero avere nell’economia statunitense: il rally a sorpresa dei Treasuries a inizio anno è destinato a continuare? A gennaio l’incertezza degli investitori ha condotto le operazioni nel porto sicuro dei titoli del tesoro americano, permettendo un loro rialzo dell’1,5%.
Il petrolio, sceso sotto i 28 dollari al barile la settimana scorsa come non accadeva da 12 anni, riveste troppo peso sugli altri mercati, ha affermato Cohn:
Ciò che succede nel mercato del petrolio non dovrebbe definire gli accadimenti nel mercato azionario e in quello a reddito fisso. Penso che la gente stia fraintendendo i grafici della domanda-offerta di pertrolio dicendo: ‘ecco, c’è un rallentamento dell’economia perché nessuno consuma oro nero’. E io penso che sia sbagliato
Per avere un’idea di quello che, al momento, sta avvenendo nell’economia reale degli Stati Uniti è opportuno ricordare che in gennaio la fiducia dei consumatori è rimasta invariata, che a dicembre la vendita di immobili di nuova costruzione è rallentata, che gli ordini per beni durevoli è scesa il mese scorso e che la previsione degli analisti per la crescita del quarto trimestre è calante.
Sul fronte dell‘occupazione, invece, il mese di dicembre ha visto un aumento delle assunzioni per 292mila unità, contro una media degli 11 mesi precedenti di 214mila.
Fonte: Bloomberg