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BOND FIAT 2012 AL 9.25%, UNA VALANGA DI BUY

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L’emissione, un bond benchmark a tre anni ha un controvalore di 1,25 miliardi, ma il libro ordini finali, a due ore dall’apertura si è fermato a oltre 10 miliardi. La maggior parte delle sottoscrizioni (30%) è arrivata dal Regno Unito, Germania e Austria (complessivamente il 20%), Italia (13%), Francia (10%) Svizzera (9%) e Benelux (6%).

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Il rendimento offerto è del 9,25%, nella parte bassa della forchetta inizialmente ipotizzata di 9,25-9,5%, la cedola del 9% e la data di scadenza è il 20 luglio 2012. Il bond rivolto esclusivamente a investitori istituzionali e curato Barclays Capital (capofila dell’operazione) Banca Imi, Calyon e Unicredit, è stato prezzato al 99,367% del valore nominale.

Il regolamento dell’offerta è atteso per il 28 luglio e i titoli saranno emessi da Fiat Finance and Trade, nell’ambito del programma di global medium term notes garantito da Fiat Spa. «Il momento era favorevole, all’indomani
della trimestrale e vista la vicinanza con l’estate era l’ultima finestra disponibile – sottolineano fonti vicine all’operazione – Non essendoci altre operazioni di rilievo, ha avuto tutta l’attenzione necessaria. Tanto più che Fiat non tornava sul mercato dei bond dal 2007».

Per alcuni, poi, visto anche il ciclo favorevole delle emissioni obbligazionarie, come dimostrano i recenti casi di Eni, Edison e Finmeccanica, questo è solo l’inizio di un nuovo corso. «Ci saranno dei bond da rimborsare
in futuro e questo è solo l’inizio – ha detto a Reuters uno dei curatori dell’emissione – Iniziare con un tre anni è stato un buon modo per approcciare
il mercato».

Fiat ha sul mercato un bond con scadenza 2011 e un 2013, giusto a cavallo della scadenza dell’ultima emissione. Negli ultimi giorni, in vista dei risultati trimestrali del gruppo torinese, il mercato dei Cds e dei bond Fiat era finito sotto i riflettori. Il bond di Fiat con scadenza 2017, che solitamente viene visto come un suo benchmark, negli ultimi 10 giorni ha visto il rendimento passare dal 13% all’ 8,75%, mentre il Cds ieri viaggiava
attorno ai 530 punti base, altri 20 punti più stretto di mercoledì, ma solo lunedì era a 700 punti e a inizio di luglio a 840.

Intanto S&P mantiene sotto esame con implicazioni negative il rating
di credito corporate di lungo termine BB+ (non investment grade) di Torino e ci resterà finché l’agenzia non concluderà l’analisi della semestrale e dell’emissione di ieri.

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