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Bond europei a tassi negativi. “Non andate nel panico, non ancora”

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ROMA (WSI) – Si espande rapidamente il cosmodei bond con rendimenti negativi in Europa. Le decisioni di politica monetaria delle banche centrali di Svezia, Danimarca e Svizzera, oltre che della Bce, hanno portato il mercato overnight dei tassi di interesse in territorio negativo, e gli effetti si stanno facendo sentire velocemente.

JP Morgan, riporta il Financial Times nell’articolo che spiega il fenomeno, calcola che i bond governativi europei con scadenza superiore a più di un anno che presentano rendimenti negativi hanno un valore di quasi $2 trilioni ($2.000 miliardi).

Nonostante la deflazione e il contesto di interessi ultra bassi, niente del genere accadde in Giappone. E, di istinto, scrive il quotidiano britannico, l’idea di un contesto in cui un investitore riceve meno di quanto abbia prestato “suona come una ricetta per il disastro”..

L’articolo consiglia però di non andare nel panico…”non ancora”, almeno. I mercati continuano a funzionare e i sistemi informatici non sono esplosi. Le società intermediarie riescono ancora a fare soldi se lo spread è positivo (ovvero se è positiva la differenza tra i tassi a cui prendono in prestito e quelli a cui prestano).

Ma cosa significa esattamente bond con rendimenti negativi? “Un bond diventa bond a rendimento negativo – o a perdita, se posseduto fino alla scadenza -quando il prezzo pagato per comprarlo è maggiore della somma del capitale e dei pagamenti sotto forma di interessi, o coupon, che si ricevono detenendolo in portafoglio. Quello che è accaduto recentemente, è che i prezzi sono stati sostenuti al rialzo dalla prospettiva del QE della Bce (dello scorso 22 gennaio).

“Inizialmente abbiamo pensato che i rendimenti negativi non sarebbero durati. Ma ora ci siamo abituati a un mondo di interessi negativi”, ha commentato al Financial Times Zoeb Sachee, responsabile della divisione di trading sui bond presso Citigroup. Sempre Citigroup questa settimana ha individuato 53 corporate bond con tassi negativi, principalmente denominati in franchi svizzeri.

Se questo trend dovesse continuare, le società che emettono obbligazioni potrebbero fare soldi semplicemente ricorrendo ai prestiti e chi non contraerebbe un mutuo che, invece di richiedere il pagamento di rate mensili, si tradurrebbe nell’obbligo, da parte della banca, di pagare somme mensili agli stessi clienti che hanno chiesto il prestito?

Ma non ci troviamo ancora a questo punto. La decisione di diverse banche centrali di rendere negativi i tassi ha più che altro l’effetto di scatenare la corsa agli sportelli, e di privilegiare il contante, nascondendolo sotto il materasso.

Inoltre, è vero che alcuni mutui danesi oggi presentano tassi di interesse negativi. Ma esistono oneri amministrativi che i clienti devono comunque pagare; inoltre Nordea ha comunicato che non emetterà nuovi mutui con tassi di interesse negativi.

A chi fa comodo allora che i rendimenti dei bond siano negativi? Ai governi più in difficoltà con la gestione dei conti pubblici, e alle banche già inondate di liquidità delle banche centrali, che devono pagare quando depositano soldi presso le banche centrali stesse.

L’effetto negativo di questi tassi a loro volta negativi è più sulle scelte di investimento, in quanto scatenerà – ha già scatenato – una caccia al rendimento, portando gli investitori a posizionarsi su asset decisamente più rischiosi. (Lna)

FONTE – A wary investor’s guide to negative yields