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BLODGET TORNA
E FUSTIGA TUTTI

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(WSI) –
C’è un nuovo rischio per gli investitori e si chiama «Wall Street». A dare l’allarme è Henry Blodget, 40enne ex-banchiere di Merrill Lynch finito in disgrazia (e in tribunale) per aver spinto con valutazioni un po’ troppo «ottimiste» alcuni titoli della new economy poco prima che scoppiasse la bolla high-tech.

Ora Blodget si è messo dalla parte dell’investitore. Nel suo nuovo libro The Wall Street Self-Defense Manual: A Consumer’s Guide to Intelligent Investing, l’ex-guru dei titoli internet critica pesantemente il modus operandi delle banche d’affari. A partire dal portfolio management. Secondo Blodget, gestire un portafoglio titoli con l’obiettivo di battere il mercato richiede delle capacità superiori a quelle dei «comuni mortali» e dei professionisti della finanza.

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Inoltre, segnala l’ex-banchiere, l’analisi dei titoli è «generalmente uno spreco di tempo e di denaro» e buona parte dei fondi comuni d’investimento sono «una fregatura». Blodget è attento a indicare che non è sempre una questione di malafede: «Conosco un sacco di gente che lavora a Wall Street e non è gente cattiva. Detto questo però, la maggior parte dei prodotti che realizzano non sono sempre quelli più adatti a chi li compra».

Ed è proprio per questo, spiega l’ex-analista nel libro, che «spesso motivate da buone intenzioni, le banche aiutano i piccoli risparmiatori a ficcarsi nei guai». Preso come guida agli investimenti, il nuovo libro di Blodget (il titolo, letteralmente, recita «Il manuale dell’autodifesa da Wall Street: una guida ai consumatori per investire in modo intelligente») non presenta grandi novità.

L’esperto avverte che il trading, sia da parte di singoli sia da parte di gestori, spesso è controproducente perché può generare perdite o plusvalenze tassabili. «Il miglior investimento per la maggior parte della gente – scrive Blodget – è la loro casa. Ma non perché gli immobili siano investimenti fantastici bensì perché non sono oggetti a errori di tempismo e a costi di transazione».

L’ex guru è anche piuttosto critico sui fondi comuni d’investimento, perché sono costosi per i clienti. «Il vero costo – ricorda Blodget – non sono le commissioni pagate anno per anno. Ma il valore composto delle commissioni sottratte alla massa gestita». Qualche consiglio? Prima di tutto, se proprio si deve puntare sui fondi, Blodget consiglia gli index fund gestiti in modo passivo. Specialità di società quali Vanguard e Tiaa-Cref.

Se si vuole un fondo gestito in modo attivo, dove il gestore compra e vende spesso, è meglio evitare quelli offerti dagi istituti quotati in Borsa. «I gestori quotati devono generare profitti per accontentare gli azionisti e questi profitti li prendono dalle vostre tasche», mette in guardia l’ex analista. Infine per chi vuole fare trading in proprio, l’ex-guru offre un consiglio: «Allocate non più del 5% del vostro portafoglio in titoli speculativi».

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