Economia

BlackRock e JP Morgan a supporto della ricostruzione dell’Ucraina. Ecco come

BlackRock e JP Morgan Chase, le due principali società d’investimento statunitensi, daranno una mano all’Ucraina. L’intenzione è quella di creare un Fondo per lo Sviluppo dell’Ucraina, una vera e propria banca di investimento, il cui scopo è quello di sostenere la ripresa economica del paese dopo la guerra.

Lo scopo del nuovo fondo di Sviluppo è quello di attirare dei prestiti a basso costo provenienti dagli altri Stati, provenienti da dei donatori e dalle istituzioni finanziarie internazionali. L’intento è molto preciso: si sta pensando ad un approccio di finanza mista, che è già stato utilizzato in altri paesi. Ad avere la priorità saranno alcuni settori, come le infrastrutture, il clima e l’agricoltura.

Il fondo per lo sviluppo dell’Ucraina

Ma come si muoverà il nuovo fondo per lo sviluppo dell’Ucraina. A spiegarlo è stato Stefan Weiler, responsabile dei mercati dei capitali di debito di JP Morgan per l’Europa centrale, il Medio Oriente e l’Africa, il quale, intervistato dal Financial Times, ha spiegato che “ci saranno diversi fondi settoriali che il fondo ha identificato come priorità per l’Ucraina. L’obiettivo è massimizzare la partecipazione al capitale”.

Le stime del costo della ricostruzione variano ampiamente, ma la Banca mondiale, il governo ucraino, la Commissione europea e le Nazioni Unite ritengono che il conto totale arriverà a 411 miliardi di dollari. Altri esperti ritengono che questa cifra possa arrivare ad 1 trilione di dollari, se si prendono in considerazione tutti i costi economici. L’intero valore dell’economia prebellica dell’Ucraina era pari a circa 100 miliardi di dollari.

Philipp Hildebrand, vicepresidente di BlackRock, ha spiegato che “molte delle sfide a lungo termine di oggi vengono affrontate al meglio attraverso la finanza mista, e questa è una di queste. Hai bisogno di questi veicoli per mobilitare il capitale su larga scala”.

A novembre, il governo di Kiev ha deciso di avvalersi della consulenza di BlackRock per determinare quale possa essere il modo migliore per attrarre i capitali necessari per la ricostruzione. A febbraio ha anche invitato JP Morgan a unirsi allo sforzo per la sua esperienza nei mercati del debito. Il fondo è ancora in fase di progettazione ed è improbabile che venga lanciato prima della fine della guerra. Tuttavia, questa settimana, gli sviluppi preliminari saranno presentati alla Conferenza di Londra sulla ricostruzione dell’Ucraina del 21-22 giugno.

La dimensione del fondo non è stata determinata, ma fonti vicine ai colloqui hanno riferito al “Financial Times” che si starebbe cercando di raccogliere capitali a basso costo da governi, donatori e IFI e sfruttarli per attrarre da cinque a dieci volte più investimenti privati.

BlackRock e JPMorgan si sono offerti di gestire il fondo pro bono, anche se il lavoro darà loro una traccia interna e una prima occhiata a possibili progetti di investimento.

Il piano del Regno Unito e quello dell’Unione europea

L’Ucraina si trova davanti ad una sfida importante, soprattutto se il conflitto si concluderà con ampie aree del territorio ucraino ancora occupate dalle forze russe e la perenne minaccia di rinnovate ostilità. Queste preoccupazioni potrebbero rappresentare un rischio per i potenziali investitori privati.

Seguendo una logica simile, il Regno Unito sta cercando di attirare degli investimenti per sviluppare un piano di assicurazione contro i rischi militari. Questa mossa dovrebbe servire a convincere le società di investimento, tecnologia, energia e difesa a sostenere la ripresa dell’Ucraina con investimenti multimiliardari.

Si stanno anche compiendo sforzi per esercitare pressioni sui paesi non direttamente coinvolti con l’Ucraina per aiutarli nella sua ripresa. Il Regno Unito sta cercando di convincere gli alleati più stretti della Russia come Arabia Saudita e Turchia a partecipare alla conferenza per la ricostruzione, ritenendo che questa possa essere una vittoria diplomatica e che sia necessario mandare un segnale a Mosca.

Secondo il ministro della Ricostruzione dell’Ucraina, Oleksandr Kubrakov, metà del finanziamento della ricostruzione dovrebbe essere coperto dai beni sequestrati alla Russia. I partner potrebbero finanziare un altro 25% attraverso vari meccanismi e un altro 25% proverrà dall’Ucraina.

L’Unione europea sta ancora lavorando a un meccanismo per utilizzare i beni russi congelati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Come ha spiegato un rappresentante della Commissione europea, Christian Wiegand, ci sono due elementi diversi: beni privati e beni statali. Secondo le leggi dell’Ue è facile congelare i beni e renderli non disponibili per l’uso da parte dei loro proprietari; tuttavia, tecnicamente i beni rimangono di proprietà del loro proprietario originario. Sequestrare i beni e trasferire la proprietà a qualcun altro, risulta essere molto più difficile. Nel caso di persone fisiche il sequestro dei beni è possibile solo dopo che il proprietario è stato condannato per un reato e i beni risultano essere il risultato di un’attività illecita. Nel caso di beni demaniali, è possibile confiscarli solo se i due Stati hanno dichiarato guerra.

L’importo dei beni privati congelati è pari a un equivalente di 24,1 miliardi di euro. Sono attualmente in corso discussioni con gli Stati membri dell’Ue per poterli utilizzare a favore dell’Ucraina.