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BERLUSCONI: «VELINE E ESCORT, SOLO CALUNNIE»

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(WSI) – «Mai pagato una donna». Berlusconi in conferenza stampa si sfoga, e, rispondendo alla domanda di un giornalista di El Pais torna sul caso escort. «Mai versato un euro per una prestazione sessuale. Mai. La gioia e la soddisfazione più bella sono la conquista. Se tu paghi una donna, che soddisfazione può esserci?»

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Il premier è un fiume in piena, e sferza la stampa. Prima scherza con il collega spagnolo. Nel momento delle foto, si avvicina ai cameramen e, rivolgendosi, al suo omologo sorride: «Loro sono la parte buona dell’informazione perché loro sono le televisioni e non cambiano le parole, e loro sono i fotografi e non cambiano le immagini. Poi, i giornalisti quelli cattivi, li vediamo nel pomeriggio».

E, quando arriva il momento di affrontare i «cattivi», attacca e annuncia («ci sto ancora pensando») azioni legali contro Patrizia D’Addario, mai citata direttamente. «Il giro di prostituzione e veline», dunque, fa parte di una campagna di «assolute menzogne e assolute calunnie». Sul tavolo anche il capitolo dimissioni. Un’opportunità, spiega Berlusconi, che non l’hai mai sfiorato: «Credo di essere di gran lunga il miglior presidente del Consiglio dei 150 anni della storia italiana». L’analisi del premier tocca anche i rapporti con la Chiesa, che la vicenda nata dalle intercettazioni baresi avrebbe potuto incrinare. «Non c’è nessuno scontro con la Chiesa cattolica, ci sono sempre stati e ci sono rapporti eccellenti, che si sostanziano con conversazioni quotidiane mie e del sottosegretario Gianni Letta». Poi, la frecciata alla stampa che lo critica. «Non bisogna essere faziosi. Di questo passo si va verso la caduta delle copie, dei lettori e della pubblicità. Così si va verso il fallimento».

Insomma: il premier è tranquillo, pronto a difendersi. «Da quello che viene pubblicato sui giornali è di tutta evidenza» che il presidente del Consiglio «è assolutamente fuori da qualsiasi responsabilità penale» conferma il nuovo procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Antonio Laudati.

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“Presidente ma visto lo scandalo delle escort, non ha mai pensato di dimettersi?”. Silvio Berlusconi si trova a rispondere alla domanda del giornalista del Pais durante la conferenza stampa con il premier spagnolo Jose Luis Zapatero alla Maddalena per l’incontro bilaterale Italia-Spagna. E si trova, ancora una volta, ad avere a che fare con l’imbarazzante questione delle escort a palazzo Grazioli, apertamente criticata anche dal Vaticano (“ma non c’è alcuno scontro” minimizza il Cavaliere). Lui, che poco prima si era definito “un grande ammiratore dell’altra metà del cielo”, non usa giri di parole e attacca: “Non c’è nessun giro di prostituzione sono menzogne, sono stato vittima di un attacco di una persona che ha voluto creare uno scandalo (Patrizia D’Addario ndr). E comunque anche in quel caso è venuto fuori che non ho mai pagato una donna. Perché a pagare non c’è gusto, preferisco conquistare”.

Quanto alla D’Addario, le riserva una neanche tanto velata minaccia: “Con i quattro reati di cui è responsabile, in totale, rischia 18 anni di carcere. Non ho ancora deciso se fare causa”.

Poi un nuovo attacco contro la stampa: “C’è disinformazione, vedo citate sui giornali cose che non ho mai detto, per questo dopo quattro mesi ho fatto partire le cause contro Repubblica e Unità”. Nel mirino finisce anche il Pais e il suo giornalista: “Non bisogna essere faziosi. Si vede che lei legge solo Unità e Repubblica e potrei aggiungere anche tante cose che lei scrive sul suo quotidiano, ma le evito. Di questo passo si va verso la caduta delle copie, dei lettori e della pubblicità. Così si va verso il fallimento. E il Pais dovrebbe saperne qualcosa…”. Infine una conclusione autocelebrativa. Citando l’ormai famoso della zia Marina che si lodava da sola, il premier scandisce: “Sono il miglior presidente del Consiglio in 150 anni di Storia”.

“Meglio le tv…”. In mattinata Berlusconi era tornato a bacchettare la carta stampata. Accompagnando Zapatero verso le postazioni di cameramen e fotografi che riprendevano l’arrivo dei due leader alla bilaterale della Maddalena, il Cavaliere aveva scherzato: “Vedi, loro sono la parte buona dell’informazione perché sono le televisioni e quindi non cambiano le parole. E i fotografi non cambiano le immagini. Poi i giornalisti, quelli cattivi, li vediamo nel pomeriggio…”.

Le polemiche con le donne ministro. Berlusconi torna sulle tensioni che avevano fatto seguito ad una sua battuta nell’aprile del 2008 sull’elevata concentrazione di ministri di sesso femminile nel governo Zapatero (“Quel governo è troppo rosa rosa”): “Volevo precisare – spiega il premier a Carmen Chacon, ministro della Difesa, e Elena Salgado, la titolare dell’Economia – che nelle mie parole c’era solo espressione di ammirazione. La stampa poi cambia le cose”.

Cose dette e smentite. Per la verità, negli anni, le invettive di Berlusconi sui giornalisti non si sono limitate a quelli della carta stampata. In molte occasioni a dare origine alle polemiche sono state proprio le esternazioni del Cavaliere davanti alle telecamere. Come quando pronunciò il famoso editto bulgaro contro Biagi, Santoro e Luttazzi e poi negò tutto. O come quando, lo scorso giugno, disse di voler “chiudere la bocca ai catastrofisti” e invitò a non dare pubblicità ai media che, a suo giudizio, agevolavano la crisi. Per poi smentire tutto. Anche stavolta davanti alle telecamere.

Inchiesta di Bari. “Da quello che viene pubblicato sui giornali è di tutta evidenza” che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, “è assolutamente fuori da qualsiasi responsabilità penale”. Il nuovo procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Antonio Laudati, commenta così la pubblicazione dei verbali di interrogatorio dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, relativi al giro di donne inviate nelle residenze private del premier.

Immigrazione. Sul fronte della lotta all’immigrazione “ci comportiamo in una maniera assolutamente cristiana ed assolutamente civile”. Berlusconi giudica così le scelte politiche del governo italiano. A partire dai respingimenti dei barconi verso la Libia. “Nessun naufrago è mai stato abbandonato in mare dall’Italia – spiega il premier – Siamo un Paese che ha conosciuto quanto questo fenomeno possa essere un dramma. Guardiamo all’immigrazione con i nostri principi di cattolici e con l’animo di chi sa cosa è questo fenomeno”. Per il premier “il diritto d’asilo deve essere affidato dall’Europa con un’agenzia di identificazione. Noi agiamo secondo quanto stabilito dall’Unione europeo”.

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