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“Berlusconi e Letta si gingillano. Roma brucia”

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ROMA (WSI) – “Letta, Berlusconi Fiddle While Rome Burns, ovvero “Letta e Berlusconi si baloccano mentre Roma brucia”. E’ il titolo dell’articolo pubblicato sul Wall Street Journal, firmato da Simon Nixon. La stampa internazionale guarda all’Italia, e tutti hanno la sensazione di essere tornati a due anni fa, quando gli attacchi speculativi generati dalla crisi politica portarono l’Italia sull’orlo del collasso.

“La decisione del partito di Silvio Berlusconi di portare alle dimissioni cinque ministri della coalizione di governo del primo ministro Enrico Letta ha causato una nuova crisi politica appena sette mesi dopo il caos delle elezioni di quest’anno, che non hanno portato a nessuna conclusione”.

“I cinici affermeranno che l’instabilità politica a Roma non è niente di nuovo”. Ma la questione è la natura della politica italiana, “autocentrata e autoreferenziale”.

Il quotidiano precisa infatti che “la classe politica dibatte senza fine sul bisogno di una nuova legge elettorale, sui meriti della legge sulla proprietà del precedente governo, o sui problemi legali di Berlusconi. Però non fa nulla per la pubblica amministrazione del paese, notoriamente inefficiente, per il suo sistema legale che va pezzi, per le antiquate leggi sul lavoro, per il settore bancario sottocapitalizzato”.

E l’Italia rischia di far saltare in aria – come nel 2011- l’intero progetto euro. “La più grande minaccia alla sopravvivenza dell’Eurozona è sempre stata l’incapacità dell’Italia di riformarsi e tale situazione alla fine porterà a un confronto con la Germania sul tema chiave: sino a che punto il debito dei paesi periferici dovranno essere mutualizzati tramite l’intervento su larga scala della banca centrale”.

La situazione diventerà più drammaticamente chiara nelle prossime ore, quando si saprà se ci saranno le condizioni per un Letta bis e quando inevitabilmente le agenzie di rating inizieranno a snocciolare i loro giudizi.

Standard & Poor’s ha già parlato di un possibile ulteriore downgrade sul debito “di uno o due scalini”, dunque a livello junk, spazzatura, visto che la valutazione attuale è di appena due gradini al di sopra di quella definita, appunto, spazzatura.

Tutto ciò alimenterà il rischio che l’Italia venga commissariata. Per allontanare tale spettro, una nuova manovra e nuove tasse saranno la probabile conseguenza.