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Berlusconi condannato a 4 anni per frode fiscale

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Roma – L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale al processo sui diritti tv di Mediaset. Il pm aveva chiesto 3 anni e 8 mesi.

Il Cavaliere dovrà risarcire una somma di 10 milioni di euro all’Agenzia delle entrate, in solido insieme agli altri condannati tra cui Frank Agrama, l’uomo di affari di origine egiziana, di cui secondo l’accusa Berlusconi sarebbe stato il socio occulto.

Non e’ una coincidenza che Berlusconi abbia annunciato due giorni fa l’addio alla politica, sostenendo che non si ricandidera’.

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Berlusconi è stato anche condannato all’interdizione dai pubblici uffici, per tre anni, ma la misura non è immediatamente esecutiva perchè si tratta di una sentenza di primo grado.

“Una naturale capacità a delinquere mostrate nell’esecuzione del disegno criminoso”. Lo scrivono i giudici di Milano nel motivare la condanna a 4 anni per frode fiscale dell’ex premier Silvio Berlusconi ricordando i rilevanti importi sottratti al fisco e la pervicacia nel perseverare in disegni illeciti.

Immediata a Piazza Affari la reazione del titolo Mediaset, che accelera al ribasso perdendo -2% e toccando un minimo a 1,336 euro, mentre l’indice Ftse Mib viaggia poco sopra la parità, alle 16.31 ora italiana. Alla fine ha chiuso a -3,4%, 1,33 euro.

Assolto dai giudici per non avere commesso il fatto nell’ambito del processo Mediaset sui diritti tv, Fedele Confalonieri afferma di essere “solo moderatamente soddisfatto perchè dispiaciuto per la condanna di Silvio Berlusconi”. Lo riferisce il suo legale Vittorio Virga.

“Ennesima prova di accanimento giudiziario nei confronti del presidente Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta”. E’ quanto dichiara il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, commentando la notizia. (TMNEWS)

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Silvio Berlusconi è stato condannato a quattro anni di reclusione, per ”frode fiscale”, nel processo sull’acquisizione diritti Tv Mediaset. Dei quattro anni inflitti a Berlusconi tre sono stati condonati sulla scorta dalla legge sull’indulto, la Legge 241 del 2006. Una condanna tuttavia piu’ dura rispetto alla richiesta dei pm di 3 anni e 8 mesi. L’ex premier è stato condannato a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, dal tribunale di Milano, nel caso Mediaset. E’ stato invece condannato a tre anni di interdizione dagli uffici direttivi delle imprese. La condanna diventerà esecutiva solo quando la sentenza passerà in giudicato

Con il sistema dei costi gonfiati nella compravendita di diritti tv, scrivono i giudici, è stata realizzata “una evasione notevolissima”: 17,5 miliardi di lire nel 2000, 6,6 milioni di euro nel 2001, circa 4 milioni nel 2002 e circa 2 milioni nel 2003. I giudici richiamano anche una testimonianza, nella quale si parla di un sistema “per evidenti fini di evasione fiscale”. Sistema che, secondo i giudici, anche altri testi hanno confermato.

Il meccanismo di compravendita dei diritti tv Mediaset fu dunque un sistema “fraudolento”, che non aveva “una logica commerciale” e attraverso il quale “i prezzi hanno subito dei rincari non giustificati”, affermano i giudici della Prima sezione Penale di Milano nelle motivazioni. Il “sistema” dei diritti tv aveva un “duplice fine”: una “imponente evasione fiscale” e la “fuoriuscita” di denaro “a suo favore “. Silvio Berlusconi “rimane al vertice della gestione dei diritti” e del meccanismo fraudolento anche “dopo la discesa in campo”, perché “non c’era un altro soggetto” a gestire il sistema di frode.

Oltre a Berlusconi sono tre gli altri imputati condannati: il produttore statunitense Frank Agrama a 3 anni (integralmente condonati per l’indulto) e gli ex manager Daniele Lorenzano Gabriella Galetto, rispettivamente a 3 anni e otto mesi e a un anno e due mesi. Assolto invece il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. Le altre sei persone finite sotto processo, tra cui il fondatore della Arner Bank Paolo Del Bue e Giorgio Dal Negro, sono state assolte per prescrizione o con formula piena.

I giudici hanno disposto un versamento a titolo di provvisionale di 10 milioni di euro da parte dei condannati all’Agenzia delle Entrate.

“Ora non dichiaro nulla, prima voglio ascoltare le motivazioni”, ha detto Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi a chi gli ha chiesto un commento a caldo sulla condanna. Ghedini ha rimandato così il suo commento al termine della lettura delle motivazioni della sentenza, che il presidente del collegio Edoardo D’Avossa sta esponendo in aula.

“E’ l’ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta”. Così Angelino Alfano in una nota.

“Il fatto che contro Silvio Berlusconi sia giunta una condanna addirittura superiore alle richieste dell’accusa dice molto…E’ una sentenza sconcertante, sulla quale anche gli avversari di Berlusconi farebbero bene a riflettere, a meno di avere riflessi e reazioni meccaniche e dipietriste”, dice il portavoce del Pdl Daniele Capezzone.

“Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla”, così in una nota il leader dell’IdV Antonio Di Pietro. “Da oggi gli italiani – prosegue – possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente, colpevole di frode fiscale e con l’interdizione dai pubblici uffici per i prossimi tre anni. (ANSA)

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Milano, 26 ott. (Adnkronos/Ign) – “E’ una sentenza politica, intollerabile. Non si può andare avanti così”. Silvio Berlusconi non ci sta. La condanna a 4 anni per la vicenda dei diritti tv Mediaset è per il Cavaliere il culmine di un “accanimento giudiziario” che va avanti dalla sua discesa in campo, vent’anni fa. Così “non si può andare avanti. Bisogna fare qualcosa”, si sfoga a Studio Aperto.”Per me non c’è nessuna connessione assolutamente” con la rinuncia alla corsa alla premiership nel 2013.

”Io e i miei avvocati ritenevamo impossibile una condanna”, precisato il Cavaliere.”E’ senza dubbio una sentenza politica, come sono politici i tanti processi inventati a mio riguardo. Non si può andare avanti così, bisogna fare qualcosa. Quando non si può contare su giudici imparziali il paese diventa incivile e barbaro, cessa di essere democrazia”.”Ci sono molte prove” della mia innocenza ”e due assolutamente inoppugnabili”, sostiene Berlusconi pronto al contrattacco nel processo di appello.

“L’accusa – dice l’ex premier – mi vorrebbe socio occulto di due imprenditori americani, uno dei quali io non ho mai conosciuto. E questa accusa non ha nessun riscontro nella realtà. Ci sono, anzi, molte prove del contrario, due assolutamente inoppugnabili, che escludono questa eventualità”.Il Cavaliere poi snocciola poi numeri e cifre dei suoi guai giudiziari: ”Ho subito più di 60 procedimenti, più di mille magistrati si sono occupati di me. Il mio gruppo ha avuto 188 visite della polizia giudiziaria e della Guardia di finanza, ci sono state 2666 udienze in questi 18 anni e abbiano dovuto spendere più di 400 milioni in parcelle di avvocati e consulenti”.

Soldi che si vanno ad aggiungere a quella che definisce la “rapina del millennio”: ”I 564 milioni che ho dovuto dare” a De Benedetti “non sono la rapina del secolo, ma del millennio”. Il Pdl fa quadrato intorno a Berlusconi. Parla di ”ennesima prova di accanimento giudiziario”, Angelino Alfano, così come Paolo Bonaiuti e Sandro Bondi. “Una condanna inaspettata e incomprensibile – commenta ancora Alfano – con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta”.

”Non si tratta di una sentenza ma di un tentativo di omicidio politico”, afferma Fabrizio Cicchitto. “Purtroppo non da oggi diciamo che è in atto un uso politico della giustizia in primo luogo contro Berlusconi”, aggiunge Cicchitto esprimendo allo stesso tempo la solidarietà di tutti i deputati del gruppo Pdl. “La caccia all’uomo non salta un giro”, dichiarano Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello sottolineando che “l’uso politico della giustizia scrive oggi un’altra brutta pagina nella storia del nostro Paese”.

L’ex ministro Mara Carfagna è convinta che “nei successivi gradi di giudizio, come sempre è accaduto in passato, la verità uscirà allo scoperto e Silvio Berlusconi finirà assolto”. Dello stesso avviso Gianfranco Rotondi secondo il quale “la condanna mostra al mondo l’anomalia della giustizia italiana”. Per Antonio Di Pietro, invece, ”tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto – dice il leader di Idv – e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla”.

”Anche se non è definitiva, questa sentenza rivela la gravità dei comportamenti di un importante imprenditore italiano – sottolinea Rosy Bindi (Pd) – ma ciò che inquieta è che questo imprenditore, condannato oggi per frode fiscale, è stato a lungo presidente del Consiglio”. Non commenta la sentenza Massimo D’Alema, ritiene, però, “che dal punto di vista politico si è chiusa un’epoca”. Non commenta neanche Gianfranco Fini (“Non commento le sentenze. Non lo facevo ieri e non lo faccio oggi”) e Pier Ferdinando Casini (Udc) limitandosi a dire: “Abbiamo sempre contrastato Berlusconi sul piano politico e non abbiamo mai speculato sulle sue vicende giudiziarie. Non cominceremo certo adesso”.