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BERLUSCONI A BALLARO’: «FALSITA’ SU DI ME, GIUDICI COMUNISTI. MA SONO DAVVERO UN CRIMINALE?»

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‘Ho assistito al festival delle falsita’ della sinistra, adesso voglio rispondere’: cosi’ il premier chiedendo la parola a Giovanni Floris. Questa la premessa della telefonata a sorpresa di Berlusconi alla fine della puntata di Ballaro’ su Rai3 che ha visto accesi botta e risposta con il conduttore e gli ospiti del centrosinistra. Il premier ha attaccato il conduttore: ‘Lei fa dei processi pubblici nei miei confronti e senza contraddittorio nella tv pagata da tutti i cittadini’.

“La vera anomalia italiana non è Berlusconi ma sono i pm comunisti”. Così il presidente del Consiglio ha ribadito un’ossessione in stile maccartista da Guerra Fredda, solo che sono passati 60 anni, nel giorno della conferma, da parte della Corte d’Appello di Milano, della condanna a quattro anni e sei mesi per l’avvocato David Mills (“Testimoniò il falso pagato 600.000 dollari da Berlusconi”).

Il premier ha ripetuto i suoi slogan abituali, dai magistrati “che nel paese sono la vera opposizione” alla tv pubblica con la sua “prevalenza di giornalisti e programmi di sinistra” e dunque teatro di “programmi disdicevoli”, e solo di striscio ha toccato qualche tema d’attualità, dalla vicenda Marrazzo al conflitto con Giulio Tremonti, all’abolizione dell’Irap. In studio, ospiti di Giovanni Floris, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il titolare della Difesa Ignazio La Russa, Pier Ferdinando Casini, Rosy Bindi, il direttore dell’Unità Concita de Gregorio.

Qui a ‘Ballarò’ – ha spiegato al telefono il presidente del consiglio, in tono concitato – dove “viene tirato in ballo Berlusconi quando Berlusconi non c’è ed è uno spettacolo disdicevole”. “La tv pubblica italiana, bulgara, è una tv con una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra, di programmi di sinistra in cui si attacca il governo, la Rai attaccava noi quando eravamo all’opposizione”. “Non è questo il compito di una tv pubblica, infatti la nostra tv pubblica è unica in tutto il mondo occidentale”.

Quanto alla conferma della condanna per Mills, Berlusconi insiste: “Non sono io l’anomalia italiana. Sono i giudici comunisti e i pm comunisti, che da quando Berlusconi è entrato in politica hanno deciso di aggredirlo con innumerevoli iniziative”. Poi si domanda, sempre in terza personqa: “Ma davvero Silvio Berlusconi era l’imprenditore più criminale della storia del mondo?”.

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“Con Bersani è tornato il Pci”. Così il premier ha commentato l’esito delle primarie del Pd che hanno visto Pierluigi Bersani diventare segretario. E ha citato un sondaggio secondo il quale il Partito democratico sarebbe al 25%. Risponde poi con una frecciatina al conduttore Gianni Floris che gli chiede come va con la scarlattina. “Se viene a casa mia – ha detto il Cavaliere velenoso – sarò felice di attaccargliela”. “Guardi – è stata la risposta – sono costretto a rinunciare perché ho due bambini piccoli a casa”.

Infine un accenno ai temi economici. “Oggi con Tremonti si e’ chiarito ogni equivoco con alcuni esponenti del governo e si prosegue con la politica di rigore”. L’abolizione dell’Irap si farà perché “è nel programma di governo” ma non si possono fissare dei tempi perchè dipende dall’andamento della crisi, ha poi detto il presidente del Consiglio. Si opererà, ha detto, “entro i tempi possibili, e questo dipende da come si evolverà la crisi in cui siamo e nessuno sa al mondo come evolverà questa crisi”. Il governo comunque intende “introdurre il quoziente familiare”.

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Telefonata a sorpresa di Silvio Berlusconi durante la trasmissione Ballarò. «Ho assistito al festival delle falsità della sinistra, adesso voglio rispondere», ha detto il premier chiedendo la parola a Giovanni Floris.

Il premier ribadisce di aver avvertito Piero Marrazzo del video relativo all’incontro con il trans, cosa, spiega che la Sinistra non avrebbe fatto. «Ho informato il governatore delle riprese che lo riguardavano – ha detto – ma non gli ho dato nessun consiglio e l’ho lasciato libero di scegliere se chiamare i numeri telefonici che gli ho fornito o di fare una denuncia». Il premier ha sottolineato di aver saputo da sua figlia dei filmati che riguardavano Marrazzo «quando la Mondadori aveva già rifiutato di comprarli perchè la Mondadori non è né Repubblica né l’Espresso».

Berlusconi attacca con toni vivaci la tv pubblica quando Floris tenta di arginarne l’impeto. «Lei fa dei processi pubblici nei miei confronti e senza contraddittorio nella tv pagata da tutti i cittadini, la tv pubblica italiana ha una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra e di programmi di sinistra. Non credo che questo sia ammissibile in una emittente pubblica». Floris ha ricordato al premier che in studio c’erano ministri del suo governo, ossia Ignazio La Russa e Angelino Alfano. «Mi lasci parlare, le ho detto – ha proseguito il premier – La tv pubblica non è sua né mia, ma degli italiani che la pagano con il canone…». «Proprio perché pagata dagli italiani – replica il giornalista sorridendo – questa trasmissione è libera: fa parlare il presidente del Consiglio e gli rivolge delle domande». «Mi faccia finire poi sono a disposizione per le domande…», replica ancora Berlusconi. Il battibecco va avanti per un po’, con qualche protesta dalla parte di centrosinistra del pubblico. E anche della Bindi. «Basta, basta, basta…», esclama la vicepresidente della Camera, protagonista di un duro scontro qualche settimana fa con Berlusconi a Porta a Porta, alle insistenze del Cavaliere.

Nuovo attacco alla magistratura. «La vera anomalia italiana non è Silvio Berlusconi ma sono i pm comunisti e i giudici comunisti che da quando Berlusconi è entrato in politica hanno deciso di aggredirlo con innumerevoli iniziative» afferma il premier. «Ma davvero Silvio Berlusconi – ha proseguito Berlusconi dalla sua casa di Arcore – era l’imprenditore più criminale della storia del mondo?».

Rosy Bindi, ospite della trasmissione insieme a Pier Ferdinando Casini, ha avuto con il presidente del Consiglio un lungo battibecco aperto quando Berlusconi ha iniziato a parlare di sondaggi, del gradimento suo e del governo. Secondo il premier il governo è al 54% dei consensi; il premier ne ottiene il 68%; il Pd è solo al 25%.

L’«equivoco» con Tremonti. «Non abbiamo mai sottovalutato la portata della crisi, la politica del rigore è stata non solo quella di Tremonti, ma di tutto il governo, è stato chiarito un equivoco» ha detto Berlusconi. Secondo il premier bisogna però dire «sì alla politica del rigore coniugata con la politica dello sviluppo». Berlusconi ha poi detto di essere «a casa ammalato per lavorare nonostante l’ora tarda». Ha difeso lo scudo fiscale, sottolineando che «vengono ricavati importanti capitali per l’economia del paese».

Berlusconi conferma l’obiettivo di tagliare l’Irap e istituire il quoziente familiare, ma il momento arriverà quando i conti lo consentiranno. «Dipende dalla crisi», spiega il Cavaliere. E quando finirà? chiede Floris. «Nessuno lo sa al mondo», replica Berlusconi. «Il governo ha un programma, che conferma, che prevede la riduzione dell’Irap e il quoziente familiare – dice Berlusconi – Nell’ambito di una politica di rigore, ci vogliono anche le misure per lo sviluppo, le imprese e le famiglie. Entro i tempi che saranno possibili in base alla situazione del conti dello Stato, intendiamo mantenere le promesse del nostro programma che consideriamo impegni sacri con gli elettori». Insomma, ripete Berlusconi, «stiamo studiando il modo per coniugare rigore e aiuto alle famiglie e alle imprese».

«A proposito, come va la scarlattina?» chiede Floris salutando il premier dopo circa mezz’ora, con uno sforamento intorno ai 20 minuti. «Se viene a casa mia sono felice di attaccargliela…» risponde il premier. «Non posso, ho due bambini piccoli», replica il giornalista prima della dissolvenza.

Nel caso Marrazzo “io non ho avuto nessun intervento presso la Mondadori”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in diretta telefonica con Ballarò. “Ho saputo – ha aggiunto – che mia figlia Marina aveva già rifiutato il filmato, perché Mondadori non è Repubblica o L’Espresso. Quindi, avendo avuto da mia figlia questa notizia, ho allungato la mano sul telefono, ho chiamato Marrazzo e gli ho detto quello che sapevo da mia figlia.

Gli ho detto ‘abbiamo i numeri di telefono dell’agenzia che ce l’ha in mano, te lo comunico lasciando a te la scelta di quello che vuoi fare: acquistare il documento o denunciare il fatto alla magistratura”. Il premier ha detto inoltre di non essere “intervenuto in nessun modo nel caso Boffo, che tra l’altro era un direttore molto vicino a una persona che mi è molto cara in Vaticano. Quindi io non ho avuto alcun intervento”.

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Dopo Porta a Porta, Ballarò. Rosy Bindi in studio versus Silvio Berlusconi al telefono sta diventando un classico degli italioti talk show serali politici. Anche questa volta in coda di trasmissione, la telefonata del Premier in diretta e fuori programma a una trasmissione cult della politica in tv diventa notizia top della giornata che si va ad aprire. Ad annunciare ai suoi ospiti e ai telespettatori l’inatteso intervento da Arcore è un Floris fra l’imbarazzato e il raggiante.

E sulle prime anche Rosy Bindi, rappresentante del Pd in trasmissione e ‘premier dame’ della vincente mozione Bersani, ci scherza: “Si vede che ormai vuole sempre e proprio parlare con me¿”, ironizza con il vicino di poltrona Pier Ferdinando Casini. Ma la pazienza, è notorio, non è virtù di cui Bindi abbonda. E dopo sette-dieci minuti di Berlusconi a cascata che rifiuta interruzioni e domande fossero anche del padrone di casa (“Lei Floris mi deve lasciare parlare e finire, solo dopo potrà intervenire e farmi domande: sarò a sua completa disposizione”, rimbomba in studio la voce del Premier.

“Il problema è – gli ribatte senza successo il conduttore – che sono io a non essere a sua disposizione: questa è Ballarò, non ‘Radio anch’io’) la Vicepresidente della Camera in procinto di diventare first lady democratica dell’era Bersani non ce la fa proprio più e minaccia il più clamoroso dei gesti tv: l’abbandono. “Io me ne vado: Così non si può, proprio non si può. Non è possibile basta”, si sente dire Bindi al microfono mentre Berlusconi tira dritto per la sua strada. E, in un attimo, Bindi si gira verso il suo staff: “Che dite me ne vado? Me ne posso andare, che dite? Lo faccio”.

La tentazione le passa rapida, anche perchè Floris si impegna ripetutamente a darle la parola per prima, mentre il Cavaliere rinnova il suo j’accuse a Rai, stampa e magistratura comunista. E quando prende la parola, presto interrotta dal Premier, Bindi la usa per prima cosa all’indirizzo dei vertici Rai: “E’ possibile sapere se fa parte del servizio pubblico accettare telefonate in diretta del premier di questa durata in ogni trasmissione politica e, in tal caso, è previsto che si allunghino i tempi di una trasmissione di altrettanti 15 minuti per dare modo di replicare”.

Floris si mette in mezzo e prende su di sè la responsabilità dell’intervento-fiume del Premier: “è stata una mia libera scelta, come libero di decidere mi lascia giustamente fare il mio editore visto che sono pagato con i soldi di tutti”. Un argomento simile a quello che il conduttore usa anche con Berlusconi nel vano tentativo di interrompere il suo monologo a profluvio: “Proprio perchè siamo servizio pubblico e lavoriamo grazie al canone pagato dai cittadini – obietta Floris all’attacco del Cavaliere alla Rai ‘che usa i soldi di tutti per attaccare il governo’- tempi e domande li decidiamo noi, non lei”.

A Bindi ormai la voglia di andare via è visibilmente passata: prevale quella di rispondere a tono in tv all’avversario di Arcore: “Presidente – dà sulla voce a Berlusconi – forse lei che usa tutto questo tempo a suo piacimento in Rai paga un canone più alto degli altri”.