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BCE PREOCCUPATA DALLA FORZA DELL’EURO PER I TASSI

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Le autorità della Bce
hanno ridimensionato le prospettive di un ciclo di rialzi dei
tassi per evitare di spingere l’euro ancora più in alto rispetto
al dollaro. Lo riporta oggi l’agenzia Market News.

“Una
parità a 1,60 dollari non è desiderabile per la Bce, ma
non credo che abbiamo scelta”, ha detto quello che viene
indicato come ‘un alto funzionario dell’Eurosistema’ secondo
l’agenzia.

Questo funzionario, prosegue l’agenzia, ha detto che il

consiglio governativo ha “discusso a lungo” il rischio di un
ulteriore rialzo dell’euro durante il suo ultimo meeting il 3
luglio, quando ha alzato i tassi d’interesse al 4,25% dal 4%.

“Abbiamo dibattuto su come lanciare il nostro messaggio e

comunicare la nostra decisione ai mercati senza dare
l’impressione che fosse iniziato un nuovo ciclo di rialzo dei
tassi”, ha detto la fonte.

“Ne abbiamo discusso e deciso il linguaggio del comunicato
per evitare un ulteriore rafforzamento
dell’euro. La ragione
principale per cui abbiamo lasciato intendere che non stiamo
iniziando una serie di rialzi dei tassi è stato il mantenimento
della stabilità del mercato dei cambi”.

La fonte di Market News ha detto che la Bce è in primo luogo

concentrata sull’inflazione ed è stata più esplicita sulla
possibilità di rialzi dei tassi di quanto non lo siano stati i
membri del consiglio governativo in pubblico.
“Certamente non ci compromettiamo in anticipo sulla politica
dei tassi, ma
questo non significa che una ulteriore stretta
della politica monetaria sia da escludere”, ha detto un
funzionario dell’Eurosistema. “Naturalmente siamo aperti a tutte
le possibilità, ma non c’è attualmente alcuna informazione sulla
base della quale
si possa discutere un taglio dei tassi”.

Un’altra fonte ha fatto un’osservazione analoga. “Sulla base
del fatto che i prezzi del petrolio stanno salendo in maniera
insolita, ci si può aspettare che i trend d’inflazione siano
maggiori delle attese”
ha detto. “Quindi, se questo scenario
fosse confermato, credo che ulteriori strette della politica
monetaria sarebbero appropriate”.