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Batterio killer salgono a 15 morti in Germania, primo caso in Svezia

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ROMA – Lo Stato tedesco della Renania-NorthWestfalia ha annunciato una nuova morte per batterio-killer Ehec, con la quale salgono a 15 le vittime per l’epidemia nel Paese. Ma intanto si registra una prima vittima oltre-frontiera: una donna di una cinquantina d’anni, contagiata dal micidiale batterio in Germania, e che e’ morta al suo ritorno in Svezia, dopo il ricovero in ospedale.

E un primo caso sospetto e’ in Spagna: un uomo di una quarantina d’anni, che di recente aveva soggiornato in Germania, e che e’ stato ricoverato in un ospedale di San Sebastian il 20 maggio e adesso, di fronte al deteriorarsi delle sue condizioni, trasferito in terapia intensiva.

Intanto in Germania, il numero dei contagiati continua a crescere: e’ a quota 1.400, secondo gli ultimi dati forniti dall’istituto di virologia Robert Koch di Berlino. E centinaia di altre persone sono ricoverate in ospedale, per la sindrome emolitico-uremica, provocata dal germe patogeno e che causa insufficienza renale, anemia emolitica microangiopatica, trombocitopenia, difetti di coagulazione e sintomici neurologici variabili.

Il ministro dell’Alimentazione, Agricoltura e protezione dei consumatori tedesca, Ilse Aigner, lunedi’ e’ comparsa per la prima volta in pubblico, dall’inizio dell’epidemia lo scorso 24 maggio, per ammettere che il Paese si trova dinanzi a “una grande sfida”, una “grave situazione” che ha raggiunto “dimensioni europee”; e ha reso noto che la Germania e’ in contatto con “altri Paesi europei”, confermando l’avvertimento di non consumare verdure non cucinate (principalmente pomodori, cetrioli e lattuga).

L’origine del virulento ceppo del batterio e’ un enigma: l’agente patogeno e’ stato individuato su cetrioli importati dalla Spagna e commercializzati attraverso il mercato centrale di Amburgo, ma non e’ chiaro se si siano contaminati in Spagna, durante il trasporto o in Germania. La Spagna e’ furente perche’, secondo Madrid, si e’ indicato un ‘colpevole’ senza alcuna prova scientifica e ha chiesto una “soluzione europea”.

Arrivando all’incontro informale tra i ministri dell’agricoltura Ue, a Debrecen, in Ungheria, il responsabile del dicastero, Rosa Aguilar, ha detto che le perdite stimate per il settore raggiungeranno “piu’ di 200 milioni di euro a settimana”. “Abbiamo bisogno di una soluzione europea a un problema europeo”, ha detto. Ma intanto la federazione dell’industria export spagnola ha annunciato che praticamente l’intera Europa ha smesso di comprare frutta e verdura nazionali, proprio per il timore del batterio-killer.

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Roma – E’ attiva già da sabato scorso la rete di controlli dei carabinieri dei Nas per verificare l’eventuale presenza anche in Italia dei cetrioli contaminati dal batterio intestinale Escherichia coli che ha causato dieci morti in Germania e molti casi di infezioni in diversi paesi d’Europa.

I carabinieri stanno verificando, si è appreso dal comando dei Nas, gli arrivi dalla Spagna, dall’Olanda e da altre aree d’Europa. I controlli con analisi di laboratorio al momento non hanno evidenziato alcun caso di vegetale contaminato dal batterio sui nostri mercati. Le analisi sono state disposto dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che ieri sera aveva confermato l’assenza di casi in Italia.

ISS, NESSUN CASO ITALIA MA NOI ALLERTATI

In Italia non ci sono ancora stati casi di infezione da Escherichia Coli del ceppo che sta mietendo vittime in Germania, ma il sistema sanitario è ‘allertato’ e pronto a registrare eventuali contagi. Lo afferma Alfredo Caprioli, esperto dell’Istituto Superiore di Sanità, che su incarico del Ministero della Salute sta seguendo l’evoluzione dell’epidemia.

“Noi siamo il centro di riferimento europeo per l’Escherichia Coli nella veterinaria e negli alimenti – sottolinea Caprioli – già da venerdì abbiamo fornito a tutti i laboratori Ue un nuovo protocollo per l’analisi che consente di trovare il ceppo tedesco con più facilità. Per il momento posso affermare che in Italia non è stato trovato nessun caso, ma che comunque le società scientifiche di nefrologia sono state allertate e gli ospedali sono pronti a ricevere eventuali pazienti”.

Per il momento sugli alimenti non ci sono controlli aggiuntivi in Italia: “Questa è una decisione che dipende dal Ministero – continua l’esperto – per ora stiamo effettuando solo i controlli di routine. C’é da notare però che i casi trovati finora nei vari paesi Ue sono tutti in persone che provenivano dalla Germania, e quindi sono state contagiate lì.

Il ceppo ‘tedesco’ è di un tipo molto raro, che contrariamente agli altri dà problemi soprattutto agli adulti”. Per il momento dunque non ci sono allarmi nel nostro paese, anche se è meglio seguire le usuali norme igieniche: “Le persone che hanno contratto il batterio non sono contagiose come quelle che hanno l’influenza – spiega l’esperto – ma comunque il contagio può avvenire se, ad esempio, si viene in contatto con le feci di un bimbo che si è ammalato”.

“Per quanto riguarda la verdura è sufficiente lavarla bene, anche con la semplice acqua, per limitare i rischi. Nel caso dei cetrioli, che sembrano essere il veicolo del contagio, forse è meglio sbucciarli”.

La Coldiretti ha assicurato che non vi sara’ nessun impatto sui consumi in Italia. Con la riapertura dei mercati non si e’ riscontrato nessun effetto sui consumi di cetrioli ed altri tipi di verdure in Italia anche grazie alle positive rassicurazioni sul fatto che nessun caso di infezione legato ai cetrioli contaminati arrivati dalla Spagna e’ stato finora segnalato in Italia e all’avvio di controlli a tappeto sui prodotti importati.

E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sui mercati italiani dopo le dichiarazioni del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, sull’epidemia del batterio E.coli provocata in Europa dal consumo di cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna.

Forte preoccupazione desta nei coltivatori italiani la situazione nei mercati esteri come la Germania dove – sottolinea la Coldiretti – si e’ praticamente dimezzato il consumo di verdure fresche con effetti ingiustificati anche sulle spedizioni di prodotti Made in Italy da primato per qualita’ e sicurezza alimentare. La Germania – precisa la Coldiretti – e’ il primo mercato di sbocco delle esportazioni italiane di verdure e legumi freschi per un valore di 460 milioni nel 2010.

L’Italia – continua la Coldiretti – e’ il principale produttore europeo di ortofrutta fresca che esporta in tutto il mondo per un valore di 4,1 miliardi di euro, la principale voce positiva del commercio estero agroalimentare nazionale. Se all’estero le autorita’ europee e tedesche devono fare al piu’ presto chiarezza per evitare che si verifichino pesanti effetti sui mercati, in Italia il consiglio della Coldiretti e’ quello di preferire prodotti Made in Italy che in questa stagione sono peraltro disponibili con grande varieta’ nel nostro Paese.

Meglio ancora – sottolinea la Coldiretti – e’ acquistare prodotti a chilometri zero, direttamente dai produttori agricoli o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, che non devono percorrere lunghe distanze e subire intermediazioni che potrebbero essere responsabili delle contaminazioni che si sono verificate.

Grazie alla battaglia della Coldiretti per la trasparenza dell’informazione e’ possibile riconoscere su tutti i banchi di mercati, negozi e supermercati la provenienza della frutta e verdura in vendita poiche’ e’ in vigore l’obbligo di riportare le informazioni relative all’origine, alla categoria, alla varieta’, nonche’ al prezzo della frutta e verdura messe in vendita.

L’Italia ha importato cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010 con l’ ortofrutta fresca – conclude la Coldiretti – rappresenta una delle principali voci per 591 milioni di euro e in questo momento il nostro Paese e’ invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica.