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Basilea 3: a tante banche manca ancora liquidità

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MILANO (WSI) – Forse sarebbe meglio condurre stress test anche nel 2015. Il comitato di controllo di Basilea 3 ha avvertito che molti istituti di credito sono ancora in ritardo sui requisiti di capitale.

Le banche mondiali hanno un fabbisogno di 305 miliardi di euro per l’indicatore a breve termine (Lcr) e 640 miliardi per quello a più lungo termine (Nsfr). I minimi di liquidità previsti a partire dal 2019 sono invece prossimi dall’essere raggiunti.

Sono i dati salienti emersi dallo studio pubblicato dal comitato presieduto da Stefan Ingves. L’analisi riguarda i dati raccolti fino al 30 giugno di 98 banche di grandi dimensioni (sopra i 3 miliardi di capitale tier 1) più altri 126 istituti di dimensioni inferiori.

Per le banche più grandi, che hanno la maggiore importanza sistemica, il deficit riscontrato è stato di deficit di 3,9 miliardi per arrivare al requisito del 7% di capitale di maggiore qualità (common equity tier 1 o Cet1) più i cuscinetti patrimoniali aggiuntivi richiesti dal Financial Stability Board.

Per quanto riguarda la liquidità a breve, il 20% degli istituti più grandi si trova sotto il 100%. In media il valore è del 121% (140% invece per le altre).

In termini assoluti significa che le banche in difetto di cash hanno bisogno di altri 305 miliardi di euro di asset liquidi (lo 0,5% del totale degli attivi) per poter mettersi in pari a partire dal 2019 – dal 2018 per le società europee.

Parlando di Europa, il deficit dei 148 gruppi finanziari sotto esame è risultato pari a 2,8 miliardi di euro. In fatto di liquidità, presso le banche non in regola con il Lcr è stato rilevato un deficit equivalente a 115 miliardi.

Sul tema della vigilanza bancaria è intervenuto in Senato il capo dell’Eba Andrea Enria, rendendosi protagonista di una gaffe. Nel denunciare la presenza di troppi organismi di controllo, Enria ha fatto capire che una autorità tra Bce, banche centrali ed Eba è di troppo.

“Nonostante la chiarezza delle decisioni sull’Unione Bancaria – ha detto – l’architettura della vigilanza bancaria europea rimane complessa, fondata sull’interazione di una molteplicità di istituzioni e autorità, sovranazionali e nazionali. È importante identificare chiaramente le diverse responsabilità, per evitare sovrapposizioni nei ruoli che minerebbero l’efficienza e l’efficacia dell’intero sistema”.

(DaC)