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BANKITALIA: LA SOLUZIONE E’ NELLE MANI DI FAZIO E DEL GOVERNO

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La Bce ribadisce che la soluzione del ‘caso Fazio’ spetta al governo italiano, ma aggiunge significativamente – esplicitandolo per la prima volta – che la vicenda è “anche nelle mani dello stesso Governatore”.

A spiegarlo all’ANSA sono fonti molto qualificate vicino all’Eurotower, che non mancano di stigmatizzare la “grande meraviglia” registrata a Washington nella comunità dei banchieri centrali internazionali (ma non solo) per la situazione creatasi, nei giorni del G7 e delle riunioni dell’Fmi e della Banca mondiale, a seguito delle improvvise dimissioni del ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, della sfiducia espressa dal governo al governatore di Bankitalia e della ‘querelle’ istituzionale sorta tra Fazio e il nuovo ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

Querelle sfociata nella revoca al governatore, da parte del neoministro, dell’incarico a tenere un discorso presso la Banca mondiale.

All’interno del board della Bce c’é una crescente preoccupazione che rischia di pesare sulla credibilità dell’intero eurosistema e a questo si aggiunge un senso di forte irritazione, spiegano sempre dall’interno dell’Eurotower, per il clamore quasi scandalistico assunto dalla vicenda.

“La soluzione del problema è nelle mani di Fazio e del governo”, osservano le fonti, rispondendo così a quanto affermato ancora ieri dal premier Berlusconi e da Tremonti, ossia che l’esecutivo non può fare più nulla per indurre Fazio a dimettersi. La Bce torna quindi a chiamarsi fuori dalla battaglia ‘istituzionale’ sulle dimissioni del governatore, ma non per questo molla la presa ‘tecnica’ sull’analisi dell’operato di palazzo Koch nella vicenda Antonveneta.

Nei giorni scorsi era emerso che l’Eurotower avrebbe chiesto per la seconda volta ‘ulteriori informazioni’ a Fazio su tempi, modi e criteri delle autorizzazioni rilasciate alla ex Popolare di Lodi (ora Bpi) nella sua scalata all’istituto padovano. Finora la richiesta formale non è ancora partita da Francoforte alla volta di via Nazionale, essendo ancora in fase di preparazione presso i servizi tecnici.

Ma verrà inviata nei prossimi giorni, anche se probabilmente non in tempo affinché il ‘caso Fazio’ venga discusso al prossimo Consiglio direttivo della Bce, in programma il 6 ottobre ad Atene. Tra gli argomenti di discussione ormai certi del meeting in Grecia vi è, invece, la riforma di Bankitalia presentata dal governo nelle scorse settimane.

Nei giorni scorsi la Bce aveva lasciato filtrare che – a differenza di un anno fa – questa volta non sarebbe contraria a una revoca ‘ex lege’ di Fazio, nel caso in cui il governo, con un atto amministrativo, provvedesse a revocare il decreto presidenziale con cui nel ’93 era stato nominato del governatore. Ora, la revoca ‘ex legé non è più prevista dall’attuale bozza di riforma di Bankitalia, che non prevede, tuttavia, neanche una forma di regime transitorio per l’attuale governatore, richiesto invece dalla Bce.

Ma anche su questo punto, secondo quanto si apprende, l’Eurotower sarebbe orientato a non sollevare particolari obiezioni, prendendo semplicemente atto di tale mancanza. Quanto all’eventuale incarico, da attribuire al consigliere etico della Bce, Hans Tietmeyer, di valutare il comportamento di Fazio alla luce del ‘codice etico’ della Bce, ai piani alti dell’Eurotower “per ora non se ne è ancora parlato”.

D’altronde, si ragiona nell’ambiente dei banchieri centrali, se il governatore non si è dimesso dopo essere stato sfiduciato dal premier, da due vicepremier e dal ministro dell’Economia, perché dovrebbe farlo a causa di una ‘censura’ da parte di un organismo che non ha alcun potere effettivo?.