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Bankitalia descrive la brutta economia. Governo: «Toni inutilmente ansiogeni»

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Le famiglie non sembrano disposte a spendere perché sono indebitate e i redditi scendono. Come conseguenza i consumi restano cauti e i «segnali per i mesi estivi non ne delineano un recupero». È quanto scrive la Banca d’Italia nell’ultimo Bollettino economico secondo cui «nel secondo trimestre del 2010 è proseguito il ristagno dei consumi delle famiglie, frenati dalla contrazione degli acquisti di beni durevoli (-6,8% sul periodo precedente)». In particolare, nel secondo trimestre «il debito delle famiglie (misurato in rapporto al reddito disponibile sui dodici mesi precedenti) è aumentato di oltre mezzo punto». Alla contrazione dei consumi ha contribuito la fine delle agevolazioni fiscali alla rottamazione delle auto più inquinanti.

Secondo Bankitalia «le prospettive sul mercato del lavoro rimangono incerte» e a farne le spese sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni il cui tasso di disoccupazione continua a essere più di tre volte maggiore della media. Il Bollettino economico osserva che il tasso di disoccupazione reale, che comprende lavoratori scoraggiati e ore di Cig, viaggia oltre l’11% (secondo l’Istat nel terzo trimestre è l’8,5%).

Le imprese italiane proseguono sulla strada di una graduale ripresa, secondo la Banca d’Italia, ma pesa l’incertezza sull’intensità e la forza di questa ripresa. Ad attestare questo clima all’insegna dell’incertezza è l’indagine trimestrale presso le imprese dell’industria e dei servizi.

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I dati di Bankitalia irritano il Governo. Secondo le stime contenute nel Bollettino economico reso pubblico oggi da palazzo Koch si registrano in Italia dati allarmanti: l’immobilismo dei consumi delle famiglie italiane, la disoccupazione reale oltre l’11% e il tasso di crescita all’1% nella media del 2010. Secca la risposta del Tesoro. Per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, queste cifre non corrisponderebbero però alla realtà dei fatti: “Non commento dati esoterici, commento solo dati che vengono da fonti come Eurostat”. Anche il dicastero dell’Economia non ha gradito che nel Bollettino si dica che la Decisione di Finanza Pubblica potrebbe avere sovrastimato sia le entrate che le spese per il 2010: “Dati inutilmente ansiogeni, il presunto ‘crollo’ delle entrate tributarie è esclusivamente dovuto al venir meno quest’anno di entrate una tantum registrate nel 2009? ha dichiarato Tremonti.

Il bollettino diffuso dalla Banca d’Italia fotografa luci e ombre della situazione economica italiana. Se la produzione industriale è segnalata ancora in ripresa, infatti, i consumi restano però deboli, a causa della dinamica dei redditi e dei segnali incerti che arrivano dal mercato del lavoro. Il tutto a fronte di una crescita dell’economia mondiale che registra ritmi più contenuti rispetto a quelli registrati nel primo semestre dell’anno.

A pagare di più l’incertezza della situazione nel mercato del lavoro sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni il cui tasso di disoccupazione continua a essere più di tre volte maggiore della media. Il tasso di disoccupazione reale viaggia oltre l’11%. Per Bankitalia, “i segnali, pur deboli, di ripresa sono confermati dall’intensificata attività di ricerca di personale da parte delle imprese”. La crescita dell’occupazione “ha riguardato esclusivamente le regioni del Centro, a fronte della sostanziale stabilità in quelle del Nord e dell’ulteriore riduzione registrata nel Mezzogiorno. Drastico il giudizio sulle famiglie. Qui i comportamenti di spesa restano cauti e i “segnali per i mesi estivi non ne delineano un recupero”. Secondo la Banca d’Italia “nel secondo trimestre del 2010 è proseguito il ristagno dei consumi delle famiglie, frenati dalla contrazione degli acquisti di beni durevoli”. L’economia italiana crescerà dell’1% nella media del 2010. A un’ulteriore espansione delle esportazioni “si è affiancato il deciso rialzo dell’accumulazione in macchinari e attrezzature, che ha beneficiato di agevolazioni fiscali in scadenza alla fine di giugno”. Il risultato finale è un divario di crescita tra i maggiori paesi dell’area dell’euro. In particolare rispetto alla Germania dove l’incremento del Pil è stato molto più deciso.

Il quadro non trova d’accordo il governo. Per il ministero dell’Economia, infatti, “il presunto crollo delle entrate tributarie è esclusivamente dovuto al venir meno quest’anno di entrate una tantum registrate nel 2009. Le entrate sono perfettamente in linea con le previsioni, come gia’ segnalato dal Dipartimento delle Finanze”.

Sulla linea di Bankitalia, l’opposizione. Secca la dichiarazione di Rosy Bindi presidente dell’assemblea nazionale del Pd. “Oggi i ministri del Lavoro e del Tesoro hanno liquidato con toni sprezzanti i dati diffusi da Bankitalia sulla disoccupazione e le entrate tributarie”. Per la parlamentare democratioca “le valutazioni di Bankitalia possono essere oggetto di discussione, ma è deprimente assistere da parte di membri del governo alla sistematica delegittimazione di autorità indipendenti e istituzioni pubbliche. Ansiogeni sono per la verità i tagli indiscriminati, le risse tra ministri, il vuoto di proposte per far fronte al grande disagio di milioni di famiglie italiane”. Per la Bindi: “Esoterico e il governo Berlusconi, che ignora la realtà e sta facendo male al Paese’.

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La nota del dipartimento delle Finanze del ministero del Tesoro lo riporta nero su bianco: i toni usati dalla Banca d’Italia per commentare i risultati delle entrate nei primi tre trimestri sono «inutilmente ansiogeni». Un giudizio netto e diretto, quello del ministero guidato da Giulio Tremonti, seguito alla pubblicazione del bollettino economico diramato dall’istituto centrale, che ha affrontato tra l’altro il tema del calo dei consumi e quello della disoccupazione.

Nel testo diffuso da Palazzo Koch veniva spiegato che nel complesso dei primi tre trimestri del 2010, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono diminuite dell’1,8% rispetto al corrispondente periodo del 2009, 5 miliardi in valore assoluto. «La riduzione – scrive Bankitalia – è riconducibile al crollo delle imposte sostitutive una tantum, che avevano sostenuto le entrate nel 2009, e al calo del gettito di quelle sui redditi delle attività finanziarie, che ha riflesso con i consueti ritardi l’andamento dei tassi di interesse».

«Il commento sull’andamento delle entrate tributarie dei primi tre trimestri 2010 pubblicato a pagina 43 del Bollettino economico della Banca d’Italia ha toni inutilmente ansiogeni», si legge ora nella nota del Tesoro. Il comunicato aggiunge che «il presunto ‘crollo’ delle entrate tributarie è esclusivamente dovuto al venir meno quest’anno di entrate una tantum registrate nel 2009. Le entrate sono perfettamente in linea con le previsioni, come già segnalato dal Dipartimento delle Finanze».

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Economia, Bankitalia lancia l’allarme

L’ira del governo: “Toni ansiogeni”. Il Bollettino Economico confermano una quadro di luci e ombre: in ripresa la produzione industriale ma le sofferenze arrivano dal lavoro: disoccupazione reale all’11%. L’economia italiana crescerà dell’1% nella media del 2010. L’irritazione del governo. Sacconi: “Dati esoterici”. Il ministero dell’Economia: “Toni ansiogeni”. Il Pd: “La politica del governo è un fallimento”

L’economia italiana crescerà dell’1% nella media del 2010. Mentre continuano a ristagnare i consumi delle famiglie italiane e la disoccupazione “reale” va oltre l’11%. Sono queste le stime contenute nel Bollettino Economico della Banca d’Italia che confermano una quadro di luci e ombre e che innervosiscono, non poco, il governo.

Se la produzione industriale è segnalata ancora in ripresa, infatti, i consumi restano deboli, a causa della dinamica dei redditi e dei segnali incerti che arrivano dal mercato del lavoro. Il tutto a fronte di una crescita dell’economia mondiale che registra ritmi più contenuti rispetto a quelli fatti registrare nel primo semestre dell’anno. Nel complesso del 2010, l’aumento sarebbe pari al 4,8 per cento, per poi scendere verso il 4 nel prossimo anno. “L’incertezza sull’evoluzione futura resta tuttavia elevata – annota Via Nazionale – riflettendo nelle economie avanzate gli alti livelli di disoccupazione e l’ancora debole situazione patrimoniale delle famiglie”.

L’irritazione del governo. Sprezzante la reazione del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: “Non commento dati esoterici, commento solo dati che vengono da fonti come Eurostat”. Poi è la volta del dicastero dell’Economia che non ha gradito che nel Bollettino si dica che la Decisione di Finanza Pubblica potrebbe avere sovrastimato sia le entrate che le spese per il 2010: “Dati inutilmente ansiogeni, il presunto ‘crollo’ delle entrate tributarie è esclusivamente dovuto al venir meno quest’anno di entrate una tantum registrate nel 2009″.

Disoccupazione. ‘Le prospettive sul mercato del lavoro rimangono incerte e a farne le spese sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni il cui tasso di disoccupazione continua a essere più di tre volte maggiore della media” osserva la Banca d’Italia, sottolineando come il tasso di disoccupazione reale, che comprende lavoratori scoraggiati e ore di Cig, viaggi oltre l’11%. Per Bankitalia, “i segnali, pur deboli, di ripresa sono confermati dall’intensificata attività di ricerca di personale da parte delle imprese: nel secondo trimestre il numero di posti vacanti è salito allo 0,7% in rapporto agli occupati (0,2 punti percentuali in più rispetto a un anno prima)”.

La crescita dell’occupazione, si legge nel Bollettino “ha riguardato esclusivamente le regioni del Centro (0,6%, al netto dei fattori stagionali tra il primo e il secondo trimestre dell’anno in corso), a fronte della sostanziale stabilità in quelle del Nord e dell’ulteriore riduzione registrata nel Mezzogiorno (-0,1%). A livello settoriale, la ripresa dell’occupazione ha interessato il terziario (0,1%), le costruzioni (0,5%) e, in misura più intensa, l’agricoltura (1,9%), mentre è proseguito il calo nell’industria in senso stretto (-0,4%).

Cassa integrazione. Dopo il calo registrato nel secondo trimestre, riprendono a salire le ore di Cig autorizzate dall’Inps: 9,8% sul trimestre precedente, al netto dei fattori stagionali. Sempre nel terzo trimestre l’incidenza degli occupati equivalenti in Cig sulle unità di lavoro dipendenti a tempo pieno nell’industria in senso stretto, prosegue l’analisi di palazzo Koch, “è diminutia di 1,3 punti percentuali annullando l’aumento registrato nel secondo trimestre”.

Famiglie. I comportamenti di spesa delle famiglie restano cauti e i “segnali per i mesi estivi non ne delineano un recupero”. Secondo la Banca d’Italia “nel secondo trimestre del 2010 è proseguito il ristagno dei consumi delle famiglie, frenati dalla contrazione degli acquisti di beni durevoli (-6,8% sul periodo precedente)”.

Crescita. L’economia italiana crescerà dell’1% nella media del 2010. Si tratta, spiega l’istituto di Via Nazionale, di un dato “in linea con la previsione pubblicata nel Bollettino economico dello scorso luglio e con quelle diffuse di recente dalla Commissione europea e dal Fondo Monetario Internazionale”. Bankitalia segnala che “nel secondo trimestre del 2010 il Pil in Italia è aumentato a un ritmo lievemente superiore a quello di inizio d’anno (0,5% sul periodo precedente). A un’ulteriore, robusta espansione delle esportazioni “si è affiancato il deciso rialzo dell’accumulazione in macchinari e attrezzature, che ha beneficiato di agevolazioni fiscali in scadenza alla fine di giugno”.

Fisco. La Decisione di Finanza Pubblica, che contiene le ultime stime del governo sia sulla crescita che sugli andamenti dei conti pubblici, potrebbe avere sovrastimato sia le entrate che le spese per il 2010. E’ quanto si legge nel Bollettino di Bankitalia. “I dati disponibili – è scritto nel documento – segnalano che sia la crescita delle entrate sia quella delle spese potrebbero risultare inferiori a quanto indicato nella Dfp”.

Banche. Nel primo semestre del 2010, secondo le relazioni consolidate dei primi cinque gruppi bancari italiani, la redditività ha continuato a ridursi. Il rendimento del capitale e delle riserve è sceso al 4 per cento, circa un punto percentuale in meno rispetto a un anno prima. La flessione del margine di interesse è stata solo in parte compensata dall’aumento degli altri ricavi, determinando nel complesso una riduzione del margine d’intermediazione pari al 7 per cento.

Europa. I divari di crescita tra i maggiori paesi dell’area dell’euro tendono ad ampliarsi. In particolare rispetto alla Germania. Nel complesso dell’area il Pil è cresciuto dell’1 per cento nel secondo trimestre rispetto al primo (contro lo 0,2 del periodo precedente). In Germania l’incremento del Pil è stato molto più deciso (2,2 per cento nel secondo trimestre); dal punto di minimo ciclico l’economia tedesca è finora complessivamente cresciuta del 4,2 per cento, circa tre punti più della media degli altri paesi dell’area; in Francia e in Italia il recupero è stato solo dell’1,9 e dell’1,3 per cento, rispettivamente.

Pd e Cgil contro il governo. “I dati di Bankitalia rendono carta straccia il documento approvato ieri dal Consiglio dei ministri. E’ sempre più evidente che la politica economica del governo è stata un fallimento”. E’ quanto sostiene Paola De Micheli, responsabile Pmi del Pd. “Bankitalia riporta i dati della realtà nel flusso propagandistico del governo berlusconi” aggiunge Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Critica anche la Cgil: “I dati confermano le gravi difficoltà che attraversa l’occupazione e l’economia italiana” dice il segretario confederale Fulvio Fammoni.