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BANK OF AMERICA CONTINUA A FARE PERDITE

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Pessima estate per Bank of America, che nel terzo trimestre ha chiuso in perdita per la seconda volta in meno di un anno (il rosso da un miliardo di dollari, sale a 2,24 miliardi se si include il pagamento dei dividendi sui titoli privilegiati). Svalutazioni per 2,6 miliardi di dollari e altri oneri per 402 milioni di dollari hanno annullato l’effetto positivo dell’acquisizione di Merrill Lynch, che ha fatto crescere il giro d’affari di un terzo.

Mentre il titolo ha reagito cedendo il 2,2 per cento nelle contrattazioni del premercato a Wall Street a 17,71 dollari per azione (su base annuale è ancora in rialzo del 29 per cento, recuperando quindi dai minimi di marzo), l’amministratore delegato uscente Kenneth Lewis ha puntato l’indice contro l’aumento di mancati pagamenti sulle carte di credito. “I costi del credito rimangono alti e, guardando avanti, questa è la sfida maggiore”, ha detto Lewis. Bank of America è considerata particolarmente vulnerabile all’andamento del mercato del lavoro (il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è salito il mese scorso al 9,8 per cento, il massimo in 26 anni), perché influisce sui consumi e, di conseguenza, sull’utilizzo delle carte di credito, una delle attività principali della banca (le perdite della divisione sono cresciute a 1,03 miliardi di dollari dai 167 milioni di un anno fa).

Nello specifico, l’istituto ha registrato perdite per un miliardo di dollari, 26 centesimi per azione, contro gli utili per 1,18 miliardi di dollari, 15 centesimi per azione, dello stesso periodo di un anno fa. Dopo il pagamento dei dividendi sulle azioni privilegiate per 1,24 miliardi di dollari, il rosso cresce a 2,24 miliardi di dollari, 26 centesimi per azione. Il giro d’affari è cresciuto del 33 per cento a 26,04 miliardi di dollari, dai 19,9 miliardi di un anno fa, mentre gli analisti attendevano perdite per 6 centesimi per azione su un giro d’affari di 27,7 miliardi di dollari. Inoltre, il rapporto capitale Tier 1, indicatore chiave della solidità finanziaria di una società, è cresciuto al 12,46 per cento dal 7,55 per cento dell’anno scorso e all’11,93 per cento dell’ultimo trimestre. Gli accantonamenti contro future perdite sono stati pari a 11,7 miliardi di dollari, in calo dai 13,4 miliardi del secondo trimestre ma in netto rialzo rispetto ai 6,5 miliardi del terzo trimestre 2008.

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