Economia

Pop Milano-Banco Popolare: nasce colosso da 170 miliardi

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MILANO (WSI) – Quattro milioni di clienti, 2.500 sportelli, 25mila dipendenti e una capitalizzazione complessiva da 5 miliardi e mezzo di euro. Questi i numeri di quello che diventa immediatamente il terzo istituto bancario italiano – dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit – nato dalla tanto attesa e discussa fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano (BPM).

Mercoledì notte i consigli dei due istituti hanno dato via libera al progetto di fusione, dopo l’ok arrivato dalla Vigilanza della Bce sul rispetto delle condizioni poste per la fusione, come l’aumento di capitale da 1 miliard e la governance del nuovo istituto. Governance che prevede la sede legale del nuovo istituto bancario a Milano in Lombardia, dove il gruppo sarà primo operatore con una quota di mercato superiore all’8%, la sede amministrativa a Verona ma presenza anche in Piemonte, tre regioni che valgono qusi il 40% del PIL italiano. Come ha affermato l’ad del Banco Popolare, Pier Francesco Sviotti: “BPM e Banco Popolare hanno un territorio che è migliore della Germania”, mentre l’ad di Bpm Giuseppe Castagna ha detto:

“L’aggregazione è quello che ho sempre auspicato. Ritenendo che la cosa migliore fosse un’alleanza lombardo-veneta”.

Alla struttura del vertice ci sarà come presidente Carlo Fratta Pasini presidente, amministratore delegato Giuseppe Castagna, Maurizio Faroni direttore generale, Pier Francesco Saviotti presidente del Comitato esecutivo. In più, la Bpm esprimerà un vice presidente vicario, su un consiglio di amministrazione a 19 membri (da ridurre a 15 dopo un triennio): nove consiglieri saranno espressi da Verona, sette da Milano (più l’ad Castagna) e due indipendenti.

In serata è arrivata una nota congiunta delle due banche in cui si danno alcuni numeri della maxi fusione.

“L’allenza tra le due banche è destinata a produrre sinergie lorde a regime stimate preliminarmente, in 365 milioni annuo, di cui 290 milioni da minori costi e 75 milioni da maggiori ricavi. Il raggiungimento della situazione a regime è previsto entro il 2018. Attesi oneri di integrazione una-tantum stimati in circa il 150% delle sinergie di costo, in linea con analoghe operazioni. La creazione di valore è stimata in 1,9 miliardi circa, al netto degli oneri di integrazione”.

Il terzo istituto di credito italiano avrà una Cet1 ratio pro-forma fully loaded pari al 13,6% e phased-in pari al 13,7% e una solida posizione di liquidità con un indice Lcr ampiamente superiore al 100%.

Per quanto riguarda i tempi entro maggio è atteso il varo del rafforzamento patrimoniale di Banco Popolare che dovrà terminare entro ottobre e poi a novembre si terranno le assemblee sulla fusione.