ROMA (WSI) – Emergenza-terremoto, banche, una manovra correttiva e in più il rinnovo dei cda di società quotate a maggioranza pubblica. Queste sono le urgenze del nuovo esecutivo guidato dal muovo premier Paolo Gentiloni incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare il nuovo governo dopo le dimissioni di Matteo Renzi a seguito della sconfitta al referendum del 4 dicembre scorso.
Partendo dall’emergenza terremoto entro il 17 dicembre occorre convertire in legge il decreto che prevede aiuti alle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto, decreto che amplia l’elenco dei comuni inclusi nel cosiddetto cratere sismico e semplifica l’iter per l’installazione dei moduli abitativi, la ricostruzione di case e scuole.
Dopo il sisma l’altra emergenza è ovviamente le banche: nell’occhio del ciclone il Monte dei Paschi di Siena. Il governo dovrà varare a breve un decreto-legge per consentire il salvataggio della banca senese e anche di altri istituti di credito in difficoltà. Il varo è atteso dopo il Consiglio europeo previsto giovedì prossimo. Nel decreto ci sarà un passaggio per aprire la strada a successivi aumenti di capitali. Non ci sarà il riferimento a interventi specifici, ma dovrebbe essere previsto una sorta di fondo al quale attingere per le banche in affanno. Le prime beneficiarie del sostegno pubblico saranno probabilmente Popolare di Vicenza e Veneto Banca, al momento controllate dal Fondo Atlante e prossime alla fusione.
A primavera poi dovrà essere varata una nuova manovra correttiva da 3-4 miliardi di euro che potrebbe nuovamente significare spending review, mentre il taglio dell’Irpef potrà essere messo in secondo piano. Ma il nuovo premier Gentiloni dovrà fare i conti sempre in primavera anche con il rinnovo del cda di importanti società quotate a maggioranza pubblica come Eni, Enel, Terna, Leonardo-Finmeccanica e Poste Italiane, senza dimenticare che anche il cda della Rai è in scadenza. Tra le grane lasciate da Matteo Renzi si ricorda la riforma della Pubblica Amministrazione voluta dalla ministra Marianna Madia che è stata bocciata dalla Consulta.