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BANCHE: QUALE FUTURO PER BIPOP CARIRE?

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Bipop Carire (-4,8% a €1,805) prosegue la sua fase difficile amplificata quest’oggi dai dubbi sul futuro del titolo e sui possibili sviluppi della travagliata vicenda della banca bresciana dopo che Kpmg, la società di revisione, ha ritirato l’avallo di conformità emesso il 21 settembre sui conti semestrali, dichiarandoli non conformi ai criteri Consob.

La risposta di Bipop non è servita a risollevare le sorti del titolo.

Secondo Marcello Zanardo di Dresdner Kleinwort Wasserstein, “in questo momento il fair value del titolo è €1,62. La nostra banca, già due settimane fa, aveva ridotto il giudizio sul titolo a Reduce da Hold, una valutazione legata alle stime sulla perdita di fine anno”.

Secondo Pietro Casano, di GestNord, “il rifiuto di Kpmg ha messo in evidenza che c’è ancora qualcosa di poco chiaro nei conti della banca bresciana”, malgrado l’istituto proprio nell’ultimo cda avesse dato il via all’operazione trasparenza.

“Si sta verificando – dice ancora Casano – uno scenario molto simile a quello che lo scorso anno coinvolse la Popolare di Novara. Gli 007 di Bankitalia fecero una due diligence sui conti della società e ci fu il nulla osta di Via Nazionale (la sede di Bankitalia ndr) alla possibile aggregazione”.

“Qualora per la società si presentassero le medesime condizioni, il titolo potrebbe trarne vantaggio, visto che nei mesi scorsi c’è stata la manifestazione d’interesse da parte di Hopa, Banca Lombarda e Popolare di Lodi sull’istituto bancario.

Nel momento in cui una istituzione come Bankitalia fornisse delle precise garanzie e nel momento in cui ci fosse la disponibilità degli azionisti di Bipop, in particolar modo di Mauro Ardesi, a cedere la società, il titolo potrebbe trarre dei vantaggi. Il problema è che non credo, personalmente, che il timing dell’operazione sia inferiore a due, tre mesi a partire da oggi”.

“E’ evidente – dice ancora Casano – che la forte opzionalità sui fondamentali della società rende molto difficile fare una valutazione del titolo. Personalmente ritengo che il fair value del titolo, in questa fase, sia intorno a €1,65”.

Sergio Ciaramella, analista per Centrosim, non si sbilancia sulla valutazione del titolo.

“Ci sono due fattori di rischio – dice Ciaramella – le garanzie collaterali date ai clienti e il valore di carico dei titoli di proprietà. Due elementi che pesano sulla valutazione complessiva della società. L’unico modo per uscire dalla crisi è quello di mettere da parte €250 milioni di accantonamenti”.

“E’ evidente – dice ancora Ciaramella – che la situazione finanziaria attuale della banca bresciana non lo consente se non attraverso la vendita della controllata Azimut che si occupa dell’asset management. I compratori ci sono, se l’operazione dovesse andare in porto lo scenario si modificherebbe”.

“Personalmente non credo sia corretto dare una valutazione del titolo con tutte queste incognite. Posso dire che la nostra banca giudica il titolo “Underperformer”, cioè inferiore all’andamento del mercato, e che il titolo, a questi prezzi, non mi sembra sopravvalutato”.

Alla domanda su come si giutifica il “Sell” di Eptasim con un target sul prezzo a €1, comunicato nei giorni scorsi, Ciaramella risponde che “lo scorso anno ho visto valutazioni della società a €10. Svalutare una banca come Bipop del 90%, tenendo presente la forza e la posizione nel mercato del day trading di Fineco mi sembra eccessivo. Per questo preferisco non pronunciarmi”.

Su Bipop in queste ore dalle sale operative rimbalzano alcune interessanti indiscrezioni sui possibili futuri assetti.

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