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Banche italiane vogliono che la Bce accetti crediti alle Pmi come collaterale

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ROMA (WSI) – Spunta l’idea di poter utilizzare i conti correnti delle banche italiane come garanzie per ottenere finanziamenti dalla Banca centrale europea. È quanto è stato discusso nell’incontro svoltolsi ieri tra il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e i manager dei principali istituti nazionali, durante il quale si sono valutate le clausole contrattuali per rendere fattibile la proposta.

Allo studio ci sarebbe l’estensione del collaterale. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, nel corso della mattinata durante la colazione di lavoro si sarebbe parlato anche dell’ipotesi di chiedere all’istituto di Francoforte di accettare i crediti alle Piccole e medie imprese come collaterale.

“È stata analizzata la situazione relativa al collaterale delle banche italiane, con riferimento in particolare alle modalità operative utilizzabili al fine di impiegare specifiche tipologie di prestiti bancari assai diffuse nel nostro paese”, ha detto a Reuters una fonte di via Nazionale.

La settimana scorsa Visco ha detto che la Banca d’Italia sta lavorando in particolare sulle aperture di credito in conto corrente e su alcune modifiche contrattuali per assicurarne la coerenza con gli standard della Bce mentre è in fase di definizione lo schema operativo per l’accettazione di portafogli di crediti.

Al consueto pranzo a palazzo Koch hanno partecipato i vertici di Abi, Mediobanca, Unicredit, Intesa SanPaolo, Banca Popolare di Milano, Ubi Banca e Banca Monte dei Paschi di Siena.

La riunione si è concentrata sull’analisi del contesto macroeconomico e dei conseguenti rischi per la stabilità finanziaria.

“Sia in Europa, sia in Italia si rafforzano i segnali di un graduale miglioramento, sebbene la spirale tra bassa crescita economica, crisi del debito sovrano e condizioni complessive del sistema bancario continui a rappresentare il principale rischio per le prospettive della ripresa”, ha detto ancora la fonte.

Nel corso dell’incontro si è inoltre discusso del nuovo quadro regolamentare introdotto dalla direttiva e dal regolamento europeo sui requisiti patrimoniali e dell’introduzione del meccanismo unico di vigilanza bancaria.

“Le banche e l’organo di vigilanza hanno riaffermato l’esigenza di affrontare il comprehensive assessment con il convincimento comune che si tratti di una tappa centrale nel percorso che porterà a ripristinare la fiducia nel sistema bancario italiano ed europeo”, ha detto a Retuers la fonte.

Le banche di tutta l’area euro saranno chiamate alle esame dei loro conti di bilancio da parte dei tecnici della Bce, che vuole essere sicura dello stato di salute degli istituti di credito della regione prima di poter dare il la al progetto dell’unione bancaria.