Banche, fedelissimi di Renzi nella commissione inchiesta. “PD vuole insabbiare tutto”
Non solo lo ius soli, ma anche le banche e la creazione della commissione bicamerale d’inchiesta può essere motivo di scontro all’interno del Pd e non solo. Per placare gli animi Matteo Renzi gioca la carta delle nomine che ricadono su un uomo che possa fungere da mediatore, incline all’intesa, di centro insomma.
E questo uomo non è altro che l’ex presidente della Camera dei deputati Pierferdinando Casini. Chi meglio dell’ex leader dell’Udc oggi a capo dei Centristi per l’Europa per far da paciere?
Ma non solo Casini. Nella commissione Renzi inserisce anche altri nomi, come il capo delegazione Matteo Orfini, colui che nel Pd si è più esposto sul tema banche, e altri suoi fedelissimi come Bonifazi e Marcucci. Ma è il nome di Casini che fa gridare allo scempio tra i banchi dell’opposizione, visto che si tratta di un membro della maggioranza che dovrà presiedere una commissione di inchiesta in cui a finire sotto i riflettori sono banche che vedono intricati anche personaggi di spicco proprio del Partito democratico.
Prima fra tutti il caso crac Etruria. I Cinque stelle hanno chiesto tra le prime audizioni che dovrà fare la commissione, con tutta probabilità la data sarà decisa ad ottobre, quella dell’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni che a suo tempo si era dichiarato pronto a raccontare del suo colloquio con l’allora ministro Maria Elena Boschi che, secondo le rivelazione di un libro a firma di Ferruccio De Bortoli, avrebbe chiesto l’intercessione di Ghizzoni proprio per salvare la banca aretina dove figurava come vicepresidente il padre, Pier Luigi Boschi.
Da qui l’accusa dei Cinque Stelle all’indirizzo di Renzi.
“Gira il nome di Casini come presidente della commissione sulle banche. Se è vero, è la conferma che il Pd vuole insabbiare tutto”.