Economia

Banche, chiude il fondo indennizzo per i risparmiatori

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Cala il sipario sul Fir, il Fondo indennizzo per i risparmiatori truffati dalle banche. Il fondo è nato nel 2019, dopo il crac di Etruria, Popolare Vicenza e Veneto banca. A deciderlo un emendamento dei relatori alla manovra, depositato martedì sera in commissione Bilancio alla Camera.

Fondo indennizzo risparmiatori: cos’è

E’ stata la legge del 30 dicembre 2018 n. 145 a istituire presso il Ministero dell’economia e delle finanze il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir).
Il fondo è chiamato ad indennizzare i risparmiatori che hanno subìto un pregiudizio ingiusto da parte di banche e controllate con sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018.

In particolare, sono indennizzabili le azioni e obbligazioni subordinate emesse dalle seguenti banche poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018: Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e le loro controllate.

Hanno diritto all’indennizzo specifiche categorie di “risparmiatori”, i loro “successori” e “familiari” (entro il secondo grado) che hanno acquisito la titolarità dei titoli indennizzabili. Gli indennizzi sono corrisposti con bonifico bancario o postale secondo i piani di riparto approvati dalla Commissione tecnica nominata dal Mef, entro i limiti della dotazione finanziaria del Fondo e fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

L’indennizzo è pari al 30% del costo di acquisto, entro il limite massimo complessivo di 100 mila euro per ciascun risparmiatore. La percentuale del 30%, entro tale limite, può essere incrementata qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo secondo il piano di riparto siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario, nel pieno rispetto dei limiti di spesa, della dotazione finanziaria del Fir e fino al suo esaurimento.

Cosa succederà al Fir?

L’attività di attribuzione degli indennizzi del Fondo indennizzo risparmiatori si conclude il 31 dicembre 2022. È quanto stabilisce un emendamento dei relatori alla manovra depositato in commissione bilancio della Camera. La norma stabilisce anche che la Commissione tecnica resti in carica fino al 30 giugno 2023 “esclusivamente per la gestione dei contenziosi concernenti le prestazione del Fondo ed il completamento delle attività del Fondo”.

I risparmiatori non ci stanno, come Luigi Ugone, presidente dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza e in Veneto banca”, secondo cui ci sono 4 mila pratiche cestinate per errori formali. Adiconsum ricorda che l’invio delle domande e la presentazione della documentazione è stato più volte prorogato, come da noi richiesto, dapprima al 15 marzo 2022, poi al 1° maggio 2022, poi infine al 15 ottobre 2022 in caso di tardiva consegna della documentazione necessaria da parte delle banche:

“Dai dati diffusi dalla Consap, la Concessionaria dei Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A., risalenti allo scorso 16 giugno, la Commissione tecnica aveva valutato circa il 95% delle domande pervenute. Ora si pone però un altro problema per i risparmiatori, dice l’associazione dei consumatori.
La fine dell’attività di valutazione svolta dalla Commissione tecnica prevista per il 31 dicembre 2022, che lascerebbe aperte molte situazioni. Che cosa significa questo per i consumatori? Significa che l’esame delle pratiche potrebbe non essere completato per quella data, che potrebbe non esserci la redistribuzione delle risorse giacenti ai consumatori danneggiati e parzialmente indennizzati, come invece previsto dalla normativa di istituzione del Fondo. A fronte della situazione che potrebbe profilarsi ancora a carico dei risparmiatori, Adiconsum lancia un appello al Ministero dell’Economia e delle Finanze affinché prolunghi l’attività della Commissione tecnica e preveda un ulteriore livello di valutazione per le istanze rigettate dando la possibilità ai risparmiatori di presentare ricorso”.