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Banche centrali day: Tokyo e Londra alla finestra, Oslo alza i tassi

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È il giorno della banche centrali. Dopo che ieri la FED ha annunciato un taglio dei tassi di 25 punti base oggi, oggi la Banca del Giappone (BOJ) ha confermato a -0,1% i tassi di deposito e il target di rendimenti a 10 anni allo 0%, spiegando che rivaluterà l’andamento economico e dei prezzi in occasione della prossima riunione di ottobre.

“La BOJ ritiene che stia diventando necessario prestare maggiore attenzione alla possibilità di perdere lo slancio verso il raggiungimento del suo obiettivo di prezzo”, ha dichiarato la banca centrale in un comunicato. “Tenendo conto di questa situazione, la BOJ riesaminerà gli sviluppi economici e dei prezzi nella prossima riunione politica, quando aggiornerà le prospettive per l’attività economica e i prezzi”, ha affermato.

La BOJ ha anche mantenuto intatte le sue indicazioni future – o un impegno assunto dalle banche centrali sulla futura politica monetaria – che si impegna a mantenere gli attuali tassi di interesse ultra bassi “per un lungo periodo di tempo, almeno fino alla primavera del 2020”. La decisione di mantenere i suoi obiettivi di tasso di interesse è stata presa con un voto 7-2, con i membri del consiglio Goushi Kataoka e Yutaka Harada dissenzienti.

Sempre sul fronte orientale, l’Autorità monetaria di Hong Kong (Hkma) ha invece abbassato il tasso di interesse base di 25 punti base, al 2,25 per cento. L’intervento dell’Hkma, deciso subito dopo la mossa della FED, è dettato dal peg del dollaro di Hong Kong alla valuta Usa, entro uno stretto margine di 7,75-7,85 dollari di Hong Kong per dollaro.

Resta alla finestra anche la Banca nazionale svizzera (BNS) che ha confermato la sua politica monetaria, ma ha notevolmente ridotto le sue previsioni sull’inflazione e ha annunciato un nuovo metodo per calcolare il tasso di interesse negativo sui depositi bancari. La Banca nazionale ha mantenuto il tasso di interesse chiave a -0,75 per cento. La banca centrale prevede che i prezzi al consumo aumenteranno dello 0,4% quest’anno mentre a giugno aveva previsto un’inflazione dello 0,6 per cento. Le previsioni per il 2020 e il 2021 restano invariate. Inoltre, la Banca nazionale prevede una crescita economica compresa tra lo 0,5 e l’1 per cento. L’adeguamento della metodologia di calcolo per il tasso di interesse negativo per i depositi bancari entrera’ in vigore il 1 novembre 2019.

Controcorrente, invece, la banca di Norvegia, che ha invece alzato i tassi di interesse per la quarta volta in un anno portandoli all’1,50 dall’1,25 per cento. La banca, tuttavia, ha anche prefigurato una pausa nell’inasprimento monetario.

“L’attuale valutazione delle prospettive e dell’equilibrio dei rischi indica che molto probabilmente il tasso chiave verra’ mantenuto a questo livello nel prossimo futuro”, ha dichiarato il governatore Oystein Olsen in una nota.

Nulla di fatto infine per la Bank of England (BoE). A fronte dei segnali sempre più concreti che preannunciano una Brexit hard, ha lasciato invariati i tassi di interesse allo 0,75%, mantenendo inalterato anche il piano di acquisto di asset (Quantitative Easing). La decisione di lasciare invariati i tassi di interesse è stata votata all’unanimità dal Comitato di politica monetaria (Monetary Policy Committee, o MPC). L’ultimo intervento sul costo del denaro è avvenuto nella riunione del 2 agosto 2018, quando la Banca centrale aveva alzato i tassi di 25 punti base.

Il Monetary Policy Committee ha poi deciso, sempre all’unanimità, di confermare il piano QE da 435 miliardi di sterline e gli acquisti di bond societari per 10 miliardi.