Economia

Banca Etruria: consiglieri e sindaci alla cassa

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Banca Etruria: consiglieri e sindaci alla cassa

Ben 576 milioni di euro.

A tanto ammonta la somma richiesta a 37 ex consiglieri di amministrazione della Banca aretina, collegio sindacale compreso, per risarcimento danni causati da imperizia, negligenza, conflitti di interesse non denunciati e una dolosa mala gestione nel suo complesso.

L’atto di accusa del commissario liquidatore che sposa gran parte della relazione della Procura della Repubblica di Arezzo, parla di “gravissimi danni con illecite e ripetute condotte commissive ed omissive” che nessun “controllo” interno e/o istituzionale degli organi di vigilanza ha mai evidenziato per tempo per scongiurare il disastro.

Finanche  la società di revisione dei conti, la Price Waterhouse Coopers viene chiamata in causa in termini di responsabilità per la omessa o la inefficacia dei controlli contabili.

Viene anche presa in considerazione ai fini della valutazione del danno per oltre duecento milioni di euro,  il matrimonio mancato con la Banca Popolare di Vicenza che la Banca d’Italia dichiarava sul proprio sito istituzionale “… per il venire meno dell’interesse di entrambi le parti …”.

Azione di Controllo

Quello di elargire il credito allegro senza garanzie, addirittura a tempi di record anche nei confronti di ex consiglieri di amministrazione titolari di attività economiche sul territorio, oppure rinunciare agli accantonamenti di rito per mantenere la necessaria solidità patrimoniale in proporzione alla massa del “risparmio amministrato”, a tutto vantaggio di lauti compensi agli amministratori con annessi e generosi dividendi agli azionisti, sembra essere stato il denominatore comune di tutte le banche fallite.

Quando una banca, come nel nostro caso, diventa un istituto di beneficenza di fatto, per effetto della mala gestione che nessun controllo fa emergere per tempo, il risultato non può che essere quello a cui abbiamo assistito.

Restiamo in fiduciosa attesa di conoscere i risultati dell’attività ispettiva della Commissione Parlamentare d’inchiesta, i cui lavori sono appena iniziati, per ampliare il quadro delle responsabilità di una vicenda che si fa fatica finanche a descrivere!