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ATTENZIONE A COME LE BANCHE VALUTANO GLI ASSET

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno registrato un calo su tutta la curva, che ha portato il differenziale 2-10 anni in prossimità dei 50 pb. Sul monetario continua il graduale rialzo dell’Euribor tre mesi, mentre l’indice Itraxx Crossover è tornato a salire portandosi sopra i 500 pb. Ieri il Fmi nel suo outlook ha confermato le anticipazioni di un taglio delle stime di crescita per l’area Euro nel 2008 e 2009 che ora si attestano rispettivamente all’1,4% ed all’1,2% dal precedente 1,6% e 1,9%.

Per l’Italia la crescita è stata portata allo 0,3% nel 2008 e 2009, mentre il deficit/Pil è visto al 2,5%. Oggi i mercati resteranno focalizzati sulla conferenza di Trichet che dovrebbe continuare ad evidenziare preoccupazione per il forte rialzo dell’inflazione e per una possibile spirale salari-prezzi, facendo percepire la possibilità di un rialzo del tasso di riferimento e generando così un rialzo dei tassi di mercato che potrebbe interessare soprattutto la parte a breve termine della curva. Confermiamo l’attesa di un taglio dei tassi nella seconda parte dell’anno.

Negli Usa tassi di mercato in calo sulla scia della giornata negativa sui mercati azionari dove l’attenzione è tornata sul comparto finanziario in seguito alla pubblicazione presso la Sec dei dettagli in merito ai criteri di valutazione degli asset adottati dalle principali banche Usa. E’ emerso un forte incremento degli asset collocati nel c.d. livello 3 (quello cioè che ricomprende attività finanziarie valutate secondo un modello interno) da parte di Goldman Sachs, ora arrivate all’8,1% (pari a circa 96Mld$) degli asset totali, a fronte del 7,2% di Morgan Stanley e del 5,4% di Lehman. Gli operatori temono che l’incremento di questa categoria possa essere il preludio ad altre forti svalutazioni. Contestualmente ha pesato anche il nuovo record del petrolio.

Nel frattempo la Fed ha annunciato per oggi un’iniezione di liquidità per ulteriori 50Mld$ a 28 giorni dando a prestito Treasury in portafoglio ( a fronte di asset con rating massimo da parte delle banche) in base alla metodologia c.d. TSLF recentemente introdotta. Queste indicazioni testimoniano come la situazione sul fronte finanziario richieda ancora tempo prima della normalizzazione. Per oggi il supporto sul decennale si colloca in area 3,40%.

Valute: Dollaro in deprezzamento verso Euro avvicinandosi al record in prossimità di 1,59. Hanno pesato i timori ricorrenti di crisi più profonda e più lunga di quanto finora attesa. Il livello di 1,59 si presenta oggi come resistenza rilevante. Yen in apprezzamento verso Dollaro, in parte in seguito al calo dei listini azionari ed in parte dopo il contestuale apprezzamento delle principali valute dell’area, prime fra tutte lo Yuan cinese (per la prima volta sotto quota 7 vs. Dollaro) e del Dollaro di Singapore.

Quest’ultima valuta ha raggiunto il nuovo record storico verso Dollaro in seguito al comunicato della banca centrale del paese che ha annunciato un posizionamento verso l’alto (nel senso di maggior apprezzamento consentito alla valuta domestica) della banda di oscillazione tollerata. Dietro l’apprezzamento delle valute asiatiche si cela verosimilmente la volontà di utilizzare la leva del cambio per cercare di frenare il forte incremento delle materie prime agricole importate. In termini di EuroYen si segnala che tecnicamente, dopo il doppio minimo a quota 152 segnato a metà marzo, è stato ora toccato un doppio massimo in area 162, lasciando aperta la possibilità di una continuazione della fase di apprezzamento fino all’area 159.

Materie Prime: i dati sulle scorte USA hanno inciso profondamente sul prezzo del petrolio. Sono diminuite oltre le attese sia le scorte di carburante che quelle di greggio spingendo quest’ultimo ad un massimo storico di oltre 112$/b. Positivo l’andamento generale delle commodity sulla scia del deprezzamento del dollaro: l’indice GSCI excess return fa registrare infatti una variazione positiva del 2,21%. La possibilità di un’offerta non adeguata alla domanda crea ancora speculazioni sugli agricoli, specialmente soia (+4,91%), zucchero (+4,38%) e mais (+2,33%) dopo un report sulle scorte USA previste in calo.

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