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ATOMICA, L’IRAN VA AVANTI: PIANO EUROPEO VERGOGNOSO

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(WSI) – “Nessun governo iraniano potrà
mai sottoscrivere questo vergognoso documento
presentato dai negoziatori dell’Unione
europea”. La risposta ufficiale di
Teheran al pacchetto d’offerte della troika
(Francia, Germania e Inghilterra) arriverà
domenica, ma ieri Hussein Moussavian, mediatore
per l’Iran, ha chiuso con il balletto
dei rilanci. L’Ue ieri aveva presentato una
nuova proposta che prevedeva la possibilità
per Teheran di acquisire reattori nucleari e
di stabilire piene relazioni economiche con
l’occidente, permettendo “il diritto inalienabile”
di perseguire un’attività nucleare
per scopi civili. L’Iran ha già comunicato
che riattiverà la centrale d’Isfahan per la
conversione dell’uranio, sigillata più di un
anno fa dalle Nazioni Unite.

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Martedì gli
ispettori dell’Agenzia internazionale per
l’energia atomica (Aiea) dell’Onu si recheranno
a Teheran per tentare un’ulteriore
mediazione. “Ma il neopresidente Ahmadinejad
non è interessato a parlare con l’Ue – dice al Foglio Amir Taheri, scrittore e giornalista
iraniano attualmente a Londra – L’Iran
non ci ha riservato nessuna sorpresa:
non ha mai avuto alcuna intenzione di accettare
le offerte europee”.

L’ex capo di Stato Mohammed Khatami,
che ha appena lasciato l’incarico dopo otto
anni, aveva trasformato il problema del nucleare
in un dibattito tra Iran ed europei:
“Ma Ahmadinejad non vede la ragione di
continuare queste mediazioni e preferisce
riportare il problema a un dialogo soltanto
con l’Aiea – spiega Taheri – Dopo tutto, il vero
scoglio da superare per ottenere il via al
programma nucleare non sono gli europei.
Il Trattato di non proliferazione non dipende
da loro, ma dalle Nazioni Unite. In quest’ottica,
Ahmadinejad non capisce il senso
di continuare il dialogo con la troika che
per lui è come parlare con il Niger o con
l’Uganda”. Khatami durante il suo mandato
amava viaggiare nel vecchio continente,
aveva un approccio più “culturale” e gli piaceva discutere dei filosofi europei come Hegel
e Nietzsche.

Ahmadinejad, il neo presidente
che oggi presta giuramento, è un uomo
del popolo, che non ha voglia di perdersi
in chiacchiere inutili: non fa parte della
sua personalità. E’ un leader che dice di essere
vicino ai problemi dei diseredati e
quando era sindaco di Teheran ha preso in
giro Khatami perché non conosceva neppure
le difficoltà del traffico cittadino. “Non è
una figura religiosa o un mullah con il turbante.
E’ un populista, che si vanta di lavare
i piatti. In occidente lo chiamano un conservatore,
ma lui è tutto tranne che quello –
dice Taheri – Un conservatore è qualcuno
che vuole che le cose continuino a essere
come sono, lui invece è un radicale, un rivoluzionario”.

Ahmadinejad, recentemente,
ha dichiarato di voler dare un taglio ai “26
anni di corruzione e ingiustizia che hanno
caratterizzato la storia della Repubblica
islamica”, comportandosi come un vero leader
dell’opposizione che non ha mai fatto
parte di quel sistema rivoluzionario in cui
lui però si è formato.
Intanto gli Stati Uniti vigilano, cercando
di anticipare le prossime mosse di Teheran.
“Per la Casa Bianca impegnata in Iraq questo
è un momento complicato per contrastare
l’Iran – dice Taheri – Nell’area non
esiste, al momento, uno Stato arabo forte: in
Arabia Saudita è da poco morto il re e la situazione
in Egitto è confusa. Il prezzo del
petrolio si è alzato e il neopresidente ha così
risolto i problemi economici del paese”.
La prossima settimana sarà costituito il
nuovo gabinetto dei ministri e l’occidente
avrà ufficialmente un nuovo gruppo d’interlocutori.

“Paradossalmente, i rapporti
con l’Iran potrebbero diventare migliori.
Khatami era una maschera – dice Taheri –
Ora l’occidente vede il vero volto del potere
iraniano, quello con cui deve negoziare. Il
governo è unito e ha una sola voce, dai politici
alla Guida Suprema, e le decisioni non
avranno sfumature”.

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