Economia

Assist Draghi a brutta politica ‘made in Europa’: taglio tassi

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Oramai il tam tam nelle sale trading di mezzo mondo e’ partito, i nostri abbonati a Insider sono stati avvertiti in anticipo (rispetto a voi che leggete qui free): gli investitori scommettono su un taglio dei tassi d’interesse Ue da parte di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, alla prossima riunione del board Bce prevista giovedi’ 2 maggio. Per cui alert: l’euro perdera’ valore.

Cio’ avviene mentre Enrico Letta, ex Margherita, n.2 di un partito come il Pd al massimo storico dello sbando e della confusione, ha avuto l’incarico dal presidente della Repubblica eletto due volte Giorgio Napolitano. Il ninnovato Capo dello Stato ha avuto infatti abbastanza acume politico, a 88 anni, per capire che Giuliano “Prelievo Forzoso” Amato era improponibile, per la massa degli italiani.

Un nostro lettore (specoletta) fa notare citando altri che per Letta il primo incarico importante è stato la Commissione per l’Euro nel 1994-1997; ha persino scritto un libro intitolato: “Euro sì. Morire per Maastricht” (Roma-Bari, Laterza 1997) in cui sosteneva che vale la pena di morire per l’Euro e Maastricht come nel 1939 valeva la pena di “morire per la Polonia”; e che non c’e’ un Paese che abbia, come l’Italia, tanto da guadagnare nella costruzione di … una moneta unica….”; infatti “abbiamo moltissimi imprenditori piccoli e medi che … quando davanti ai loro occhi si spalanchera’ il grandissimo mercato europeo, sara’ come invitarli a una vendemmia in campagna”. Si’, con aggiunto suicidio.

Enrico Letta di tutti i politici italiani è il più affidabile per i signori di Bruxelles e per la troika (Bce, Ue, Fmi); è stato fin dall’inizio un fanatico dell’Euro, inoltre Berlusconi – il cui obiettivo n.1 è evitare le condanne ai suoi processi – vede Letta certamente di buon occhio, essendo nipote di Gianni Letta, uomo discreto, affabile, gran commis e fedelissimo del Cavaliere.

Monti per parte sua deve acconsentire perche’ non puo’ fare altrimenti, l’ex premier è sotto schiaffo, sia nell’inner circle romano, sia soprattutto tra la popolazione, per aver ecceduto in modo assurdo con l’austerity lacrime e sangue (tasse & suicidi). Che e’ poi il motivo per cui Napolitano non ha scelto Amato.

Letta almeno e’ giovane (47 anni), presentabile, discretamente colto, parla bene, moderato nei toni (ma preferite l’urlatore Grillo o E. Letta? quasi come ai tempi in cui si diceva: stai con lo stato o con le BR? Fatte le debite proporzioni, perche’ il M5S e’ finora democratico e, anzi, fa da deterrente al terrorismo).

Nel CV di Letta, come uomo di potere, spiccano le segnalazioni preferite dai cospirazionisti, che contano sempre meno, essendo ormai zimbello e barzelletta: Letta è membro del comitato europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller. Ha partecipato a varie riunioni del Gruppo Bilderberg (che di segreto hanno il menu del lunch). È anche membro del comitato esecutivo dell’Aspen Institute Italia, un’organizzazione Usa a cui appartengono Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia responsabile di tanti disastri caduto in disgrazia senza potersi piu’ rialzare, Paolo Savona e altri.

Letta fara’ in 4/5 giorni un governo snello, una dozzina di ministri (+6), chiudendo il periodo di oltre otto settimane di stallo totale successivo alle elezioni politiche. E poi la palla passa a Draghi. Tanto il nuovo premier dovra’ seguire comunque alla lettera i diktat della Troika, fantasia nel governare zero: si tratta di mostrare un minimo di serieta’ nell’ottenere disciplina di bilancio e approvare quelle 4 riforme che l’Europa impone all’Italia (attenzione: impone, non “chiede”).

Per ridurre ancor piu’ l’incertezza politica, Draghi dunque, come si diceva, taglierà i tassi di interesse Ue, visto che questa Europa fiaccata dalle manie di disciplina teutonica della cancelliera Angela Merkel non funziona. Siamo al secondo anno di recessione nell’eurozona ma il debito e’ in aumento nonostante il calo di fatturati e pil, in Italia il debito pubblico e’ al massimo storico di 2,6 trilioni di dollari, una bestia ingestibile.

I tassi sui titoli del Tesoro Italia a 10 anni sono scesi in questi giorni al minimo dal novembre 2010, sotto quota 4,0%, e lo spread ormai il popolo non lo segue nemmeno piu’, sceso a quota 270/280 (WSI ha perfino spostato la tabella dello spread in tempo reale piu’ in basso, per 2 anni e’ stato nella parte alta della home page). Il differenziale Btp/Bund perdera’ altri 100 punti nei prossimi mesi, si scommette sui mercati internazionali. E le banche si posizionano di conseguenza.

Draghi sa che e’ tutto in mano sua: la Bce deve tagliare i tassi (a 0,50 oppure 0,25%, ancora e’ da decidere, dall’attuale 0,75%) perche’ il contesto economico generale in Europa si sta deteriorando a vista d’occhio. Perfino in Germania, come dimostra l’ultimo brutto indice Ifo. Draghi ha gia’ salvato l’euro una volta, quando ha inondato il sistema bancario europeo con oltre 1 trilione di euro di prestiti all’1,0% e l’impegno ad acquistare bond dei paesi PIIGS indebitati per decine di miliardi. Le banche italiane hanno approfittato in massa della manna, per restare solvibili.

Resta il fatto che l’Italia e’ messa assai male. Il nostro paese e’ in preda alla peggiore recessione dal dopoguerra, il governo prevede un calo di -1,3% del pil quest’anno, ma i centri studi global segnalano un quadro piu’ cupo: -2,5%. Il rapporto debito/pil è impostato per toccare nel 2014 il 130%, secondo nella regione euro solo alla fallita Grecia. La disoccupazione è al 12% e quella giovanile supera il 30%. Siamo una nazione che non da’ speranze ai giovani.

Parliamoci chiaro: in questo quadro, Letta e’ un mero esecutore, che governera’ un’Italia ovviamente “commissariata” e declassata, come esecutore era Mario Monti (lo abbiamo imparato ciascuno di noi a nostre spese) e con la stessa identica maggioranza che dal novembre 2011 dice “obbediamo” agli ordini dall’Europa, senza mai uno straccio di dibattito in Parlamento. Democrazia? Sorge qualche dubbio. Si spera solo che, per via della giovane eta’ (la sua caratteristica migliore) E. Letta sia un poco meno rigido e un poco piu’ in sinc con la societa’ civile. E che quindi, per mantenere il paese sulla strada delle riforme, presenti a Bruxelles qualche idea sua, invece di fare da passacarte della Troika, scrivendo a lor signori email con il messaggio “eseguito”.