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Argento: come lo vedono gli investitori istituzionali italiani

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Wall Street Italia ha intervistato Massimo Siano, Head Italian Market presso ETF Securities, sulla performance dei metalli preziosi, in particolare dell’argento, e sul collegamento che esiste tra essi, i problemi dei Piigs e la politica monetaria della Fed. Siano ha fornito un’ampia panoramica anche sulla propensione degli investitori istituzionali italiani.

Domanda Negli ultimi mesi il trend dell’oro e dell’argento ha fatto parlare molto di sé. Dai forti acquisti che hanno permesso a entrambi i metalli preziosi di raggiungere cifre record, si è passati a una fase di forte vendite. Ora sembra di assistere a una certa stabilizzazione nei prezzi. In quale contesto ci troviamo in questo momento e cosa dobbiamo attenderci?

Risposta Non ritengo che i movimenti ribassisti dell’argento abbiano intaccato il suo trend rialzista. Dobbiamo ricordarci infatti che l’anno scorso il contratto valeva $15 l’oncia e che agli inizi dell’anno oscillava sul Comex attorno a quota $27: dunque, pur essendosi allontanato dai massimi testati qualche settimana fa, i prezzi rimangono al momento solidi. La ragione dei sell off di qualche settimana fa, piuttosto, risiede nel fatto che le quotazioni del metallo prezioso erano cresciute in modo troppo repentino, e anche nell’aumento dei margini sul mercato dei futures: un aggiustamento è stato così fisiologico.

Domanda Cosa vi dicono i dati di cui siete a disposizione, in particolare in riferimento all’Italia? Come vedono l’argento gli investitori istituzionali italiani?

Risposta I dati parlano da soli, e lo fanno in modo molto chiaro: è interessante notare infatti che nelle ultime quattro settimane i volumi etfs physical silver (phag) e di etfs leveraged silver (lsil) si sono confermati tra le prime 5 asset class piu’ trattate nel segmento ETF Plus di Borsa Italiana.

Domanda Dunque si può dire che gli investitori istituzionali italiani puntano sull’argento?

Risposta Sono gli stessi flussi di mercati, gli stessi numeri, che ci danno informazioni cruciali sull’interesse che gli investitori italiani continuano ad avere sull’argento. In questo primo semestre del 2011 l’atteggiamento degli investitori istituzionali del nostro paese si è confermato insomma fortemente rialzista. L’argento, inoltre, così come l’oro, ha alcuni fattori che stanno dalla sua parte. Da un lato esiste il fattore incertezza, che vede protagonisti i problemi dei conti pubblici con cui i paesi periferici dell’Eurozona sono alle prese. Il fattore rischio sull’area euro pesa sicuramente sulle scelte degli investitori.

Domanda E’ vero, tuttavia, che una eventuale debolezza della moneta unica dovrebbe rafforzare il dollaro, e dunque provocare un ribasso dei prezzi delle materie prime……

Risposta Giusto. Tuttavia in questo momento si sta mettendo in evidenza un aspetto peculiare: di norma il rapporto dollaro e materie prime è per l’appunto inversamente proporzionale: visto che queste ultime sono denominate in dollari, quanto più il dollaro sale, tanto più le materie prime segnano un trend ribassista. E quanto più il dollaro si indebolisce, tanto più le commodities salgono. Ma nella prima metà del 2010 si è verificato il trend opposto: l’euro è sceso, dunque il dollaro si è rafforzato, e nonostante questo sono cresciuti anche i prezzi delle materie prime.

Domanda E lei ritiene che questo trend tornerà a proporsi?

Risposta Non e’ detto che questo fenomeno non possa ripetersi e lo abbiamo visto anche nelle ultime sessioni. Ciò accade perché c’è una crisi di fiducia sulla moneta unica, con tutto quello che sta accadendo. Il secondo fattore che sostiene le quotazioni di oro e argento è il seguente: come sappiamo questi asset non pagano interessi. Il che significa che, se i rendimenti di altri asset salgono, gli investitori sono più propensi a dirigersi verso questi asset. Tuttavia ritengo che la Fed non alzerà i tassi, proseguendo nella propria politica monetaria di tipo espansivo, mentre i tassi europei arriveranno al 2% entro la fine dell’anno; e a tal proposito bisogna vedere anche se questo accadrà, visto che il problema Piigs e l’acuirsi dei timori sul destino dell’euro potranno cambiare anche le carte in tavola. Oro e argento continueranno a fungere così come beni o addirittura monete rifugio assieme al franco svizzero.

Domanda Quali sono i parametri a cui possiamo attenerci per capire quale potrà essere il trend dell’euro, in questo contesto? C’è qualche paese in particolare che sta mettendo sotto pressione la moneta unica o che ha un forte potenziale di farlo, a parte il caso Grecia?

Risposta Abbiamo visto recentemente che il rialzo dei cds sul rischio paese Grecia non ha intaccato più di tanto il trend dell’euro. Questo perchè il mercato ha dato già per scontata la bancarotta del paese. Mentre invece forte è la correlazione che esiste tra l’euro e i cds spagnoli. Già durante l’estate dello scorso anno, in corrispondenza di un calo dei cds spagnoli, il rapporto tra la moneta unica e il biglietto verde è salito. E lo stesso trend si sta ripetendo ora. Esiste la percezione secondo la quale un aumento del rischio Spagna aumenterebbe i rischi di un crollo dell’euro.

Domanda Quali sono in ogni caso le sue previsioni sul trend dell’euro? Ce la farà o come affermano tanti euro-scettici, alla fine collasserà sotto il peso dei problemi dei Piigs?

Risposta Ritengo che l’euro non potrà reggere se l’aumento della crescita economica si confermerà un fenomeno che interesserà solo la Germania, a fronte di un forte aumento dei deficit nei paesi periferici.

Domanda Infine, il petrolio. Quali considerazioni ci sono da dare a tal proposito?

Risposta Sull’attuale prezzo del Brent molto dipende dalla Libia oltre che dalla crescita in Asia. I prezzi attuali delle materie prime petrolifere in generale solo pochi anni fa sarebbero stati definiti come insostenibili, mentre constato che adesso le banche d’affari lo considerano addirittura un punto di minimo.