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Argentina domenica alle urne: non solo debito, la sfida più grande si chiama Fmi

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Nel pieno della tempesta finanziaria l’Argentina va alle urne. Domenica 27 ottobre gli elettori argentini sono chiamati ad eleggere  il nuovo presidente, i membri del congresso nazionale e i governatori di gran parte delle 23 province del Paese.

I candidati alla presidenza

A contendersi la poltrona di presidente da una parte Alberto Fernández del Partito Giustizialista, attualmente il principale partito di opposizione e la più grande componente del movimento peronista, e dall’altra l’attuale presidente Mauricio Macri.

Un appuntamento importante a cui guardano con attenzione e apprensione gli investitori e i mercati. Sulla base dei risultati delle elezioni primarie di agosto, come riporta Jared Lou, Emerging Market Debt portfolio manager di NN Investment Partners, sarà probabilmente eletto come prossimo presidente Fernàndez.

 

I risvolti per i mercati finanziari

Il compito che attende il prossimo presidente argentino è particolarmente gravoso visto che dovrà apportare la ristrutturazione del debito pubblico di fronte a quello che sembra essere un inevitabile default.
Come scrive Lou, la potenziale amministrazione Fernández si deve rende conto che è nel loro interesse riacquistare l’accesso ai mercati dei capitali internazionali e persuadere il Fondo Monetario Internazionale, il più grande creditore del paese, a procedere con una leggera riprofilatura può essere una sfida, data la loro valutazione dell’economia argentina.

Fernández deve perseguire una ristrutturazione del debito che favorisca i creditori per riguadagnare rapidamente l’accesso al mercato. La disomogeneità tra i diversi tipi di creditori – hedge fund, gestori patrimoniali, banche private, argentini locali – potrebbe rendere più difficile raggiungere una soluzione negoziata con la stessa rapidità con accadde, ad esempio, con l’Ucraina nel 2015.
La ristrutturazione dell’Ucraina è stata un successo inaspettato non solo per la rapidità con cui è stata completata, ma anche per il valore di recupero finale fissato a 80 centesimi di dollaro. Sarebbe sorprendente se l’Argentina ottenesse un tale risultato, ma Fernández vorrà probabilmente perseguire una ristrutturazione amichevole. L’FMI potrebbe essere la sfida più grande.