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ARGENTINA: DICHIARATO LO STATO D’ ASSEDIO

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Il presidente argentino Fernando De La Rua ha firmato un ordine esecutivo dichiarando lo stato di assedio, per fronteggiare la situazione di assoluta emergenza creatasi nelle ultime ore. Pesanti scontri tra migliaia di disoccupati e la polizia in assetto di guerra.

Il provvedimento, che da’ al presidente poteri speciali, arriva dopo ore di violenze e saccheggi nelle strade. I senza-lavoro protestavano per la pesante recessione che fiacca da quattro anni il paese latino-americano.

Secondo fonti di Buenos Aires, De La Rua dovrebbe rivolgersi alla nazione in nottata con un discorso televisivo.

Lo stato d’ assedio ha effetto immediato nella capitale, gia’ pattugliata da truppe dell’ esercito, e in tutte le principali citta’ argentine.

L’ annuncio e’ venuto alla fine di a una riunione di emergenza del governo, dopo una giornata di violenza soprattutto nei sobborghi poveri di Buenos Aires. La polizia ha disperso i dimostranti con lacrimogeni e pallottole di gomma. Ci sono stati morti e feriti.

I disordini aprono un nuovo, pericoloso capitolo nella crisi economica e finanziaria che attanaglia l’Argentina.

Non e’ ancora chiaro quali saranno gli effetti sul mercato finanziario, alla riapertura delle borse. Il bond argentino quotato sul mercato di New York ha accusato oggi un crollo dei prezzi, il che dimostra lo scetticismo degli investitori sul fatto che l’ Argentina possa ripagare il proprio debito, pari a 132 miliardi di dollari.

Non e’ nemmeno chiaro cosa accadra’ adesso, dopo la dichiarazione dello stato d’ assedio. Il presidente potrebbe sospendere alcune delle liberta’ costituzionali fondamentali, come il diritto di riunirsi e quello di viaggiare.

I saccheggi sono esplosi alla fine di dimostrazioni in varie citta’, tra cui Mendoza, Rosario, Santiago del Estero e San Juan; la protesta era organizzata contro le drastiche misure di politica economica varate di recente dal governo per fronteggiare la crisi debitoria.

Migliaia di persone hanno preso di mira supermercati e negozi, rubando tutto cio’ che capitava a portata di mano, da biciclette a mobili, da frigoriferi a oggetti per la casa.

Questo e’ il momento piu’ difficile per l’ Argentina dopo lo sciopero nazionale del 13 dicembre, l’ottavo in due anni, e sicuramente sottolinea la drammatica impopolarita’ del governo di Fernando De La Rua.