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Argentina dichiara guerra senza pietà alle carte di credito

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BUENOS AIRES (WSI) – Per scongiurare il pericolo di una fuga di capitali all’estero, Buenos Aires serra le cinghia e dichiara guerra alle carte di credito.

Dopo aver imposto un tetto ai tassi di cambio, il governo di Cristina Kirchner ha deciso di limitare e tassare l’utilizzo di carte bancarie all’estero.

Nel decidere il controllo dei cambi, Kirchner aveva avvertito i suoi connazionali citando una frase celebre del ­ministro dell’Economia durante il periodo buio della dittatura, Lorenzo Sigaut: “Chi scommette sul dollaro perdera’ i suoi soldi”.

Bli argentini non hanno ascoltato il consiglio, hanno scommesso e hanno vinto. Da quando e’ stato imposto il controllo dei tassi di cambio due anni fa, il dolaro si e’ rafforzato del 60% rispetto alla valuta locale.

Dopo la crisi del 2001 e il conseguente default, l’Argentina non ha piu’ avuto accesso ai mercati finanziari internazionali. Deve contare dunque sulla bilancia commerciale in ecceso per accumulare dollari preziosi che permetterebbero di assicurarsi di onororare il suo debito, di pagare le bollette energetiche e di importare il materiale indispensabile alla crescita economica.

Ma dal 2012 la bilancia commerciale ha subito un progressivo calo e il paese e’ a corto di biglietti verdi. Il governo ha pertanto deciso in un primo momento di vietare l’acquisto di dollari.

Una decisione che ha provocato l’ira della classe media, abituata a rifugiarsi nel dollaro per proteggersi contro un’inflazione annuale del 25%. E’ cosi’ che il mercato nero ha riacquistato enorme popolarita’, e la differenza tra il dollaro ufficiale e quello parallello scambiato in nero eha superato in poco tempo il 50%.

Questo mercato “marginale”, come era stato definito l’anno scorso da Amado Boudou, il vice presidente, si e’ trasformato in un incubo per l’esecutivo.

Gli argentini avidi di dollari escono dai confini del paese per prelevare con le loro carte di credito le maggiori quantita’ di dollari possibili dagli sportelli bancomat. Si parla di somme ingenti, equivalenti a diverse decine di milioni di dollari ogni weekend.

Per mettere un freno a questo fenomeno, il governo ha imposto un anticipo sulle imposte del 20% sugli acquisti e prelievi effettuati con le carte di credito.

La misura si e’ rivelata tuttora insufficiente, perche’ gli argentini guadagnerebbero ancora comunque il 30% rivendendo i loro dollari sul mercato in nero.