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Argentina, default il 30 giugno: “Impossibile onorare interessi”

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BUENOS AIRES (WSI) – L’Argentina ha minacciato di fare default sul suo debito. Il governo di Buenos Aires ha affermato che sarebbe “impossibile onorare i pagamenti degli interessi dovuti il 30 giugno”.

L’ultima decisione di una lunga serie di un tribunale Usa è stata sfavorevole al governo argentino. L’esecutivo di Cristina Fernandez ha dovuto quindi accettare di sedersi al tavolo dei negoziati con i fondi speculativi – e creditori del debito argentino – che in precedenza aveva definito “avvoltoi” ed “estorsori”.

Buenos Aires è impegnata da oltre 12 anni in un braccio di ferro giudiziario con i creditori Usa che si sono rifiutati di partecipare alle due operazioni di ristrutturazione del debito in seguito al default dei Tango Bond del 2002 per un valore complessivo di 100 miliardi di dollari.

Il default ha privato la terza economia dell’America Latina di qualsiasi accesso ai capitali internazionali, il che ha contribuito a generare un periodo di stagnazione, unito a un’inflazione incontrollabile e a un calo delle riserve della banca centrale.

A inizio settimana con una sentenza sorprendente la Corte Suprema americana aveva respinto l’appello di Buenos Aires contro un giudizio che l’obbligava a pagare 1,33 miliardi di dollari ai fondi speculativi che avevano respito le modalità di ristrutturazione dei debiti del 2005 e 2010.

È rimasta così valida la decisione del giudice Usa Thomas Griesa di New York che ha ordinato al paese di pagare i fondi di investimento che non avevano aderito alla ristrutturazione, i cosiddetti “holdouts”.

Griesa era il giudice incaricato di esprimersi sul dossier. Nel caso in cui i fondi speculativi non vengono ripagati, i pagamenti ai detentori delle obbligazioni ristrutturate dall’intermediario delle banche americane. Così stabilisce la sentenza.

“La rimozione della sospensiva rende impossibile il pagamento a New York del debito ristrutturato e mostra la totale mancanza di volontà di negoziare sulla base di condizioni diverse da quelle indicate dal giudice Griesa”, ha detto in una nota il ministero dell’economia argentino.

Le parti dovrebbero iniziare a trattare a New York già la prossima settimana. Altrimenti il 30 giugno salterà tutto.